Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Un rapporto di fiducia nei confronti di un governo e di una classe dirigente dipende sia dal modo in cui vengono tutelati o rispettati i diritti dei cittadini, a partire dalla giusta remunerazione del lavoro e dalla proprietà, sia dalla politica estera. Su entrambi i versanti il governo attuale e l'attuale classe dirigente non meritano la fiducia dei cittadini. Tutte le storie ("annuffiamenti", o inciuci: si tratta di termine dialettale siciliano che indica due cani che annusandosi trovano l'intesa) che fanno con Hamas, l'ostilità nei confronti di Israele, quando l'Italia dovrebbe attenersi saldamente all'alleanza con gli USA e Israele, la politica, anzi la non politica verso l'immigrazione clandestina, la tassazione sempre più asfissiante e sempre diretta contro il ceto medio, tanto che viene da pensare che stiamo andando, per la via del fiscalismo, verso una forma di statalismo di tipo sovietico, mi fanno dire che ormai dovremmo avere perso la pazienza. Per mancanza di valide alternative, di una vera classe dirigente, di una cultura e di principi morali diffusamente osservati, siamo costretti, tutti noi cittadini che avremmo diritto a qualcosa di più decente, a fare i cornuti "pacinziusi" (o pazienti, cioè quelli che sono cornuti ma stanno zitti). Ma ormai la misura è colma.
Concetto Baronessa
Questa descritta è la situazione in Italia oggi, non è detto che non cambi. Qualche segnale c'è, non certo al Ministero degli Esteri o al governo, ma qualcosa di nuovo è in vista. Vedremo. IC redazione