Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nigeria: strage islamista di studenti nel campus universitario le vittime 'colpevoli' di studiare all'occidentale
Testata: Corriere della Sera Data: 30 settembre 2013 Pagina: 17 Autore: Cecilia Zecchinelli Titolo: «Uccisi nel campus mentre dormivano. La strage degli studenti in Nigeria»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/09/2013, a pag. 17, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Uccisi nel campus mentre dormivano. La strage degli studenti in Nigeria".
I mille studenti della facoltà di agricoltura dormivano ieri dopo la mezzanotte, nel campus di Gujba, Nigeria del Nordest. Un obiettivo facile per il commando di Boko Haram, gli estremisti che amano Al Qaeda e odiano l’«educazione occidentale», come ribadisce il soprannome in lingua hausa con cui sono chiamati. Sono arrivati su due pickup e qualche moto attraverso la boscaglia, non c’erano difese da superare. Hanno iniziato a sparare e a incendiare, hanno ignorato il dormitorio delle ragazze, trascinato fuori da quelli maschili i ragazzi. Ne hanno ammazzati almeno 50, difficile ancora un conto preciso. Molti, terrorizzati, sono scappati nei campi mentre i morti e i feriti venivano portati nella capitale dello Stato di Yobe, Damaturu. Le vittime hanno tra i 18 e i 22 anni, quasi tutti musulmani come gli assalitori. Ma colpevoli di studiare «all’occidentale», appunto. Se negli ultimi tempi l’ondata di attacchi mortali ai cristiani e alle chiese si è attenuata, si è invece rafforzata quella contro le scuole. A pochi chilometri da Gujba, in luglio, i Boko Haram avevano attaccato con granate un altro istituto e ucciso 41 persone, quasi tutti studenti, qualcuno bruciato vivo. In giugno in due simili «azioni» avevano ucciso nove ragazzi nella vicina Maiduguri e sette a Damataru. È dal 2009 che i «talebani della Nigeria» hanno dichiarato guerra a infedeli e stranieri, ma soprattutto allo Stato. Il presidente cristiano del Sud Goodluck Jonathan, che ha in sostanza risolto l’emergenza con i ribelli del Delta del Niger, con quelli ben più sanguinari del Nord si è rivelato impotente. Le spese per la sicurezza sono ormai balzate oltre i 6 miliardi di dollari all’anno, pari al 20% del bilancio federale, ma senza risultati. I morti continuano ad aumentare (3.600 dal 2009 secondo Human Rights Watch). Lo scorso maggio Jonathan ha così dichiarato l’emergenza a Yobe e in altri due Stati del Nord-Est, ha lanciato pesanti offensive militari e perfino tagliato le comunicazioni satellitari. Ma se le autorità dicono che gli attacchi a obiettivi facili come le scuole indicano che i Boko Haram sono ormai indeboliti, molti credono invece che la guerra si sia solo spostata dai centri urbani alle campagne, meno difese e difendibili. E che il gruppo islamico, guidato dal comandante-teologo Abubakar Shekau (dato per morto ma «risorto» in un recente video), si stia anzi vendicando per aver dovuto lasciare le città colpendo i più deboli, gli obiettivi più facili appunto.
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