Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Anouk Markovits Che sia cancellato il suo nome 26/05/2014
Che sia cancellato il suo nome Anouk Markovits Traduzione di C. Spallino Rocca Mondadori euro 19
Anche se è un romanzo, “Che sia cancellato il suo nome” racconta cose che Anouk Markovits ha conosciuto molto da vicino. Cresciuta in una famiglia hassidica satmar in Francia, un gruppo tra i più restrittivi e chiusi, ne è fuggita alle porte del suo matrimonio combinato. Il libro inizia in Transilvania, prima della II Guerra Mondiale. Due bambini ebrei orfani di due autorevoli rabbini satmar, Josef e Mila, riescono a trovare rifugio, in tempi diversi, presso la famiglia di rav Zalman Stern, che manda presto il piccolo Josef nella comunità maggiore, a Brooklyn, e cresce Mila come una sorella della sua Atara portando tutta la famiglia a Parigi. Quando Mila, che accetta in pieno la fede, andrà sposa a Josef, in America, Atara se ne andrà nel mondo e “il suo nome verrà cancellato” da Zalman. La nuova coppia newyorkese sarebbe felice, eppure la visione satmar non accetta la loro sterilità, un dramma a cui seguiranno amari disastri. Lo sguardo di Anouk Markovits non è semplicistico: in una prosa secca e elegante, riesce a non giudicare, e a mostrarci invece come anche i credenti più appassionati combattano una lotta corpo a corpo con la loro fede.