Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Siena: per la nuova moschea un imam scelto dall'UCOII ? Roberto Tottoli scambia per positive le parole di Izzedin Elzir
Testata: Corriere della Sera Data: 01 maggio 2013 Pagina: 38 Autore: Roberto Tottoli Titolo: «Per la nuova moschea di Siena un imam che sappia parlare all'Italia»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/05/2013, a pag. 38, l'articolo di Roberto Tottoli dal titolo "Per la nuova moschea di Siena un imam che sappia parlare all'Italia".
Izzedin Elzir Roberto Tottoli
Roberto Tottoli prende sul serio e scambia per un buon segnale le parole di Izzedin Elzir, presidente dell'UCOII, quando chiede che l'imam per la nuova moschea di Siena sia scelto in Italia e non venga da Paesi arabi. Basta tenere presente che l'UCOII non è altro che un'emanazione dei Fratelli Musulmani in Italia. Non è ben chiaro, perciò, in che cosa sarebbe migliore la scelta di un candidato UCOII. Sempre estremismo sarebbe. Ecco il pezzo:
Qatar, Arabia Saudita, finanziatori palestinesi e persino l'immancabile, per i luoghi, Fondazione MPS finanzieranno la costruzione della Moschea di Colle Val d'Elsa, in provincia di Siena. Però, prima ancora delle consuete discussioni su diritti, opportunità o vincoli paesaggistici, ci ha pensato Izzedin Elzir, presidente dell'Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d'Italia) a riscaldare gli animi. Ha dichiarato di aspettarsi a dirigere questa nuova moschea un imam «scelto qua e non in Paesi di fede islamica» e che conosca la legge e la Costituzione italiana. È una dichiarazione che finalmente mette il dito sulla piaga del livello di imam e leadership nell'islam italiano. Da un lato le parole di Izzedin Elzir implicitamente ammettono che la comunità musulmana italiana non è stata evidentemente in grado di produrre figure autorevoli di guide religiose. Piaccia o meno alle associazioni musulmane, è una realtà finalmente ammessa. E che si salda al problema finora insuperato di avere interlocutori capaci, dotati di quel prestigio e carisma verso le comunità musulmane e, allo stesso tempo, cultura e conoscenze per spiegare le proprie ragioni agli italiani non musulmani. Gran Bretagna, Francia, Germania e Nord Europa hanno già figure di questo tipo; l'Italia, purtroppo, non ancora, se non tra i più giovani che stanno emergendo. Ma le parole, poche e inequivocabili, vanno a colpire, più consapevolmente, oltre confine. Puntano a quei Paesi finanziatori che in altre occasioni, a Roma o altrove, mettono loro uomini, catapultati da realtà lontane che oltre alle leggi e alla costituzione spesso non conoscono neppure la lingua italiana. Arabia Saudita e Paesi del Golfo cercano di controllare, anche legittimamente, i loro soldi. Ma imporre alla comunità musulmana italiana l'ennesimo imam straniero sarebbe come riconoscere una condizione di inferiorità, magari per piazzare qualche esponente dell'islam tradizionalista che guarda l'Europa con diffidenza. Questo il senso delle parole di Izzedin Elzir, poche, ma destinate a fare rumore.
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