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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.02.2014 Egitto: turismo in picchiata 'grazie' ai terroristi islamici
cronaca di Cecilia Zecchinelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 febbraio 2014
Pagina: 19
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Ultimatum ai turisti: 'Via dall’Egitto'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/02/2014, a pag. 19, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Ultimatum ai turisti: «Via dall’Egitto»".


Cecilia Zecchinelli       Sostenitori di Morsi

Domenica scorsa c’era stato il primo attacco terroristico contro obiettivi stranieri nell’Egitto post Fratelli musulmani, ovvero dal colpo di Stato del generale Abdel Fattah Al Sisi in luglio. Tre turisti sudcoreani su un bus erano stati uccisi con il loro autista da un kamikaze nel Sinai, nella cittadina di Taba al confine con Israele. Ieri l’allarme è salito ulteriormente di tono: il gruppo qaedista Ansar Beit Al Maqdis, autore dell’attentato di tre giorni fa e basato nella stessa penisola tra Europa e Asia, fuori da ogni controllo delle autorità egiziane, ha lanciato un ultimatum di 48 ore: «Raccomandiamo ai turisti di lasciare in sicurezza il Paese prima della scadenza fissata per giovedì», si leggeva in inglese. «La strage di Taba compiuta da uno dei nostri eroi è stata solo un avvertimento».
Gli Ansar, i Partigiani di Gerusalemme che dopo la deposizione del raìs islamico Mohammed Morsi hanno ridiretto la loro strategia di morte da obiettivi israeliani al nuovo «regime usurpatore» egiziano, uccidendo centinaia di poliziotti e soldati, hanno negato di utilizzare i social network. Ma in passato avevano già usato Twitter per rivendicare le loro azioni e lanciare messaggi. E il governo ad interim del Cairo ieri sera ha dichiarato alla Bbc di ritenere seria la minaccia. E di dare credito a quell’ultimatum.
«Non sottovalutiamo le minacce ma siamo in contatto costante con il ministero del Turismo egiziano e abbiamo rassicurazioni che il governo del Cairo sta tenendo sotto controllo la situazione», ha dichiarato Fortunato Giovannoni, presidente della Federazione italiana del turismo Fiavet. «Consigliamo ai nostri turisti di rimanere nelle strutture ed evitare escursioni fuori dai resort perché sono pericolose», ha aggiunto, chiedendo loro di «proseguire la loro settimana con tranquillità». Sarebbero 7/8 mila gli italiani in vacanza sul Mar Rosso e nell’enclave di Sharm El Sheikh, sulla punta meridionale del Sinai: dal golpe di luglio quasi nessuno ha scelto per meta il Cairo e le altre città dove gli scontri tra forze dell’ordine e sostenitori del raìs deposto non si sono mai fermati, con migliaia di morti. In luoghi come Luxor o Abu Simbel, una volta sommersi da fiumi di stranieri, si va in giornata e in convoglio, sotto scorta. E la maggior parte rinuncia a visitarli.
Già dopo la rivoluzione del 2011 il turismo era crollato in Egitto, privando molti stranieri di un viaggio speciale ma soprattutto il più grande Paese arabo di entrate vitali e lasciando senza lavoro, o quasi, milioni di persone. Nel 2012 il settore aveva iniziato a riprendersi, per poi crollare di nuovo. «Il 2013, con 9,5 milioni di presenze e 6 miliardi di dollari di entrate ovvero la metà del 2010, è stato l’anno peggiore in assoluto della nostra storia», ha detto il ministro del Turismo Hisham Zazou. Segnalando però una lenta ripresa a partire da settembre. E le previsioni degli esperti del settore erano in fondo ottimiste. Perfino dopo l’attacco di domenica i tour operator occidentali ipotizzavano un calo limitato al 20% e temporaneo. Perché in Egitto, già in passato, ci sono stati periodici attacchi agli stranieri, da quello mai scordato del 1997 a Luxor (58 turisti uccisi) ai più recenti come a Dahab, nel 2006 (23 vittime). Il fascino del Paese poi torna a prevalere. Ma è difficile dire questa volta quanto tempo ci vorrà: nonostante la repressione massiccia, le proteste antigolpe non si fermano, rendendo le città off limits per gli stranieri. E i qaedisti del Sinai stanno alzando il tono dello scontro senza trovare, per ora, nessun vero ostacolo alla loro jihad.

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