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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Fatto Quotidiano - Il Manifesto Rassegna Stampa
15.08.2013 I razzi di Hamas non fanno mai notizia. La risposta israeliana sempre
Fatto Quotidiano e quotidiano comunista disinformano sui negoziati

Testata:Il Fatto Quotidiano - Il Manifesto
Autore: Redazione del Fatto Quotidiano - Emma Mancini
Titolo: «Gaza, raid aereo israeliano alla vigilia della ripresa dei negoziati di pace - I cattivi auspici del negoziato»

Riportiamo dal sito internet del FATTO QUOTIDIANO l'articolo dal titolo "Gaza, raid aereo israeliano alla vigilia della ripresa dei negoziati di pace". Dal MANIFESTO, a pag. 8, l'articolo di Emma Mancini dal titolo " I cattivi auspici del negoziato ".


Ecco i pezzi:

Il FATTO QUOTIDIANO - " Gaza, raid aereo israeliano alla vigilia della ripresa dei negoziati di pace "

Bisogna leggere l'articolo per scoprire che il raid israeliano è stata semplicemente la risposta al razzo lanciato da Gaza su Sderot.
Per quale motivo i razzi di Hamas non fanno mai notizia se non quando ricevono la risposta israeliana?
Ha dell'incredibile, poi, la frase "
L’attacco aereo è avvenuto in seguito al lancio di un razzo da Gaza che ha colpito un’area aperta vicino la città di confine israeliana di Sderot martedì sera, ma che non avrebbe provocato né vittime né danni". Il razzo non ha provocato né vittime né danni, perciò Israele non avrebbe dovuto rispondere? Bisogna aspettare che i terroristi della Striscia riescano ancora ad assassinare qualcuno perché Israele sia legittimato nel rispondere?
Poi, la foto scelta ad illustrazione del pezzo è questa :

Bomba Israele

Senza didascalia, chiaramente scattata in Israele, ma dove? Che cosa c'entra col pezzo?

L’esercito israeliano ha condotto un raid aereo stamani nella Striscia di Gaza. “Il raid ha preso di mira due siti di lanci di razzi – ha detto il portavoce dell’esercito – a seguito di tiri martedì dalla Striscia di Gaza, uno dei quali è esploso in territorio israeliano”, senza fare vittime. L’operazione militare avviene proprio alla viglia della ripresa dei negoziati di pace israelo-plaestinesi.

L’attacco aereo è avvenuto in seguito al lancio di un razzo da Gaza che ha colpito un’area aperta vicino la città di confine israeliana di Sderot martedì sera, ma che non avrebbe provocato né vittime né danni. Sempre ieri sera, Israele ha rilasciato 26 prigionieri palestinesi, come parte dell’accordo per la riapertura dei negoziati.

Israele, comunque, addebita alla Palestina tutte le responsabilità della ripresa delle ostilità. ”E’ una situazione assurda che non sarebbe tollerata in nessun altro paese del mondo”. L’esercito israeliano – prosegue il portavoce – “continuerà ad operare per salvaguardare i civili israeliani e combattere il terrorismo e le sue infrastrutture nella Striscia di Gaza”. “In definitiva, è Hamas – conclude – che deve essere ritenuta responsabile per questa violazione della sovranità israeliana ed è questo regime terroristico che porta la responsabilità di ogni attività terroristica che emana dalla Striscia di Gaza”.

Il MANIFESTO - Emma Mancini : " I cattivi auspici del negoziato "


"I nuovi missili che eludono i sistemi di difesa ?"
"No, i nuovi missili antisemiti"

L'articolo di Emma Mancini è fortemente sbilanciato contro Israele, non che la cosa stupisca, visto il quotidiano che l'ha pubblicato.
Mancini definisce Gerusalemme "
città contesa e occupata, teatro di discriminazioni quotidiane e battaglie per la conquista di un metro in più di terra". Gerusalemme non è né contesa né occupata. E' la capitale dello Stato ebraico. Mancini non lo sa perché ritiene che la capitale sia Tel Aviv, come propaganda per tutto il suo articolo. Forse un corso di geografia e di storia non guasterebbe.
Mancini riassume con queste parole i negoziati : "
 In mezzo, decine di centinaia di nuove abitazioni nei Territori Occupati, bombe che sono di nuovo piovute su Gaza e 26 prigionieri politici rilasciati dopo oltre 20 anni.". I territori non sono 'occupati' ma 'contesi'. E finché non sarà decisa la loro collocazione, non è ben chiaro per quale motivo dovrebbe essere vietato costruire. Mancini, per altro, considera anche Gerusalemme 'territorio occupato'. Inoltre, mentre in Israele esistono anche cittadini non ebrei (perciò chiunque può andare a vivere nei nuovi alloggi) Abu Mazen ha promesso che la futura palestina sarà 'judenrein'. Chi è a fornire cattivi auspici per i negoziati?
Mancini definisce 'prigionieri politici' gli assassini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e appena rilasciati come segnale di buona volontà per i negoziati. Vada a ripetere questo giudizio assurdo di fronte ai parenti delle vittime israeliane, persone 'colpevoli' di essere cittadine di uno Stato che gli arabi non accettano, gente sgozzata, assassinata, fatta saltare per aria.
Da quando in qua l'omicidio è un crimine 'politico'?
In ogni caso, per Mancini la liberazione dei 26 criminali è "
Un risultato minimo, però, se paragonato a quanto accade sul terreno: oltre 2.100 nuove unità abitative per coloni negli insediamenti israeliani di Gerusalemme Est e della Cisgiordania e nuove bombe su Gaza. L'aviazione militare israeliana ha colpito la Striscia nella mattinata di ieri, dopo il lancio verso il Sud di Israele di una serie di razzi. ". Hamas può lanciare razzi contro Israele senza che questo venga criticato né definito 'macigno' sui negoziati. Israele si difende e finisce sui quotidiani. Come mai? Come abbiamo già scritto sopra, Gerusalemme Est non è nulla per gli arabi, è semplicemente uno zona della capitale israeliana. Uno Stato ha diritto di costruire abitazioni nella propria capitale. Tanto più che nessuno vieta ai cittadini arabi di andarci ad abitare.
Ecco l'articolo:
 

Non si può dire che il tanto atteso negoziato sia cominciato sotto buoni auspici. Dopo un primo incontro a Washington, due settimane fa, i team di negoziatori israeliano e palestinese si sono ritrovati ieri a Gerusalemme, città contesa e occupata, teatro di discriminazioni quotidiane e battaglie per la conquista di un metro in più di terra. La Livni per Tel Aviv, Saeb Erekat per Ramallah. In mezzo, decine di centinaia di nuove abitazioni nei Territori Occupati, bombe che sono di nuovo piovute su Gaza e 26 prigionieri politici rilasciati dopo oltre 20 anni. La giornata di ieri è iniziata molto presto: intorno all'1 di notte, i primi 26 dei 104 detenuti palestinesi che Israele ha messo sul tavolo del negoziato sono stati rilasciati. Prima radunati nel carcere di Ayalon, a Ramle, e poi fatti salire su due autobus, uno diretto al valico di Erez al confine con Gaza, il secondo al checkpoint di Betunia a Ramallah. Ad accoglierli c'erano le famiglie in festa, tante bandiere palestinesi e di fronte al palazzo presidenziale di Ramallah, la Muqata, anche il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Tutti condannati prima del 1993 -la maggior parte all'ergastolo con l'accusa di aver compiuto attentati terroristici o di aver ucciso cittadini israeliani - e molti di loro membri di Fatah, i 26 (e poi i restanti 78) sono finiti al centro delle attenzioni statunitensi, israeliane e palestinesi. Da parte loro Washington e Tel Aviv li hanno mostrati come l'esempio concreto della buona volontà del governo Netanyahu a tornare al tavolo del negoziato, mentre per Abbas sono diventati il trofeo da esibire, la prova dei risultati che l'Anp avrebbe saputo conquistare nelle settimane precedenti l'avvio del dialogo. «Questo è il primo gruppo - ha gridato nella notte Abbas alla folla - Continueremo fino a quando tutti i prigionieri saranno liberati dalle prigioni israeliane». Un risultato minimo, però, se paragonato a quanto accade sul terreno: oltre 2.100 nuove unità abitative per coloni negli insediamenti israeliani di Gerusalemme Est e della Cisgiordania e nuove bombe su Gaza. L'aviazione militare israeliana ha colpito la Striscia nella mattinata di ieri, dopo il lancio verso il Sud di Israele di una serie di razzi. «Gli attacchi del-I'Idf sono stati la conseguenza di missili lanciati contro i civili di Sha'ar Ha Neghev martedì sera», ha detto il portavoce dell'esercito israeliano, Peter Lerner. I missili non hanno provocato né feriti né danni. Nessun gruppo ha rivendicato il lancio. Alcuni osservatori ritengono possa essere stato un messaggio inviato da llamas sia a Israele che all'Anp. Seppur non abbia rotto il cessate il fuoco dello scorso novembre e abbia tentato di impedire lanci di missili da parte di altri gruppi armati, è nota l'avversione di Hamas alla ripresa del negoziato, considerato dal movimento islamico - governo de facto della Striscia - un mezzo per ripulire l'immagine di Israele agli occhi della comunità internazionale. Non solo. In un rapporto reso pubblico ieri, Hamas accusa l'Anp di aver raggiunto con Kerry un accordo segreto: il confine del futuro Stato di Palestina sarà il Muro di separazione. Una barriera che negli ultimi dieci anni ha provocato la confisca e l'occupazione di circa il 10% della Cisgiordania, mangiando terre e annettendole prima alle colonie e poi allo Stato di Israele. Per questo, secondo il rapporto di Hamas, fondato sulle dichiarazioni di una fonte anonima, si provvederà ad uno scambio di territori con Israele. Immediata la reazione dell'Olp: «Non prendo questo rapporto seriamente», ha detto uno dei membri del Comitato Esecutivo, Hanan Ashrawi. Le colonie restano in ogni caso al centro del dibattito. I nuovi progetti coloniali hanno provocato tra i palestinesi una rabbia considerata pericolosa per la ripresa del negoziato. «Un atto senza precedenti», li ha definiti il funzionario dell'Olp, Yasser Abed Rabbo. Tanto pericolosa da spingere il segretario di Stato americano, John Kerry -che con i negoziati israelo-palestinesi si gioca la credibilità dell'amministrazione Obama in Medio Oriente - a telefonare al presidente Abbas poche ore prima dell'incontro a Gerusalemme per tentare di placare gli animi. Il prossimo incontro si terrà a Gerico, data ancora da specificare.

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