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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
07.02.2014 Turchia: internet censurato da Recep Tayyip Erdogan
Turchia in Europa ? Cronaca di Marta Ottaviani

Testata: La Stampa
Data: 07 febbraio 2014
Pagina: 14
Autore: Marta Ottaviani
Titolo: «Erdogan imbavaglia il web. La censura diventa legge»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 07/02/2014, a pag. 14, l'articolo di Marta Ottaviani dal titolo "Erdogan imbavaglia il web. La censura diventa legge ".


Marta Ottaviani         Recep Tayyip Erdogan

La Turchia ormai più che un Paese candidato all’ingresso nell’Unione europea è un Paese a rischio democrazia. Il Parlamento di Ankara nella tarda serata di mercoledì ha approvato fra le polemiche e le bagarre in aula una legge che regolamenta in modo ancora più severo l’utilizzo di Internet. Il provvedimento potrebbe colpire organi di stampa indipendenti, che proprio grazie al Web avevano riportato notizie poco diffuse dai giornali cartacei, soprattutto riguardo al recente scandalo, la «tangentopoli turca», che ha colpito il primo ministro e portato alle dimissioni di ben 10 ministri.

Una mossa, quella del Parlamento, studiata – a detta degli oppositori – in vista delle prossime elezioni amministrative del 30 marzo, molto importanti per la tenuta della leadership di Erdogan. Tanto che il testo è arrivato in aula a tempo di record.
Due i punti controversi: il primo è rappresentato dal fatto che d’ora in poi i siti potranno essere bloccati direttamente dalla Tib, (Authority per le Telecomunicazioni turca), senza nemmeno dover chiedere il consenso della magistratura, che viene così completamente scavalcata. In secondo luogo sempre la Tib potrà chiedere ai vari gestori gli elenchi degli utenti, controllando il loro utilizzo della rete e tenendo in archivio per due anni la lista dei siti frequentati.
Dall’opposizione volano parole grosse: Erdogan è stato paragonato a Hitler e in molti lo accusano di voler mettere le mani non solo sulla libertà di espressione, ma anche sulla magistratura. Il prossimo provvedimento che il Parlamento dovrebbe votare sarà proprio la riforma della giustizia. E ieri, la procura di Istanbul ha chiesto condanne fino a 29 anni per «costituzione di una organizzazione criminale» per cinque membri della Piattaforma Taksim, il gruppo apolitico e pacifista portavoce del movimento di Gezi Parki.
Intanto tutti gli occhi sono puntati sul presidente della Repubblica Abdullah Gül, che avrà due settimane per decidere se firmare la legge o rimandarla al Parlamento. Un veto avrebbe un significato doppio, perché aprirebbe ufficialmente le ostilità fra la fazione della destra islamica turca, capeggiata simbolicamente dal filosofo islamico Gulen, e quella legata al premier Erdogan.
Il Paese, che sta vivendo una grande crisi monetaria, con il cambio fuori controllo della lira turca con l’euro e il dollaro, attraversa da mesi un momento politico difficile, figlio in parte delle frizioni fra i due ex compagni di partito che potrebbero contendersi la presidenza della Repubblica. Intanto la nuova legge su Internet ha provocato qualche mal di pancia a Bruxelles. Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, si è detto preoccupato dal provvedimento e ha chiesto al Parlamento di tornare sui suoi passi.

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