Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Scritte anticristiane sulle chiese: non rappresentano Israele Cronaca di Maurizio Molinari, intervista di Marco Ansaldo a Zion Evrony, Ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede
Testata:La Stampa - La Repubblica Autore: Maurizio Molinari - Marco Ansaldo Titolo: «Attacchi anti-cristiani in Israele. Timori per la visita del Papa - L’ambasciatore in Vaticano 'Sono atti isolati Bergoglio sarà il benvenuto'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/05/2014, a pag 12, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Attacchi anti-cristiani in Israele. Timori per la visita del Papa" e da REPUBBLICA a pag. 12, l'intervista di Marco Ansaldo all'Ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede Zion Evrony, dal titolo " L’ambasciatore in Vaticano 'Sono atti isolati Bergoglio sarà il benvenuto'".
Come sottolinea l'ambasciatore Evrony, gli atti di vandalismo compiuti da pochi estremisti contro le proprietà della Chiesa "non rappresentano la politica del governo o le opinioni o i sentimenti della maggioranza degli israeliani" e "leforze di sicurezza stanno compiendo il massimo sforzo per individuare i responsabili e perseguirli", naturalmente "secondo i termini di legge". La pretesa che, indipendentemente dalle prove, vengano comunque individuati dei "colpevoli", implicita nelle lamentele delpatriarca latino di Gerusalemme, Fuad Twal, per "i pochi arresti finora seguiti alle tante condanne verbali" non sembra invece compatbile con le regole di uno Stato di diritto. Nè sembra accettabile la messa in questione da parte di Twal della democraticità di Israele sulla base di atti che sono, appunto, isolati. In quanto alla ferma condanna da parte di Twal del "terrorismo" delle scritte sui muri, osserviamo che purtroppo il patriarca non è mai apparso altrattanto fermo nel condannare e nel chiedere la repressione del terrorismo che uccide, quello delle bombe, dei razzi, degli accoltellamenti, delle pietre contro gli automobilisti. Ci chiediamo poi, quanto ci sia di condannabile - a parte l'aver scelto di sporcare un muro - nello scrivere " «Re David appartiene agli ebrei, Gesù è spazzatura».", come riferisce Molinari. Avrà un ebreo il diritto di scrivere ciò che pensa di una altro ebreo ? E perchè un cattolico dovrebbe indignarsi ?
Ecco gli articoli:
In alto, a destra: un poliziotto israeliano cammina dinanzi alla chiesa di Hahoma Hashlish sui cui muri è stato scritto «Re David appartiene agli ebrei, Gesù è spazzatura»
LA STAMPA - Maurizio Molinari - Attacchi anti-cristiani in Israele. Timori per la visita del Papa
Maurizio Molinari Fuad Twal
«Gli attacchi anticristiani avvelenano l’atmosfera della visita del Papa». È il patriarca latino di Gerusalemme, Fuad Twal a parlare da Haifa per chiedere al governo israeliano di «intervenire in fretta contro questi terroristi». Il riferimento è ai gruppi di estremisti ebrei che nell’ultimo anno hanno attaccato moschee e chiese, spesso imbrattandole di frasi offensive. «Israele si vanta di essere una democrazia e allora deve intervenire per fermarli» afferma Twal, dando atto a più ministri israeliani per averli definiti «terroristi» ma lamentando «i pochi arresti finora seguiti alle tante condanne verbali». Sotto accusa sono gli autori dei 399 attacchi anti-arabi avvenuti nel 2013 e inseriti dal Dipartimento di Stato Usa nel rapporto annuale sul terrorismo. Rivelazioni pubblicate dal quotidiano «Haaretz» attribuiscono tanto alla polizia che allo Shin-Bet, il servizio di sicurezza interno, la volontà di intervenire contro i gruppi più organizzati, come quello che opera dall’insediamento di Yizhak in Cisgiordania ed ha come leader Yizhak Ginzburg. Al fine di spingere il premier Benjamin Netanyahu a ordinare una retata di arresti oltre 250 famiglie israeliane hanno scelto di accamparsi davanti alla sua residenza nel centro di Gerusalemme parlando di «vergogna nazionale». Se Twal ha scelto di alzare i toni, chiamando in causa la visita del Papa, è perché questi gruppi estremisti hanno aperto un fronte proprio contro il programma di Francesco a Gerusalemme. Il Papa farà tappa nella sala del Cenacolo, sul Monte Sion, e questi gruppi ritengono che la sosta non sia casuale perché Netanyahu avrebbe deciso di cedere al Vaticano la sovranità di questo luogo, adiacente alla Tomba di David, nell’ambito del nuovo status della città da definire nei negoziati con i palestinesi. Si spiegano così le scritte offensive apparse sulle mura della chiesa cattolica di Hahoma Hashlishit a Gerusalemme: «Re David appartiene agli ebrei, Gesù è spazzatura». Le fibrillazioni fra Chiesa cattolica e autorità israeliane spiegano il corto circuito avvenuto ieri quando la Custodia Francescana di Terra Santa ha affisso sulle mura della Città Vecchia un manifesto di benvenuto a Papa Francesco e la polizia gli ha chiesto di toglierlo per «non irritare ulteriormente gli animi» spiegando, poi, in un secondo momento che mancava ancora l’autorizzazione legale del Comune
LA REPUBBLICA - Marco Ansaldo - L’ambasciatore in Vaticano 'Sono atti isolati Bergoglio sarà il benvenuto'
Marco Ansaldo Zion Evrony
«Siamo tutti in attesa della sua visita. Papa Francesco verrà ricevuto in Israele con molto calore da parte di tutti i cittadini indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Sarà un ospite onorato nel nostro Paese». Zion Evrony, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, seguirà naturalmente il viaggio del Pontefice a Gerusalemme. Ma non mostra eccessivi segni di preoccupazione. Diplomatico sperimentato, è a Roma dall’agosto 2012.
Ambasciatore Evrony, il patriarca Fuad Twal parla di “atmosfera avvelenata” in Israele a sole 2 settimane dalla visita del Papa in Medio Oriente. È così?
«Israele è una democrazia e la comunità cristiana in Israele gode di piena libertà di religione e di culto proprio perché lo Stato rispetta e protegge la libertà religiosa e i cristiani sono cittadini con uguali diritti. Israele è l’unico paese del Medio Oriente con una popolazione cristiana in crescita (circa 2000 l’anno). La comunità cristiana è infatti aumentata da 34.000 nel 1948 a 157.000 attuali. Ciò è in netto contrasto con la condizione delle comunità cristiane in altre aree del Medio Oriente».
I vescovi oggi si dicono però preoccupati degli “atti di vandalismo non puniti” contro edifici cattolici. Atti che rappresentano, sostengono, “anche un colpo alla democrazia compiuto dalla stessa Israele”. Lei che cosa risponde?
«Che i recenti atti di vandalismo contro luoghi cristiani in Israele sono commessi da alcuni estremisti. Essi non rappresentano la politica del governo o le opinioni o i sentimenti della maggioranza degli israeliani. Questi atti sono stati condannati dai leader religiosi e politici. Le forze di sicurezza stanno compiendo il massimo sforzo per individuare i responsabili e perseguirli secondo i termini di legge ».
Ma la visita di Francesco in Israele avrà comunque condizioni di sicurezza della massima garanzia?
«La visita di Papa Francesco è di importanza storica. Tutte le autorità competenti in Israele (l’Ufficio del Presidente, l’Ufficio del Primo Ministro, il Ministero degli Affari Esteri e le forze di polizia e di sicurezza) sono coinvolte nell’organizzazione della visita di Papa Francesco in coordinamento con il Vaticano».
Per inviare la propria opinione a La Stampa e La Repubblica, cliccare sulle e-mail sottostanti