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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa-Libero Rassegna Stampa
02.02.2014 Siria: Assad fa affari con Al Qaeda & i disastri della conferenza di Ginevra
cronaca e commenti di Paolo Mastrolilli, Carlo Panella

Testata:La Stampa-Libero
Autore: Paolo Mastrolilli-Carlo Panella
Titolo: «Gli Usa accusano ' Assad e Al Qaeda fanno affari insieme'-La presa in giro di Ginevra costa 1900 morti alla Siria»

Sempre la Siria in primo piano. Sulla STAMPA di oggi, 02/02/2014, a pag.14, gli Usa accusano Assad di fare affari con Al Qaeda, su LIBERO, a pag.19, una analisi della fallimentare conferenza di Ginevra.
Non riprendiamo invece un commento di Emma Bonino sulla STAMPA, il cui titolo " Siria, è ora di porre fine al massacro" ne rivela già il contenuto. Il nostro ministro degli esteri se ne accorge ora, dopo 200.000 morti. Incredibile !

La Stampa-Paolo Mastrolilli: " Gli Usa accusano ' Assad e Al Qaeda fanno affari insieme' "

Il governo americano sospetta che Assad sia in affari con gli estremisti islamici legati ad Al Qaeda. Certamente per comprare da loro il petrolio, ma forse anche per un appoggio tattico temporaneo, finalizzato a indebolire l’opposizione moderata sostenuta dagli occidentali. La denuncia viene da un alto funzionario del dipartimento di Stato presente ai negoziati di Ginevra, che sottolinea come le truppe diDamasco abbiano evitato di colpire le basi dell’Islamic State in Iraq and Syria (Isis). La produzione di petrolio era in declino già prima della guerra, ma nel 2011 il Paese estraeva 400.000 barili al giorno. Ora è scesa a 80.000 barili, e i pozzi nella regione di Raqqa sono finiti nelle mani dell’Isis e di al Nusra. Il commercio però non si è fermato, e il petrolio ancora prodotto viene venduto dagli stessi ribelli, soprattutto al regime. Questa collaborazione può sembrare strana, ma in realtà ci guadagnano entrambi. Il governo ricava greggio e influenza, mentre i militanti islamici ottengono soldi di cui hanno assolutamente bisogno. Sul piano militare, però, questo traffico ha avuto anche una conseguenza tattica, che l’alto funzionario americano ha descritto così: «È un fatto noto che il regime ha declinato di colpire il quartier generale dell’Isis, gruppo legato ad Al Qaeda, a Raqqa, ma ha preso di mira molti target appartenenti ad altri gruppi armati nella stessa zona. E ci sono ulteriori esempi ». Quindi il funzionario ha commentato: «C’è un curioso processo di selezione, apparentemente nel modo in cui le forze aeree e militari siriane scelgono i loro obiettivi prioritari». Assad, in sostanza, starebbe applicando la vecchia logica secondo cui in guerra il rivale del mio nemico è mio amico. Il regime punta a dividere l’opposizione, che già si combatte al suo interno fra militanti islamici e moderati. Tra i due, Damasco favorisce i primi, non solo perché le vendono il petrolio di cui ha bisogno, ma soprattutto perché sul piano strategico ha interesse a indebolire i gruppi della coalizione più vicini agliUsa e ai Paesi occidentali, che rappresentano la minaccia più seria per rimpiazzarlo. L’intesa con gli elementi legati ad al Qaeda probabilmente non è di lungo termine, e una volta evitata la caduta Assad farebbe i conti anche con loro. Al momento, però, gli conviene non attaccarli in maniera frontale, in funzione anti occidentale. Washington accusa poi Damasco di frenare il disarmo chimico, che potrebbe portare ad una risoluzione basata sull’articolo 7 in Consiglio di Sicurezza, e di bloccare gli aiuti umanitari diretti alle città più colpite. Su questo punto, spera nella riunione presieduta domani a Roma dall’inviato Onu Valerie Amos per sbloccare la situazione

Libero-Carlo Panella: " La presa in giro di Ginevra costa 1900 morti alla Siria".

Lady Ashton        Ban-Ki-Moon

 Un trionfo per Assad: la conferenza sulla Siria “Ginevra 2” non ha conseguito nessun risultato, nessuna pacificazione tra le parti e non ha avviato una road map per obbligarlo a lasciare il potere. Per triste ammissione dello stesso mediatore dell’Onu Lakhdar Brahimi, non è neanche servita per l’obiettivo minimo di aprire un corridoio umanitario limitato alla città di Homs. All’opposto, ha fornito ad Assad piena legittimità, gli è servita come comodo podio per spiegare al mondo le sue pessime ragioni e ha sancito un fatto inaudito: gli Usa, l’Onu e l’Europa stanno in silenzio e impotenti - per scelta - ad ascoltare le sue più tracotanti e offensive dichiarazioni di macellaio che intende continuare a macellare il suo popolo, come ha impunemente detto il suo emissario a Ginevra, il ministro degli Esteri Muallem. Tutto questo, mentre - durante Ginevra 2 - altri 1.900 siriani sono stati maciullati dalle sue truppe e dai suoi bombardamenti aerei (solo ieri 46 persone di cui 13 bambini). Ma non basta, mentre tutta l’attenzione del mondo e dei media era rivolta al palcoscenico offerto al dittatore da Barack Obama e dall’Onu, è passata sotto silenzio una notizia bomba: Assad non ha minimamente dato corso al disarmo chimico, ha fatto uscire dalla Siria solo il 4% delle sue armi chimiche e non ha rispettato le scadenze della loro consegna agli ispettori dell’Onu. Né, d’altronde, aveva e avrà ragione di farlo: ha infatti fatto tesoro della arrendevolezza di Obama che ha ampiamente dimostrato di non avere nessuna intenzione di punirlo per i suoi delitti, tantomeno per non aver mantenuto la parola sulla distruzione delle armi chimiche, né di fare alcunché per impedirgli di continuare a massacrare siriani (tra poco le vittime saranno 140.000). Sigillo della vittoria politica di Assad sono le parole del suo principale alleato, la Russia, che attraverso il suo ministro degli Esteri Lavrov ha ieri definito il nulla di fatto di Ginevra 2 “un grande successo”. Specularmente, l’opposizione siriana esce doppiamente sconfitta. Il “laico” Consiglio Nazionale Siriano (Cns), l’unica organizzazione di oppositori siriani che ha accettato (su pressioni di Usa e Turchia) di presentarsi alle trattative, ha infatti dimostrato di non sapere buttare sul tavolo una sufficiente forza contrattuale, di non potere minacciare di ritorsioni Assad e di non avere la forza per obbligarlo a concessioni. La ragione è molto semplice: il Cns è debolissimo, ha ormai pochi uomini sul terreno e per di più è diviso politicamente. L’insuc - cesso di Ginevra 2 era peraltro obbligato da quando si è verificato che non si sarebbero presentati a trattare con Assad né la più forte organizzazione sul terreno, il Fronte Islamico (60.000 miliziani) appoggiato dall’Arabia Saudita, né gli jihadisti dell’Isil (che controllano il Nord est della Siria e anche parte dell’Anbar, la regione sunnita dell’Iraq) e i qaidisti di al Nusra (30-40.000 miliziani nel complesso). Peraltro, questo spaventoso numero di milizie qaidiste e islamiste (che includono 4-500 europei, tra i quali francesi, inglesi e italiani) dimostra che la Siria è diventata una polveriera di estremismo islamico che minaccia tutto il Mediterraneo. Ma dimostra anche la responsabilità di Obama e dell’Ue nell’avere non solo permesso, ma addirittura “costrui - to” questo focolaio jihadista. Nel 2012 i jihadisti in Siria erano solo 2-3.000, mentre il Cns con la sua Free Syrian Army composta da disertori dell’eser - cito di Assad era egemone sul terreno e molto appoggiata dalla popolazione. Ma Obama e la Ue, per timore che finissero in mano ai jihadisti, si rifiutarono di consegnar le poche armi pesanti che avrebbero permesso a loro di abbattere Assad, e hanno puntato tutto sulle trattative - ora fallite - di Ginevra. Risultato: il Cns è ora quasi scomparso, mentre jihadisti e i qaidisti sono diventati un esercito. E ora si replica: a giorni Obama, Onu e Ue riprenderanno le trattative sul nucleare con il fondamentale alleato della Siria, l’Iran. Verificata l’ignavia degli Usa di Obama, è prevedibile che gli iraniani si comporteranno come Assad.

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