Riprendiamo da LETTURA/CORRIERE della SERA di oggi, 09/03/2014, a pag. 8, con il titolo "Miss Marple è giovane e israeliana", l'articolo di Daria Gorodisky sulla scrittrice di gialli Shulamit Lapid.


La copertina Shulamit Lapid
Shulamit Lapid è l'autrice che ha inventato la versione israeliana e moderna della detective-zitella protagonista di tanta buona letteratura inglese del periodo compreso fra le due guerre mondiali: una per tutte, la Miss Marple di Agatha Christie. Il suo personaggio si chiama Lisi Badichi, ha 30 anni, è troppo alta, cammina come un cammello, ha piedi troppo grandi e scarsa cura di sé, se non per gli immancabili orecchini di plastica; giornalista in uno dei due giornali locali di Be'er Sheva («capitale» del deserto del Negev), tra gli improbabili convegni e le noiose sfilate di moda si trova a seguire casi di cronaca nera che la trasformano in investigatrice. E la ragazza è sveglia, molto sveglia... Leggere le sue avventure è divertente, suspense e umorismo sono miscelati con sapienza, e le storie scorrono su uno sfondo che mette in mostra tutti gli aspetti della società israeliana contemporanea. Così è una fortuna che una piccola casa editrice milanese, astoria, abbia deciso di portare anche al pubblico italiano questi gialli: " Dalla nostra corrispondente " è appena uscito (quasi 20 anni fa era stato una proposta di La tartaruga con il titolo Professione giornalista), e in luglio sarà in libreria " L'esca " . Del resto, astoria ha iniziato a operare nel 2010 proprio con l'idea di presentare scrittori stranieri un po' negletti in Italia e creatori di libri «intelligenti ma non pesanti». In catalogo ci sono anche altri nomi del mondo letterario ebraico, da Ada Leverson a Bernice Rubens a Marina Morpurgo. Tutte donne, fra i 22 autori pubblicati compare un solo uomo. Motivo in più perché nella lista rientri a buon titolo Shulamit Lapid, che rifiuta l'etichetta di femminista però ha costruito la sua opera (anche poesia e teatro) su personaggi femminili forti e indipendenti: non solo la Lisi Badichi dei nostri tempi, ma anche eroine del XIX secolo. E lei stessa, nata nel 1934, incarna forse la forma più completa di donna emancipata: scrittrice premiata in patria e nel mondo, è schiva, meditativa, lontana da mondanità e ufficialità pur essendo moglie e madre di uomini con altissimi incarichi governativi; rivendica con orgoglio la casa come posto suo e, sì, quel piacere di andare ogni giorno al mercato a comprare le cose più buone per la sua famiglia.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante