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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
29.11.2013 I quadri rubati dai nazisti vanno restituiti ai legittimi proprietari
e non al figlio del ladro collaborazionista di Hitler

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 29 novembre 2013
Pagina: 87
Autore: Donatella Bogo
Titolo: «Restituire i quadri? Non basta»

Riportiamo da SETTE del CORRIERE della SERA di oggi, 29/11/2013, a pag. 87, l'articolo di Donatella Bogo dal titolo "Restituire i quadri? Non basta".


Cornelius Gurlitt     La coppia di Hans Cristoph, una delle opere ritrovate

Il titolo del pezzo è ambiguo, non è ben charo a che cosa si riferisce.
Per ora i quadri non sono stati resi ai legittimi proprietari, gli eredi degli ebrei ai quali vennero rubati dai nazisti durante la Shoah.
Il tono dell'articolo, poi, è in linea con il titolo. Cornelius Gurlitt sarebbe 'eccentrico'? Forse 'cinico' sarebbe un aggettivo più corretto, dato che, per anni, si è arricchito vendendo le opere d'arte rubate dal padre. Avrebbe continuato per sempre se non fosse stato scoperto dalla polizia. Pare però che i giudici tedeschi si stiano affrettando a restituirgli tutto.
Ecco il pezzo:

Cornelius Gurlitt, l'anziano ed eccentrico figlio del mercante d'arte collaboratore dei nazisti nella cui abitazione sono state rinvenute oltre mille opere d'arte che si sospetta siano state rubate durante la guerra, riavrà indietro 310 dei capolavori che gli erano stati sequestrati. L'ufficio del pubblico ministero che sta indagando sull'affaire ha infatti stabilito che si tratta di quadri di cui Gurlitt è entrato in possesso legittimamente. La decisione non è piaciuta al Consiglio centrale della comunità ebraica, la più grande tra le organizzazioni di ebrei tedeschi, che ha criticato soprattutto la rapidità con cui è stata presa. «Dopo che l'intera faccenda è stata trattata con metodi cospiratori e tenuta segreta per un anno e mezzo», ha detto al Sùddeutsche Zeitung il presidente del Consiglio della comunità, Dieter Graumann, «ora sembra che ci sia una gran fretta di chiudere la questione». Il problema, ha aggiunto, è che non si tratta soltanto del diritto legale alla restituzione. «Ci sono implicazioni storiche e morali che vanno considerate e i politici hanno la responsabilità di ridare oggi la dignità alle vittime di ieri». Anche il Congresso ebraico mondiale si è espresso. il presidente Ronald Lauder ha accusato le autorità tedesche di volersi liberare al più presto di quella che è considerata nient'altro che una patata bollente.

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sette@corriere.it

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