Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/07/2013, a pg.17, con il titolo " Scritte naziste per i cento anni di Priebke " l'articolo di Valeria Costantini.


Riccardo Pacifici, presidente Comunità ebraica Roma
in alto, proteste davanti alla casa di Priebke
Proteste e rabbia, indignazione e striscioni deturpanti. Roma si è svegliata invasa dai simulacri dei «nostalgici dell'odio». Una giornata di tensione nata da un compleanno che nessuno voleva festeggiare. Quello di Erich Priebke, l'ex ufficiale nazista, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, quando 335 persone, tra carcerati, partigiani ed ebrei, furono trucidate dai tedeschi. Il criminale di guerra ieri compiva 100 anni agli arresti domiciliari, nella sua casa in zona Boccea. Istituzioni e associazioni avevano messo le mani avanti, negando ipotesi di festeggiamenti. Ma nella notte qualcuno ha pensato di «omaggiare» il militare. Uno striscione è spuntato vicino alla sua abitazione: una scritta (Dio stramaledica i tuoi accusatori), una croce uncinata e la firma della Comunità Militante Tiburtina. La medesima sigla per l'altro cartello rivolto a Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana; «Arrivaci tu a 100 anni» si leggeva sul lenzuolo a piazza Imperatore. Ma la cicatrice forse più dolorosa è stata quella apparsa sul muro della sede dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani d'Italia.
Un «auguri» e una svastica. L'Anpi ha sottolineato che «proseguirà senza farsi intimidire, nel suo impegno di promozione dei valori di giustizia, pace, libertà e democrazia che hanno animato la Resistenza».
Infine, quel «Priebke eroe» e un'altra croce sulla serranda del circolo Pd di piazza Verbano. «Non è accettabile che il compleanno di un criminale, che ha partecipato alla violenta esecuzione di cittadini inermi, possa essere utilizzato per fare apologia di fascismo e nazismo», il commento del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ha fatto rimuovere le scritte. All'odio hanno risposto le circa 200 persone che per ore hanno presidiato la casa del tedesco, di fronte la quale sono state accese 335 candele, «una per ognuna delle vittime». Appeso anche uno striscione dai toni amari: «Italiani dove siete?». «Un quarto delle vittime erano ebrei, ma gli altri 3/4 no. — ha detto Fabio Perugia, portavoce della comunità ebraica romana — Dovrebbero esserci anche i romani non ebrei a manifestare». Attimi di tensione all'arrivo di un parente del tedesco con in mano una bottiglia di champagne. L'uomo ha reagito agli insulti, dando una manata a una manifestante e ha rischiato il linciaggio, prima di esser portato via dalla polizia. «Assassino, lui festeggia 100 anni e mio nonno è stato ammazzato quando ne aveva 28» gli ha gridato contro una parente delle vittime.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante