Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele, al centro dell'arte contemporanea Commento di Daria Gorodisky
Testata: Corriere della Sera Data: 27 aprile 2014 Pagina: 13 Autore: Daria Gorodisky Titolo: «Quei quattro dipingono con gli aghi»
Riprendiamo da LETTURA/CORRIERE della SERA di oggi, 27/04/2014, a pag.13, con il titolo "Quei quattro dipingono con gli aghi", il commento di Daria Gorodisky sulle ultime tendenze dell'arte contemporanea israeliana.
esempi di 'Soft Paintings'
Un gruppo di artisti israeliani ha inventato una nuova tecnica pittorica. Beh, se così si può dire: perché sì, le tele — di iuta o feltro - -- ci sono; però, al posto del pennello, si usano aghi; e, invece di pastelli, acquarelli, vernici acriliche o quant'altro, è con fibre sintetiche colorate che si fanno i quadri. Johanan Herson, Lena Yampolsky, Viktoria Talaevsky e Shai Mandel Shaked la chiamano Soft Painting. Si sono riuniti sotto il logo Artnova, il loro atelier è non lontano da Gerusalemme (Moshav Beit-Nekofa) e, sempre nella capitale, hanno aperto due gallerie nella Città Vecchia, più una a Jaffa e una a Cesarea. Hanno esposto negli Stati Uniti, in Canada, Sudafrica, Germania e le loro opere nascono più o meno così: l'artista «spinge» con un ago le fibre — coloratissime, di diversi spessori — nel tessuto e, per accendere oppure sfumare i colori, nelle altre fibre inserite precedentemente; a mano a mano che completa una parte, la compatta con una sorta di spazzola di aghi; e, quando infine il quadro è terminato, una pressa industriale di i4 mila aghi lo rende uniforme. «È fantastico, perché posso "dipingere" - - spiega Herson, decano del gruppo e maestro anche di tradizionalissimo pennello - - stringendo concretamente i colori in mano. Ciascuno di noi ha uno stile proprio, figurativo o astratto, e soggetti preferiti; però riproduciamo anche opere di altri artisti israeliani». Per esempio, collabora con loro Ellezer Weishoff, affermato pittore, scultore, grafico. Il gruppo poi rivendica anche un'attenzione ecologica, dal momento che le fibre utilizzate derivano da materiali riciclati. Ma insomma, si possono definire artisti in senso stretto? Loro amano collocarsi in una dimensione a cavallo tra arte pura e design. In effetti il risultato estetico è visibile, mentre la funzionalità verrebbe garantita dalla duttilità e, per quanto riguarda i pannelli più grandi, dalla qualità insonorizzante delle fibre. «I nostri quadri — dice ancora Herson — possono offrire soluzioni particolari ad architetti e arredatori di interni». In Israele, oltre che in case private, hanno trovato posto in diversi uffici del governo, palazzi istituzionali, banche, ospedali, grandi alberghi.