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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.01.2014 Roma: nel Ghetto insulti alla memoria di Ariel Sharon. Lasciar perdere ? Per niente !
La cronaca di Andrea Garibaldi

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 gennaio 2014
Pagina: 16
Autore: Andrea Garibaldi
Titolo: «Un'aggressione notturna, un dibattito interrotto, le tensioni nel Ghetto»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/01/2014, a pag.16, con il titolo "Un'aggressione notturna, un dibattito interrotto, le tensioni nel Ghetto" la cronaca di Andrea Garibaldi su un episodio a dir poco inquietante.
Tre teppisti, tra i 30 e 40 anni, passando davanti a una via del Ghetto di Roma strappano alcuni manifesti in memoria di Ariel Sharon, proprio accanto al Tempio Maggiore. Alcui ragazzi poco distanti intervengono per impedirlo. Da quel momento le dichiarazioni provengono tutte dai teppisti, prese per credibili dagli organi di informazione. C'è chi sostiene che bisogna gettare acqua sul fuoco. Non siamo d'accordo. il Ghetto con le sue istituzioni è costantemente sotto controllo-sicurezza, non a caso, quei tre delinquenti non sono un episodio isolato. Invece di minimizzare l'accaduto, sarebbe urgente un'indagine sulle iniziative antisemite e anti-Israele della capitale. Per fortuna a Roma la comunità ha una guida coraggiosa in Riccardo Pacifici, che non annacqua e non gira la testa dall'altra parte.
Ecco l'articolo:

ROMA — Due episodi, molto diversi tra loro, a distanza di tre giorni. Al centro la Comunità ebraica romana, la più grande d’Italia, la più osservata, la più colpita, la più reattiva. Riccardo Pacifici, presidente da sei anni con larga maggioranza, è un grande lavoratore, attivo anche nei rapporti con la politica cittadina, non sempre diplomatico e quindi non amato da tutti. Alcuni dei suoi avversari storici parlano di «livello di scontro mai raggiunto prima». Il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, Renzo Gattegna, ha convocato la giunta per «accantonare polemiche sterili e e discordie».
Il primo episodio è delle prime ore di domenica scorsa. Vladimiro, Paolo, Francesco e Alessandro passano la serata in un locale del centro. I primi tre hanno 36 anni, Alessandro 35. Vladimiro fa parte del movimento degli «Indignati», Alessandro è un dj. Sono quasi le cinque e, secondo la loro testimonianza, decidono di prendere un pezzo di pizza al vecchio forno di via del Portico d’Ottavia. Davanti al forno ha sede la scuola ebraica e sul muro c’è un manifesto che dice «Sharon 1 di noi» e un altro: «Shalom leone Ariel». Vladimiro decide di staccare il primo e a questo punto (lo raccontano in un video al Fatto quotidiano ) si materializzano «quindici persone con mazze da baseball e martelli, alcuni con la kippah sul capo, che cominciano a pestarci». Uno di loro sente dire: «Andate a prendere altre mazze in macchina!». E anche: «Non uscite vivi da qui». Il Tempio Maggiore è a due passi. I picchiati raggiungono uno dei tre gabbiotti con carabinieri e vengono portati all’ospedale Fatebenefratelli. Vladimiro ha una ferita in testa guaribile in dieci giorni, gli altri sono guaribili in tre e due giorni. Presentano la denuncia ieri mattina.
Ci sono le ronde nel Ghetto? La Comunità ebraica nega con decisione: «Le uniche ronde sono quelle composte di genitori e nonni davanti alle nostre scuole — dice Fabio Perugia, il portavoce —. E alle cinque del mattino, come nel resto della città, può girare chiunque...».
Il secondo episodio è di martedì sera. Due organizzazioni ebraiche, J-call e Hans Jonas, chiedono una sala della comunità in via Balbo per presentare il libro «Sinistra e Israele». Introducono gli animatori delle due organizzazioni, Tobia Zevi e Giorgio Gomel. Gomel è il punto critico. Dirige il Servizio studi della Banca d’Italia. Tre anni fa scrisse parole critiche sui coloni israeliani: «Non sono nostri fratelli». Sulla scuola ebraica comparve un manifesto: «Ogni ebreo è mio fratello. Moni Ovadia e Gomel no». Alla presentazione del libro una settantina di ragazzi impediscono a Gomel di parlare. In sala c’è uno striscione: «Torna a Gaza, Giorgio». Il dibattito non si riesce a svolgere. Gomel e Zevi vanno via, con il servizio d’ordine della Comunità. Gad Lerner sul suo blog attacca Pacifici per la serata (nessuno dei due c’era). E ipotizza una scissione della Comunità ad opera dell’«anima progressista». Il portavoce di
Pacifici ribatte: «La Comunità romana è qui da 2.200 anni. Più facile fondare un’altra religione, che scinderla». Gattegna per questa vicenda convoca la giunta, vuole fare chiarezza su quali valori gli ebrei, tutti assieme, devono difendere e diffondere.
Domani sera, nella stessa sala di via Balbo, è prevista una serata in ricordo di Ariel Sharon con Pacifici e l’ambasciatore di Israele.

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