Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Inaccettabili le accuse di Erdogan a Israele cronache di Davide Frattini, redazione di Libero
Testata:Corriere della Sera - Libero Autore: Davide Frattini - Redazione di Libero Titolo: «Le (solite) teorie del complotto e Israele diventa il nemico perfetto - Washington a Erdogan: su Israele datti una calmata»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/08/2013, a pag. 39, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Le (solite) teorie del complotto e Israele diventa il nemico perfetto ". Da LIBERO, a pag. 17, l'articolo dal titolo " Washington a Erdogan: su Israele datti una calmata ". Ecco i pezzi:
CORRIERE della SERA - Davide Frattini : " Le (solite) teorie del complotto e Israele diventa il nemico perfetto "
Davide Frattini
Il premier turco che adesso incolpa Israele di aver tramato con i generali egiziani, durante la protesta al parco Gezi insinuava che i dimostranti fossero sponsorizzati dalla «lobby dei tassi d'interesse». L'attivista Amina Sboui lascia il movimento Femen e lo accusa di ricevere «soldi sospetti»: a manipolare dalle ombre le femministe sarebbero ancora una volta gli israeliani. Un ex leader dei Fratelli musulmani sostiene che il generale Abdel Fattah El Sissi sia di origine ebraica e suo zio sia stato un combattente dell'Haganah, la milizia da cui è nato l'esercito israeliano: «Abbiamo dimostrato il piano sionista per destabilizzare l'Egitto». Cambiano le teorie del complotto, non cambia l'indiziato. Il quotidiano Haaretz definisce la sparata di Recep Tayyip Erdogan «nonsense nello stile dei Protocolli dei Savi di Sion» e fa notare che il primo ministro ha sempre rigettato le accuse di antisemitismo ricordando la protezione offerta dalla Turchia agli ebrei. Eppure i riferimenti alle banche controllate dagli ebrei che a loro volta controllano il mondo (o in questo caso fomentano le proteste contro l'abbattimento degli alberi in un parco a Istanbul) ricostruiscono la classica sceneggiatura. Disegnare trame che coinvolgono il Mossad aiuta i leader della regione a reindirizzare la rabbia popolare, a nascondere le proprie responsabilità. Così Bashar Assad denuncia le strategie degli israeliani dietro al caos mediorientale e alla guerra civile siriana («sono quelli che ne beneficiano di più»), fino a creare un cortocircuito ideologico: anche i ribelli accusano di interferenze l'intelligence del Paese confinante, solo che nel loro scenario l'alleato segreto dello Stato ebraico sarebbe lo stesso Assad. A contorsioni intellettuali sono costretti alcuni «liberal» egiziani: sostengono l'esercito nella repressione dei Fratelli musulmani, invocano l'intervento militare in Sinai contro i fondamentalisti e allo stesso tempo chiedono la cancellazione dell'accordo di pace con Israele. Fingendo di non sapere che è la cooperazione (senza sfoggio) tra i due eserciti a favorire le operazioni contro gli estremisti nella penisola senza legge.
LIBERO - " Washington a Erdogan: su Israele datti una calmata "
Recep Erdogan
«Erdogan segue le orme di Goebbels ». Così l’ex ministro israeliano degli Esteri, Avigdor Lieberman, ha attaccato il primo ministro turco Recep Tayyp Erdogan, che aveva accusato Israele di essere responsabile del golpe in Egitto. «Chiunque abbia ascoltato questo incitamento all’odio ha capito oltre ogni dubbio che Erdogan sta seguendo le orme di Goebbels», ha detto Lieberman, riferendosi al ministro della propaganda di Adolf Hitler. «Le gesta di Erdogan sono lungo la scia dell’affare Dreyfuss e del Protocollo dei Savi di Sion», ha aggiunto il leader del partito nazionalista «Yisrael Beitenu», citando due simboli dell’antisemitismo. Lieberman e il suo partito sono stati molto critici dei termini del recente riavvicinamento diplomatico fra Israele e Turchia, propiziato dal presidente americano Barack Obama. Ma nemmeno agli Stati Uniti sono piaciute le parole del premier turco. «Condanniamo fortemente le dichiarazioni del primo ministro Erdogan. Suggerire che Israele sia in qualche modo responsabile dei recenti eventi in Egitto è offensivo, sbagliato e privo di fondamento», ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Ma quali sarebbero le prove del «complotto giudaico» secondo Racep? «Nel 2011, dopo la caduta di Mubarak e poco prima delle elezioni, in Francia ci fu un incontro tra l’allora ministro della giustizia israeliano (Tzipi Livni) e un intellettuale ebreo-francese (Bernard-Henry Lévy) in cui il filosofo spiegò che i Fratelli musulmani non avrebbero preso il potere anche se avessero vinto le elezioni. Perché la democrazia non era prevista». Invece di scoppiare a ridere per la miseria dell’argomento, al Cairo l’hanno presa sul serio. Durissima è stata infatti la replica della presidenza egiziana: attraverso il portavoce Ahmed al-Muslimany ha definito Erdogan - indovinate un po’ - un «agente dell’Occidente» che non dovrebbe «dare lezioni di patriottismo ». Dopo uno scontro diplomatico così forte, ci si potevano aspettare delle conseguenze sul piano dei rapporti economici e militari fra i due Paesi. E invece la Turchia «non ha in programma » di annullare gli accordi militari e di difesa stipulati con l’Egitto, ha assicurato il ministro della Difesa di Ankara, Ismet Yilmaz, nel corso di un incontro in Turchia con il suo omologo brasiliano, Celso Amorim. Quasi peggio della Ashton.
Per inviare la propria opinione a Corriere della Sera e Libero, cliccare sulle e-mail sottostanti