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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.05.2013 Siria: ribelli/Assad, c'è differenza ?
cronaca di Viviana Mazza

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 maggio 2013
Pagina: 15
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «Il video dell'orrore e le accuse ai ribelli»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/05/2013, a pag. 15, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Il video dell'orrore e le accuse ai ribelli ".

Sulla Siria invitiamo a leggere l'analisi di Stefano Magni, pubblicata in altra pagina della rassegna
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=49176


Viviana Mazza, un fotogramma del video

L'ultimo atroce spettacolo che viene dalla Siria ha per protagonista un comandante dei ribelli di nome Abu Sakkar. In un video diffuso online, lo si vede estrarre col coltello un organo (si tratterebbe di un polmone) dal cadavere di un soldato di Bashar Assad. «Vi mangerò il cuore e il fegato!» dice, e lo addenta, minacciando tutti i militari e tutti gli alauiti (appartenenti alla religione del presidente).
Il filmato, visto già ad aprile dai reporter della rivista americana Time, che si sono detti restii a pubblicarlo finché non ne avessero appurato l'autenticità, è emerso domenica sera, diffuso da un gruppo di sostenitori di Assad, in un momento in cui i governi occidentali discutono se rafforzare l'appoggio ai ribelli e tentano un nuovo approccio diplomatico, tra notizie sull'uso di armi chimiche e sul rafforzarsi sul campo delle forze governative.
Per chi sostiene l'opposizione è difficile pensare a una immagine più paralizzante di quella di un capo militare ribelle (della nota brigata Farouq di Homs) ripreso in un atto così raccapricciante. Un'immagine che il leader militare dell'opposizione Salim Idris ha definito «inaccettabile», invitando però dapprima alla cautela sull'autenticità del video e arrabbiandosi con i giornalisti che denunciano gli abusi dei ribelli mentre «il regime massacra donne e bambini a coltellate».
Da sempre le due parti si accusano a vicenda di usare e manipolare le immagini cruente per condizionare l'opinione pubblica mondiale. Quando l'opposizione denunciò massacri come quelli di Houla, Hama, Tremseh, i funzionari e i media filoregime sottolinearono che coincidevano con incontri e visite Onu, e accusarono i ribelli di averli architettati. L'uso della violenza nella guerra dell'informazione non significa però necessariamente che le atrocità siano false. Il ribelle cannibale Abu Sakkar ha confermato ieri a Time le sue azioni, senza rimorso, nonostante lo choc internazionale: prima di mutilarlo, ha spiegato, aveva visto nel cellulare di quel soldato un video in cui seviziava una donna e le due figlie riprese nude.

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lettere@corriere.it

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