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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero-Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
19.10.2013 Le difese postume di Erich Priebke
Rira Cavallaro su Libero, Massimo Fini sul Fatto Quotidiano

Testata:Libero-Il Fatto Quotidiano
Autore: Rita Cavallaro- Massimo Fini
Titolo: «I parenti delle vittime avevano perdonato Priebke-Un funerale e l'odio fuori tempo massimo»

Continua oggi, 19/10/2013, la difesa postuma di Erich Priebke. Ci riprova, dopo il pezzo di ieri, http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=260&sez=110&id=50992  contro Israele,  Massimo Fini, sul FATTO QUOTIDIANO, altrettanto fa su LIBERO Rita Cavallaro.
Ecco i due articoli:

Libero-Rita Cavallaro: " I parenti delle vittime avevano perdonato Priebke"

Il boia delle Fosse Ardeatine era stato perdonato dai parenti di quattro delle 335 vittime fucilate nel 1944. Con loro Erich Priebke aveva anche stretto un rapporto, che negli ultimi annidi vita, forse proprio quando si sentiva prossimo alla morte, riusciva a rendere più sopportabile quella che lui stesso ha definito «una grande tragedia intima». A prova di quell'amicizia tra l'ex SS, deceduto l' 11 ottobre nella sua casa romana dell'Aurelio • Cristo ci ha detto: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre Vostro che è nei cieli. Per questo, dopo aver perdonato sinceramente Erich Priebke ga tempo fa, adesso che il Signore lo ha chiamato, prego sinceramente per Lui perché lo accolga con sé , questa la lettera di cordoglio inviata a Giachini, all'indomani della morte dell'ex SS, dalla marchesa Adriana Cordero Lanza di Montezemolo, figlia del colonnello Giuseppe, torturato prima a via Tasso e poi martire alle Ardeatine. Oltre alla marchesa, firmarono la richiesta di grazia anche liana Gigliozzi, figlia di Romolo, e Anna Maria Canacci, che aveva solo 14 anni quando suo fratello Ilario fu trucidato. A Liana, il 16 giugno 1996, Priebke scrisse una missiva in cui spiegava alla donna di aver dovuto eseguire un ordine. «Feci solo il mio dovere di soldato per quanto ingrato e terribile», scrive il boia per ringraziarla di aver chiesto per lui la grazia. Morire da uomo libero è il mio sogno e lei con la sua firma ha già esaudito il mio sogno. Fino alla fine dei miei giorni non la dimenticherò», conclude. Il contatto non fini lì e Liana incontrò l'assassino di suo padre. «L'incontro privato non fu incentrato sulla questione del pentimento», ha chiarito ieri in una nota, con cui auspica «che certi atteggiamenti di odio politico verso un defunto, indegni di un paese civile, finiscano per sempre». A lei il boia aveva anche mandato l'autobiografia Vae Victis (Guai ai vinti) con una dedica manoscritta in cui ricorda Romolo Gigliozzi, «la cui memoria io venero al pari di tutti i 335 caduti nel ricordo doloroso di quel 24 marzo 1944», mette nero su bianco il nazista. Poi c'è una fotografia che documenta il dono di Anna Maria, che regalò a Priebke una bambola da lei creata, come simbolo di pace. «Invece che far emergere la verità si è finito per perseguitare una sola persona, colpevole di avere ubbidito a ordini superiori, e per ignorare le vere altre responsabilità»: è la parte più rilevante del messaggio scritto da Antonio Pappagallo, nipote di Don Pietro (il prete della Resistenza) alla Corte militare d'Appello di Roma con il quale ha revocato la sua costituzione di parte civile, nel 1998, perché aveva perdonato il boia e lo reputava un perseguitato. Intanto la salma di Priebke è ancora all'aeroporto di Pratica di Mare, dove è stata trasferita dal prefetto Giuseppe Pecoraro dopo gli scontri di martedì scorso, davanti alla chiesa del lefebvriani. «Il prefetto mi ha consegnato un documento ufficiale in cui mi viene riferito dov'è la salma e la mette a disposizione della famiglia», ha spiegato Giachini, che aveva parlato di un sequestro della bara. Alla luce dell'ordinanza con cui Pecoraro ha vietato la tumulazione a Roma e in tutto il territorio della provincia, al defunto ora non resta che prendere il volo per l'estero. La bara è stata zincata, la destinazione è ignota. L'avvocato ha spiegato che sono in corso contatti con l'Ambasciata tedesca per trovare una soluzione. «E da auspicare che alle spoglie mortali di Priebke sia data sepoltura in modo appropriato», ha risposto il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert. Dal ministero degli Esteri tedesco, però, arriva la doccia fredda: «Non ne sappiamo nulla».

 

Il Fatto Quotidiano- Massimo Fini:" Un funerale e l'odio fuori tempo massimo" 

 

Ciò che impressiona nella vicenda Priebke (ma non solo in quella, penso per esempio alla legge recentemente votata dal Parlamento ungherese che vieta ai clochard di dormire di notte per strada, cosa che non si era vista mai, nemmeno nei "secoli bui", anzi tantomeno nei "secoli bui") è la progressiva scomparsa di qualsiasi forma di pietas nel cosiddetto mondo civilizzato, nella "cultura superiore", insomma nell'Occidente inteso in senso lato. Quando parlo di pietas non intendo la "misericordia" che Papa Bergoglio ha sempre in bocca, perché in materia di onoranze funebri la Chiesa cattolica non è stata mai, e non è, misericordiosa. Il diritto canonico attualmente vigente le vieta per "apostati, eretici, scismatici, per chi ha scelto la cremazione per ragioni contrarie alla fede cristiana, per i peccatori manifesti il cui funerale darebbe pubblico scandalo". Le vieta tuttora, almeno formalmente, ai suicidi che pur sono persone che, per arrivare a un atto così estremo, devono aver sofferto parecchio ("Perché dei suicidi non hanno pietà" canta Fabrizio De André nel brano in ricordo di Tenco). Nel Medioevo i suicidi potevano essere sepolti solo in terra sconsacrata. Ciò di cui parlo qui è la pietas intesa in senso latino, virgiliano. A Nerone, l'imperatore "maledetto" condannato alla damnatio memoriae, nessuno si sognò di negare i funerali che furono pagati, con 200 mila sesterzi, dalle sue nutrici Egloge e Alessandra. Nessuno si sognò di negargli una tomba. E per trent'anni e più il popolino di Roma, che amava questo imperatore che lo aveva difeso contro gli aristocratici latifondisti e fannulloni, continuò, indisturbato, a portare fiori su quella tomba. A tutt'oggi esiste in Roma un luogo chiamato "Tomba di Nerone", anche se il tumulo e i resti mortali dell'imperatore non ci sono più, inghiottiti dal tempo. Catilina era "il pericolo pubblico numero uno" per lo Stato romano. Ma dopo che fu sconfitto in un'epica battaglia (3.000 catilinari contro 18 mila soldati regolari) il suo corpo fu restituito agli anziani genitori. Quello di Bin Laden è stato scaraventato in mare, come un sacco di patate, dagli americani. La vicenda Priebke non interroga quindi la Chiesa, ma lo Stato italiano e la sua società. Un paese civile non rifiuta funerali e una dignitosa sepoltura a nessuno, foss'anche il peggiore dei criminali. • IN UN PAESE civile non si dovrebbe assistere a un'oscena gazzarra, con sputi, calci, urla, contro un feretro, come è accaduto l'altro giorno ad Albano Laziale, cosa, anche questa, mai vista, se si eccettua, forse, lo scempio di Piazzale Loreto, ma allora, almeno, si era ancora vicinissimi alla guerra. Sono scene che si commentano da sole. "Così ci mettiamo sullo stesso piano dei nazisti" ha commentato, intervistato dal tg di Sky, un tranquillo cittadino romano, sulla quarantina, che non aveva affatto l'aria del naziskin. Quando in agosto centinaia di ebrei romani strinsero d'assedio l'abitazione di Priebke per impedirgli di festeggiare il suo centesimo compleanno, concludevo così il mio intervento sul Gazzettino (3/8): "A me questo accanimento, a 70 anni di distanza dai fatti, contro gli ectoplasmi del nazismo, queste larve oggi totalmente inermi, fa venire i brividi. Mi sembra di cogliervi lo stesso spirito di rappresaglia e di vendetta per cui abbiamo giustamente condannato i nazisti. E a questo punto mi chiedo chi siano, oggi, i veri 'nostalgici dell'odio"

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