Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Gran Bretagna: sì ai testamenti conformi alla shari'a Eurabia avanza. Commento di Cecilia Zecchinelli
Testata: Corriere della Sera Data: 24 marzo 2014 Pagina: 28 Autore: Cecilia Zecchinelli Titolo: «Testamenti secondo la legge islamica: l’apertura britannica che divide»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/03/2014, a pag. 28, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Testamenti secondo la legge islamica: l’apertura britannica che divide".
Cecilia Zecchinelli
La notizia sembra (e in parte è) clamorosa. L’Ordine degli avvocati britannico ha stilato una serie di linee-guida per permettere ai suoi iscritti di redigere testamenti conformi all’Islam che saranno riconosciuti dai tribunali del Regno Unito. Ovvero, per la prima volta, la sharia entra ufficialmente nel sistema legale di un Paese europeo. E questo con tutti i limiti di norme risalenti ai tempi di Maometto, come la discriminazione tra uomini e donne (ai primi spetta in genere un’eredità doppia rispetto alle seconde) e l’esclusione dei figli illegittimi e dei non musulmani da ogni lascito. «È una decisione allarmante, le suffragette si rivoltano nelle tombe», ha commentato la baronessa Caroline Cox, membro della Camera dei Lord, conservatrice e paladina della cristianità. Preoccupato anche il super-laico (e meno sospettabile di Lady Cox di islamofobia) Keith Porteous Wood, capo della National Secular Society: «È un passo a favore di leggi religiose di un’altra epoca e di un’altra cultura, il diritto britannico è il più rispettoso dell’uguaglianza tra sessi e anziché proteggerlo lo sacrifichiamo». Molti commenti sui media che ieri hanno dato la notizia erano concordi con queste posizioni. Ma altri ricordavano che in Gran Bretagna c’è totale libertà nel decidere a chi lasciare i propri beni, «anche a un canile, ad esempio». Soprattutto, corti islamiche esistono già nella vasta comunità musulmana del Paese: almeno 85 stima il Telegraph , e solo una minima parte sono ufficiali. E allora, sostiene l’Ordine, prendiamo atto della realtà e fissiamo delle linee-guida perché i principi islamici siano applicati «correttamente» all’interno del nostro sistema. Una posizione coerente con il modello anglosassone del multiculturalismo, che riconosce le diversità delle componenti della società piuttosto di voler loro imporre l’assimilazione com’è invece in Francia. Due modelli antitetici, entrambi oggetto di battaglie e di ripensamenti. Ma per quanto riguarda i testamenti islamici l’Ordine degli avvocati di Londra è deciso. Sarà interessante vedere se ci saranno passi futuri.
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