Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Associare Richard Wagner alla Shoah è lecito Nessuno scandalo. Cronaca di Paolo Lepri
Testata: Corriere della Sera Data: 10 maggio 2013 Pagina: 44 Autore: Paolo Lepri Titolo: «Lager sul palco, choc in Germania: sospesa l'opera di Wagner»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/05/2013, a pag. 44, l'articolo di Paolo Lepri dal titolo "Lager sul palco, choc in Germania: sospesa l'opera di Wagner".
Richard Wagner
Non abbiamo visto le scenografie dell'opera. E' vero, Richard Wagner non ha nulla a che vedere, direttamente, con la Shoah per questioni temporali. Ma associarlo all'antisemitismo e, per estensione, ai lager nazisti è lecito. Non comprendiamo, perciò, la sceltadi eseguire nelle prossime repliche solo la versione orchestrale. Il fatto, poi, che alcuni spettatori si siano sentiti male nel vedere richiami alla Shoah troppo realistici- in un teatro tedesco - ebbene, lo confessiamo, non ci è affatto dispiaciuto. Ecco il pezzo:
BERLINO — Su Richard Wagner ha detto tutto Woody Allen, con la sua consueta genialità: «Quando lo ascolto troppo, sento l'impulso di occupare la Polonia». Il regista tedesco Burkhard C. Kosminski deve avere invece un po' calcato la mano, ambientando il Tannhäuser durante l'Olocausto, costruendo camere a gas sul Venusberg, il monte di Venere, mettendo in scena violenze brutali. Nel pubblico, la sera della prima, sono stati in molti a sentirsi male o a protestare rumorosamente. Travolta dalle critiche, l'Opera di Düsseldorf ha preferito fare marcia indietro. Verrà eseguita nelle prossime repliche solo la versione orchestrale. «Abbiamo reagito con grande preoccupazione — è stato spiegato — al fatto che alcune scene, in particolare la rappresentazione molto realistica di un'esecuzione, hanno avuto un forte impatto fisico e psicologico su numerosi spettatori che hanno dovuto ricorrere a cure mediche». Più chiari di così, non si poteva essere. In realtà, i responsabili della Deutsche Opera am Rhein avevano cercato di rimediare alla situazione che si era creata chiedendo a Kosminski di autocensurarsi. Lui non ha voluto, per «ragioni artistiche». E ha ricordato di avere illustrato da tempo il suo progetto, che aveva lo scopo di mettere in luce l'influsso di Wagner sull'ideologia nazista, e di avere condotto le prove «nella più completa trasparenza». Visto il rifiuto del regista, l'unica soluzione praticabile è sembrata allora quella di bloccare tutto. «Eravamo legalmente obbligati a rispettare la sua libertà», è stato precisato. La decisione ha sorpreso anche il capo della comunità ebraica di Düsseldorf, Michael Szentei-Heise, che ha definito di «cattivo gusto» lo spettacolo ma ha fatto sapere di non avere chiesto che venisse cancellato. Wagner, è stato il suo ragionamento, era «un ardente antisemita» ma non aveva niente a che fare con l'Olocausto. Kosminski, 51 anni, diplomatosi al Lee Strasberg Institute, negli Statti Uniti, ha detto in conclusione di essere rimasto «scioccato». Una nuova polemica ha così animato le celebrazioni per il bicentenario del compositore tedesco e riaperto la discussione sui legami tra la visione del mondo wagneriana e le radici culturali del regime di Hitler. Che questo sia un tema molto delicato, in Germania, lo dimostrò anche l'allontanamento dal festival di Bayreuth, nel luglio scorso, del cantante lirico russo Evgeny Nikitin, noto per avere una svastica tatuata sul petto. Qualche settimana fa uno dei pronipoti di Wagner, Gottfried, ha sostenuto che la visione del mondo dell'autore del Parsifal «è inconciliabile con i fondamenti dell'etica umana», ma determinata dal «razzismo, dal disprezzo delle donne, dall'auto-idolatria». Parole dure, che forse colpiscono più nel profondo delle trovate di Kosminski.
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