Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Che cos'ha di speciale la Shoah ? Commento di Aaron Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 29 gennaio 2014 Pagina: 1 Autore: Aaron Fait Titolo: «Che cos'ha di speciale la Shoah ?»
Sento spesso il fastidio, la svogliatezza oppure l'incapacità di riconoscere la peculiarità della Shoah. Che sia da sinistra o da destra, la Shoah e' come l'osso di un pollo bloccato in gola, il menisco di un ebreo andato di traverso. A dire il vero la peculiarità della Shoah non riguarda la bestialità umana, quella la si trova in ogni dove nella storia dell'uomo, passata e recente. Basti dare uno sguardo oltre confine della storia recente in Rwanda, in Siria, nella Cina occupata dal Giappone. La bestialità e' parte dell'orgoglio umano. La Peculiarità della Shoah riguarda la sua preparazione metodica, la sua lunga incubazione, l'utilizzo efficace ed efficiente della capacita' organizzativa Tedesca, Europea in genere, la peculiarità' della Shoah sta nella sua burocrazia e nel suo apparato statale. L'ordine, il metodo finalizzato alla distruzione non di un nemico ma dei propri cittadini ebrei. No non si stratta di bestialità, non e' nella bestialità la peculiarità della Shoah, ma nella precisione, nella sua istituzionalizzazione. La peculiarità, e forse anche l’origine della difficoltà dell’accettazione della Shoah, nasce dalla sua intima relazione con noi, cittadini d’Europa, noi figli del dopoguerra, dei nostri nonni. La Shoah e’ la nostra personale intima vergogna. La Shoah e' tua concittadino Italiano, amico, la Shoah e’ mia, nostra, non Africana, non Rwandese, non Polpotiana. La Shoah e' nostra, la shoah e' casa, e' il giardino, e' la mia citta' e io -ebreo- sono il tuo specchio. Io sono quello che il tuo vicino o il vicino del tuo vicino o l'impiegato che vive nel tuo quartiere, il soldato, il poliziotto che vedi per strada oppure tu stesso, sono quello che avete preso e messo su di un treno e bruciato nel forno. Io sono il tuo compagno di scuola, preso da scuola perché ebreo e fucilato nei boschi. Io sono il tuo compagno d'asilo, sono la tua cameriera poi denutrita stuprata usata come cavia per esperimenti “scientifici” condotti con metodo. Io sono quella che fino a ieri guardavi con affetto, quella nata a Trieste, Bolzano, Roma, Milano, da generazioni, sono quello con cui bevevi al bar, quello che ti insegnava all’università, quello che ha a casa la divisa di militare con gli onori perché ho servito la patria, la mia patria la tua patria, la patria che ora prende me insieme ad altri bambini e altri uomini e donne e vecchi e li butta giu' dalla terrazza, li ghettizza, li fucila, li schiavizza, li brucia, e prima di bruciarli ricicla ogni cosa, dalle scarpe all’oro dei denti, dai capelli alle ossa in una separazione dettagliata dell’immondizia umana. Sono l'ebreo che viveva per le strade di Berlino, di ogni fottuta citta' Europea, mia quanto tua MIA quanto TUA, e TU mi hai messo sul treno, Tu mio collega, mio compagno di scuola, mio compagno d'armi, mio vicino, mio segretario di partito, mio amico tu mi hai messo sul treno e mi hai mandato alla morte industrializzata. No non e' la bestialità che fa la Shoah quello che e' stato, ma e' la sua oscena intimità tra carnefice e vittima. Io sono lo specchio del tuo tradimento della tua vergogna, di quello che e' stato io sono l'ebreo io sono l'Italiano, io sono dalla tua stessa parte, della stessa nazione e città ma non mi e' bastato per salvarmi.