Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Obama e la sua politica estera: un altro gran bel risultato riavvicinamento Egitto-Russia. Commento di Viviana Mazza
Testata: Corriere della Sera Data: 14 febbraio 2014 Pagina: 15 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Così Mosca approfitta delle tensioni Usa-Egitto»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/02/2014, a pag. 15, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo "Così Mosca approfitta delle tensioni Usa-Egitto".
Viviana Mazza Obama, al Sisi, Putin
Sia l'Egitto che la Russia hanno molto da guadagnare dalla stretta di mano di ieri tra il generale Abdel Fattah Al-Sisi e il presidente Putin. Il generale, giunto per negoziare un accordo da due miliardi di dollari per l'acquisto di armi russe, ha incassato l'appoggio del capo del Cremlino alla sua candidatura — non ancora ufficializzata — alle presidenziali di aprile in Egitto («So che avete deciso di correre perla presidenza. E una scelta responsabile», ha detto Putin, augurandogli «buona fortuna»). In questa sua prima visita all'estero dal rovesciamento del presidente islamico Mohammed Morsi a luglio, Al-Sisi lancia così un segnale agli americani, che hanno sospeso parzialmente l'assistenza militare all'Egitto, dimostrando di non aver problemi a trovare altri alleati. I fondi per l'acquisto di missili, caccia MiG-29, elicotteri e altre armi verranno forniti, secondo la stampa russa, dai sauditi e dagli Emirati. Da parte sua, Putin approfitta della tensione tra Il Cairo e Washington per ampliare la propria influenza in Medio Oriente, recuperando un vecchio alleato. Ai tempi della Guerra Fredda, Mosca e il Cairo avevano goduto di stretti rapporti politici e militari, sotto Nasser (peraltro in quegli anni molti egiziani andarono a studiare in università e scuole militari sovietiche: tra di essi Mubarak). Fu Anwar Sadat ad avvicinare l'Egitto agli Stati Uniti. Certo Washington non intende ora tagliare i rapporti con Il Cairo, avendo bisogno di un partner per la sicurezza regionale e la pace con Israele, ma cerca di mandare un messaggio di preoccupazione sul «nuovo corso»: il Congresso Usa ha chiesto riforme democratiche in cambio del ripristino degli aiuti per un miliardo e mezzo di dollari. Non aiuta che il giro di vite contro i Fratelli musulmani abbia colpito l'ambasciata americana del Cairo, con l'arresto di un dipendente accusato di «tenere i contatti» con il movimento islamico. Il calore del Cremlino mira a colmare questo vuoto. Senza mai nominare esplicitamente gli Usa, Putin ha criticato le loro interferenze negli affari interni degli altri Paesi (come già con la Siria e l'Ucraina). D'altra parte il leader russo e egiziano hanno molto in comune: un passato nell'intelligence, la «guerra al terrorismo» e l'odio per la Fratellanza musulmana.
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