Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
nella grande turbolenza politica dei giorni scorsi, i giornali italiani non hanno prestato molta attenzione alle indagini sugli attentati di Boston e alla scoperta dei loro colpevoli (trovate qui le notizie riportate da Informazione Corretta: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=48849). Eppure una riflessione sarebbe utile, anche per capire perché non solo i media italiani ma anche i "grandi giornali" europei e americani abbiano bruscamente ridotto l'interesse su questa faccenda.
Bisogna chiedersi innanzitutto perché in questo momento due tipi così abbiano compiuto un attentato del genere. L'America non è certo coinvolta nella repressione cecena, anzi storicamente l'ha contrastata. Si è ritirata dall'Iraq (lasciandolo in mano agli islamisti sciiti), se ne sta andando dall'Afganistan (con esiti probabilmente analoghi a favore dei talebani). Non c'è nulla di specialmente antislamico a Boston, né nella maratona. Allora perché? Perché ignorare un debito di gratitudine che qualunque persona normale, provenendo da un territorio devastato come la Cecenia e ospitato pacificamente e generosamente dagli Stati Uniti dovrebbe naturalmente provare? La risposta è una sola: odio. Il sistema politico islamico (che non è distinto dalla "religione" dell'Islam, la nozione della religione come distinta dalla politica è un costrutto culturale cristiano, che non vale per l'Islam, ma neppure per buddhismo, confucianesimo, ebraismo e la maggior parte delle "religioni" storiche) non sopporta l'idea di poteri e territori non musulmani, crede di dover fare loro la guerra e conquistarli; in particolare non accetta che vi sia qualcuno più potente della comunità islamica: questa è la "colpa" degli Stati Uniti e dell'Europa, non solo di Israele. E questo spiega gli infiniti atti di odio gratuito - o se preferite di guerra - che i musulmani hanno portato contro l'Occidente, da quando si sono diffusi in esso e hanno capito di poterlo ferire: gli attentati alle due Torri, alla metropolitana di Londra, alla stazione ferroviaria di Madrid, per citare solo gli episodi più clamorosi. E il fatto che essi siano regolarmente stati oggetto di festeggiamenti popolari, com'è accaduto anche di quest'ultimo a Gaza (http://www.focusonisrael.org/2013/04/16/attentato-boston-gaza-festeggiamenti/). Guardate qui altri festeggiamenti (http://www.israelnewsagency.com/bostonmarathonterrorattackpalestiniansdancingcandygazaobamahamasislamicjihadhezbollahiran48041513.html) e ascoltate il discorso francamente mafioso di un imam egiziano a proposito dell'attentato (http://www.memri.org/clip/en/0/0/0/0/0/0/3807.htm). Queste sono cose che si sanno, ma su cui vale la pena di riflettere, perché implicano che la natura islamica di questo terrorismo non è casuale, ma ha a che fare con la dimensione più propria e caratteristica della politica musulmana.
Questo è un fatto che urta sgradevolmente contro l'ideologia terzomondista che è dominante in gran parte della sinistra. E' la ragione per cui buona parte dei giornali, fino a quando non sono stati scoperti i colpevoli, ha cercato di indicare altre responsabilità più politicamente corrette (l'estremismo di destra, il "suprematismo" bianco ecc.) e poi se ne sono stati più zitti possibile, o hanno addirittura mostrato simpatria per gli assassini, come ha fatto il New York Times (http://www.jihadwatch.org/2013/04/new-york-times-shows-sympathy-for-boston-jihad-murderers.html). Direte: sono fatti loro, se antepongono l'ideologia ai fatti. Sì, loro e dei loro lettori, peccato che si autodefiniscano i "migliori" giornali. Qualcosa del genere del resto è accaduto in Italia e non solo al "Fatto" e al "Manifesto", ma anche a "Repubblica".
Conclusione: alcuni hanno definito "artigianale" quest'attentato, realizzato con materiali di facile reperibilità. Sono gli stessi che definiscono artigianali i razzi che seminano terrore e qualche volta anche sangue e morte nel sud di Israele (e che fra l'altro hanno ripreso a cadere con impressionante continuità). Ma il fatto che siano fabbricati in casa e non solo realizzati con la grande logistica di Al Queida rende più grande il pericolo, non lo minimizza affatto. E mostra come quel che domina le relazioni politiche fra Occidente e l'Islam è un odio unidirezionale, violento e mortale. Rendersi conto di ciò e trarne le conseguenze politiche necessarie è un dovere per tutti, in particolare per chi influenza l'opinione pubblica o è responsabile della sicurezza collettiva.