Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Elena Loewenthal, La lenta nevicata dei giorni 03/03/2014
La lenta nevicata dei giorni Elena Loewenthal Einaudi euro 17,50
«Che razza di esistenza si può mai condurre, senza ricordi, senza neanche un'ombra da provare a inseguire?». C'è la casa, la casa del sogno, la casa del Buon Ritorno, bianca e nitida, ravvivata dal sole del Sud, intravista dal mare durante la fuga. Una villa a picco sul mare della Francia, sotto un enorme faro bianco. Intorno a essa Elena Loewenthal costruisce la sua storia. Durante, dopo, ma soprattutto "dentro" la Shoah.
Fernande e André sono due giovani in fuga dalle persecuzioni naziste. «Siamo sopravvissuti. Non ti basta?». No, non basta. Fra Parigi, la Costa Azzurra e l'Italia la loro sarà una vita brillante e agiata. Fernande intreccia un legame intenso e ambiguo con il Poeta, un artista eclettico ispirato alla figura di Jean Cocteau. André ama un'attrice, incatenata anche lei a un passato di persecuzioni.
I protagonisti del romanzo, che si dirama in tutta Europa come la rete di ferrovia che trasportava i vagoni piombati diretti ai campi di sterminio, sono condannati a fare i conti con quella storia:«Quello che abbiamo vissuto non passa affatto. Non passa non passa non passa per nessuno di noi».Perché da allora, da Auschwitz, cade la "lenta nevicata dei giorni" che dà il titolo al libro e spunta da una poesia di Primo Levi dedicata a «Mario e Nuto». Quel Mario è Rigoni Stern.