Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il rapporto esamina, su 156 paesi, diversi fattori importanti di soddisfazione, ricchezza, libertà, speranza di vita, corruzione, sostegno sociale, ecc. Ebbene, i primi dieci sono tutti paesi scandinavi più Svizzera, Olanda, Canada e Austria, all’undicesimo posto c’è Israele. L’Italia occupa il quarantacinquesimo posto, l’ultimo spetta al Togo. I paesi arabi sono tra le posizioni meno invidiabili. Cosa sorprende? Che un paese odiato da tutti, minacciato quotidianamente di distruzione, dove ci si munisce di maschere antigas e non si è mai tranquilli per i bambini che vanno a scuola, dove ogni tanto piovono missili tra le case, sia tra i paesi più felici del mondo. Un mese fa ero in Israele. Mi ha colpito la prolificità delle famiglie, è la regola vedere genitori circondati di gioiosi bambini specialmente in periodo di vacanza. Eppure, di solito, il tasso di natalità crolla quando si teme per la propria sicurezza, come in Europa durante l’ultima guerra, quando il baby boom arrivò solo con una pace stabile. Che dire? Sono commosso da tanta voglia di vivere quando si hanno vicini che vorrebbero veder saltare in aria i propri figli pur di far male al prossimo. Credo Golda Meyer disse, la pace ci sarà quando loro ameranno i propri bambini più di quanto odiano noi. Ma questo non potrebbe dirlo anche il Papa?
Avram Chai
Non solo potrebbe, ma dovrebbe. Ma digiuno e preghiere sono concetti più semplici da comunicare davanti a una folla di un milione di persone, non vanno spiegati, piacciono a tutti quelli per i quali in fatti non contano, contano le invocazioni. Una tradizione che dura da 2.000 anni, perchè dovrebbero cambiare un brand che ha dimostrato la sua bimillenaria validità ? ICredazione