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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa-La Repubblica Rassegna Stampa
09.11.2013 75 anni fa Kristallnacht, il mondo rimase in silenzio
Oggi: antisemitismo sul web, Italia al primo posto

Testata:La Stampa-La Repubblica
Autore: Matteo Alviti-Andrea Tarquini
Titolo: «La mia vita spezzata dalla Notte dei Cristalli-Antisemitismo: il rapporto shock,Italia prima per gli insulti sul web»

75 anni fa Kristallnacht, la Notte dei Cristalli, quando " Il 9 novembre 1938 i nazisti assassinarono almeno 1500 ebrei , distrussero oltre 1400 sinagoghe e decine di migliaia di librerie e negozi ebrei"- come riporta Andrea Tarquini,  e 30.000 ebrei venivano deportati, tutto nell'indifferenza del mondo civile. Una lezione che non ci stancheremo mai di ricordare, in un'epoca, la nostra, in cui Israele ha di fronte a sè un nemico non meno pericoloso di quello rappresentato dal Terzo Reich, in un proliferare politico di tante copie di Neville Chamberlain.


La sinagoga di Berlino incendiata

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/11/2013, a pag.33, l'articolo di Matteo Alviti, da REPUBBLICA, a pag.14, l'articolo di Andrea Tarquini sulla diffusione dell'antisemitismo oggi sul web.L'Italia è al primo posto.

La Stampa-Matteo Alviti: " La mia vita spezzata dalla Notte dei Cristalli "

 

 Coco Shumann, oggi

Per il 75° anniversario della Notte dei Cristalli i negozi di Berlino hanno decorato le finestre con immagini che simulano le vetrine rotte, come nell’assalto antisemita del 9 novembre 1938

 La musica jazz che vibrava dalle corde della sua chitarra l’ha fatto finire in campo di concentramento, nelle mani delle Ss. Ad Auschwitz-Birkenau prima, e a Kaufering poi, un Lager del complesso di Dachau. E la musica gli ha salvato la vita. A 89 anni Heinz Jakob Schumann, da tutti conosciuto come Coco, non ha ancora smesso di farsi portare avanti dalle note del suo amato swing: «Sono un musicista che è sopravvissuto, non un sopravvissuto che fa anche musica ». 75 anni dopo la Notte dei Cristalli, il pogrom contro gli ebrei ch ecostò la vita a oltre 1300 persone, tra il 9 e il 10 novembre del 1938, Coco Schumann può ancora guardare indietro a una lunga vita di successi, faticosamente conquistati dopo aver attraversato un indicibile abisso. «Sulla mia storia alcuni musicisti dell’orchestra da camera di  Amburgo hanno anche scritto un musical che ha avuto grande successo, Der Ghettoswinger. Ne hanno parlato anche i giornali»,raccontao ggi con voce orgogliosa dal suo appartamento berlinese. «Quel giorno ho visto come buttavano le persone dalle finestre- ricorda -.Avevo 14 anni,mi guadagnavo i miei soldi come aiuto idraulico per gli interventi nella strada dove vivevo, la Alte Schönhauser Strasse. Quando sono uscito di casa ho visto quel che avevanofatto.E che stavano ancoraf acendo ».Da allora le cose non sono più state le stesse. «Quella notte è stata una svolta.Me ne sono reso conto più tardi. Da ragazzino non si capisce tutto. Per un ragazzino, in un certo senso, la vita era più facile che per un adulto. E poi mio padre mi proteggeva» spiega Coco Schumann, che ha avuto in dono quel soprannome dal sapore vezzoso da un’amica francese che non riusciva a pronunciare il suo primo nome. Schumann è figlio di un matrimonio misto. «Mio padre era cristiano, mia madre ebrea, quindi io ero solo permetà ebreo un “Mampe”, come si diceva allora a Berlino. Per questo ho potuto vivere meglio di altri. Ma a scuola era un problema.Spesso finivo in mezzo ai guai, facevo a botte con i compagni che mi offendevano. Però me la cavavo bene: ero iscritto a una palestra di boxe e mi sapevo difendere ».Non si fa fatica a crederlo, vista la forza con cui si è fatto strada nella follia nazionalsocialista. «Lei sa chi è Max Schmeling? Ha presente?» Schmeling è stato campione dei pesi massimi tra il 1930 e il 1932. Nel 1938 era ancora una leggenda. «Una volta mia madre mi è venuta a cercare a scuola. Ha chiesto di me a un compagno e quello le ha risposto: “Ma sta cercando Schmeling?” Mi chiamavano così». Di quel 10 novembre «ricordo benissimo i vetri per terra. La sinagoga in parte bruciata. Ricordo la paura di un bambino costretto a vedere quelle cose.Mio zio aveva un negozio di parrucchiere nei dintorni e ricordo i vetri infranti della sua vetrina. Poco dopo lui è riuscito a lasciare la Germania e a trovare rifugio in Bolivia, grazie ai soldi che aveva messo da parte con il negozio. Noi invece non potevamo lasciare il Paese, eravamo più poveri. Mia madre era parrucchiera,mio padre lavorava come tappezziere». Nonostante quel che gli accadeva intorno, Coco Schumann ha continuato a suonare illegalmente il suo swing, musica vietata all’epoca perché non ariana. Il Nigger-Jazz, l’aveva ribattezzato Joseph Goebbels,ministro della Propaganda del «Reich millenario» di Adolf Hitler. Finché non è stato catturato. «Nel 1943, l’anno in cui mi hanno arrestato, avevo 19 anni e suonavo già da tempo, ero piuttosto conosciuto. Durante la guerra suonavo anche con una famosissima jazz band di italiani,quella di Tullio Mobiglia. Ero l’unico tedesco con loro». In quegli anni il sassofonista Mobiglia spopolava a Berlino. Con la sua jazz band si esibiva spesso al Rosita eal Patria. Unavolta hanno suonato anche insieme a Django Reinhardt al Femina Bar. «Qualcuno deve aver fatto la spia. Così mi hanno portato alla polizia criminale di Alexanderplatz. Ci sono andato con mio padre. Che quella volta non mi ha potuto aiutare.Non sono più tornato a casa.Mi hanno trattenuto lì e poi mi hanno passato direttamente alle Ss». Di lì Coco Schumann è finito nel ghetto di Theresienstadt, che i nazisti volevano mostrare al mondo come un «modello positivo». Coco si esibiva con la Jazz band Ghetto Swingers, prima di essere rinchiuso ad Auschwitz-Birkenau, nel 1944, costretto a suonare per i suoi aguzzini mentre i compagni finivano nelle camere a gas. «Ho sempre cercato di evitare di chiedermi cosa mi abbia salvato, se il caso o la musica». Per un tempo l’idea di fare poesia dopo Auschwitz è stata considerata una barbarie. Coco Schumann, invece, non ha mai smesso di scrivere poesie con le corde della sua chitarra. «Che colpa ha la musica per quel che è successo? Io non ho potuto smettere un giorno di suonare, dopo il campo di concentramento. Quel che ho visto e vissuto non ha potuto cancellare il mio amore per la musica».E per la vita.

La Repubblica-Andrea Tarquini: " Antisemitismo: il rapporto shock,Italia prima per gli insulti sul web

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ANDREA TARQUINI
BERLINO
— Triste primato per l’Italia, nel settantacinquesimo anniversario del Pogrom della Notte dei cristalli, la prima azione violenta in grande stile del Terzo Reich contro il popolo ebraico. Il nostro paese ha il triste primato delle ingiurie, insulti e messaggi d’intolleranza antisemiti su Internet. Lo denuncia un rapporto pubblicato ieri a Vienna dall’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (Fra). Documento
inquietante anche per quel che rivela sugli umori antisemiti in tutto il Vecchio continente.
Il 66 per cento degli ebrei, dice infatti il dossier, avverte tuttora un clima di minaccia razzista
contro di loro in Europa, soprattutto nel web. Ed è anche un clima che crea paura e intimidazione: il 76 per cento degli ebrei vittime negli ultimi cinque anni di molestie, insulti, discriminazione
o reati di stampo antisemita, non hanno sporto denuncia. Per la prima volta, grazie al rapporto, è riprodotto come tema centrale il punto di vista delle comunità ebraiche e la sua paura dell’antisemitismo.
Antisemitismo di cui Internet, dicono gli interrogati dal sondaggio, è sempre più un veicolo centrale. Il 66 per cento degli ebrei intervistati considera l’antisemitismo come un problema tuttora grave e diffuso nel Vecchio continente, e ben il 76 per cento afferma che la situazione
sia peggiorata negli ultimi cinque anni.
L’antisemitismo, scrive il rapporto, appare la quarta emergenza più urgente nei paesi coinvolti dall’indagine (Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lettonia, Svezia, Ungheria) dopo la disoccupazione, lo stato dell’economia e la corruzione. Un quarto degli intervistati dichiara di aver subito minacce o molestie antisemite, e sempre un quarto ammette di evitare per sicurezza di partecipare a ricorrenze ebraiche. Paradossalmente, proprio
in Germania, nonostante l’antisemitismo latente del 20 per cento della popolazione, le comunità ebraiche crescono di più. Per la politica amichevole e proisraeliana del governo Merkel, per l’emigrazione ebraica dall’ex Urss e grazie al magnete rappresentato da Berlino tornata polo multietnico dell’ebraismo e di altre culture. Il 9 novembre 1938 i nazisti assassinarono almeno 1500 ebrei e distrussero oltre 1400 sinagoghe e decine di migliaia di librerie e negozi ebrei.

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