Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nel titolo la crisi dei negoziati, non l'attentato che l'ha provocata anteporre l'effetto alla causa è un modo di disinformare
Testata: L'Osservatore Romano Data: 17 aprile 2014 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «Colloqui israelo-palestinesi di nuovo a rischio»
Riportiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 17/04/2014, a pag. 3, l'articolo dal titolo "Colloqui israelo-palestinesi di nuovo a rischio".
Soltanto nelle prime righe dell'articolo il lettore può scoprire che cosa abbia messo a rischio i colloqui: "l'uccisione, avvenuta due giorni fa nei pressi di Hebron, di un cittadino israeliano". Il quotidiano vaticano, che ieri, 16/07/2014, ha dato la notizia dell'attentato descrivendolo come una "sparatoria" (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=29&sez=120&id=53078) , continua a non utilizzare la parola "terrorismo". La disinfomazione, tuttavia, in questo caso si trova soprattutto nel titolo, che riporta l'effetto (la crisi dei negoziati), ma non la causa (l'attentato). L'articolo riporta invece correttamente le parole di Netanyahu di denuncia dell' "'incitamento dell'Autorità palestinese". Incitamento che, ha proseguito il premier israeliano, " ha condotto a questo biasimevole assassinio che ha avuto luogo quando le vittime erano sulla strada per raggiungere il loro Seder pasquale".
Ecco l'articolo:
Baruch Mizrahi, la vittima dell'attentato
Benjamyn Netanyahu
Tel Aviv, 16. Rischia di provocare un nuovo fermo nel dialogo in Vicino oriente l'uccisione, avvenuta due giorni fa nei pressi di Hebron, di un cittadino israeliano. Il premier Netanyahu ha attribuito ieri al presidente palestinese, Abu Mazen, la responsabilità indiretta dell'accaduto. «L'incitamento dell'Autorità palestinese — ha detto Netanyahu — ha condotto a questo biasimevole assassinio che ha avuto luogo quando le vittime erano sulla strada per raggiungere il loro Seder pasquale». Netanyahu ha anche accusato Ramallah di «non avere ancora condannato l'atto criminale». Le forze di sicurezza israeliane sono alla ricerca dei responsabili che hanno sparato a un auto in transito vicino Hebron, in Cisgiordania, uccidendo un civile israeliano e ferendone altri due. Un portavoce dell'esercito ha detto che al momento nessun sospetto è stato arrestato. In particolare, l'esercito ha bloccato, con numerosi posti di controllo, le strade intorno al villaggio palestinese di Idna, vicino Hebron, dove si pensa possano trovarsi i responsabili. Intanto, proseguono incessanti gli sforzi dell'Amministrazione statunitense e degli organismi internazionali per rilanciare le trattative dirette tra le due parti. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha avuto un colloquio telefonico con Netanyahu e Abu Mazen per discutere sui modi per estendere i negoziati di pace nonostante le polemiche causate dalla richiesta palestinese di adesione a quindici organizzazioni e trattati internazionali. Nel corso delle due telefonate, Ban Ki-moon ha incoraggiato entrambe le parti a «rimanere impegnate in modo costruttivo nei colloqui» e ha espresso la speranza che entrambi i leader sappiano sfruttare al meglio la nuova iniziativa diplomatica di Washington in vista di un'intesa che possa realizzare la soluzione dei due Stati.
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