Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Hannah Arendt non è molto popolare in IC. Il suo atteggiarsi arrogante nei riguardi di una parte delle vittime ma pure l'unilateralità del suo “banalizzare” colpiscono in un modo che fa spazientire. Su questo vorrei rileggere (se avessi tempo) un bel po' di cose “incriminate”, nonché altre che si muovono in direzione opposta. Resta pur da vedere se il planetanizzarsi attuale dell'antisemitismo, che contiene anche un trascolorare della “zona grigia” sul cui versante “tedesco” si diffondeva Primo Levi – dato lo scomparire forsennato e sfrontato di ogni tabù e inibizione – in una zona contrassegnata da un colore più scuro, che ricorda la materia fecale mescolata col sangue, la distanza fra banalità e serietà della minaccia non si accorci vorticosamente, dato che anche quando il banale trascolora in terribile, non si possono negare alla miseria di questo terrifico i connotati della banalità. Ma si tratta di “bannalità”, più che di banalità. Vale a dire il permanere schiavi del proprio odio così come il contadino era materialmente costretto a usare il frantoio del padrone, o altri strumenti, per ottenere i prodotti agricoli: la banalità del carattere antisemita si vede cioè vincolata da una dipendenza che è anch'essa banale ma si trova pure strettamente imparentata con la mediazione diabolica, che nullifica ogni contenuto lasciando in piedi soltanto la falsa ontologia della razza. Si tratta di un sortilegio (il tedesco Bann) di cui gli antisemiti vogliono scientemente rimanere prigionieri.
Antonio Ferrarese
Se quella parole usata da Hannah Arendt - banalità - gode di poca stima su IC, il motivo è semplice. Banalizzare un comportamento, una funzione pubblica, significa annullare il senso di responsabilità, come è avvenuto con la sua interpretazione del processo Eichmann. Di banalizzazione in banalizzazione siamo arrivati alle platee che sghignazzano nel sentire il comico francese Dieudonné quando fa ridere chi assite ai suoi spettacoli nei quali cerca di cancellare la memoria della Shoah banalizzandone - appunto - la storia e quidi falsificando quanto è avvenuto. IC redazione