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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.04.2013 Leggere l'Insurrezione del Ghetto di Varsavia
Alcuni titoli scelti da Daria Gorodisky

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 aprile 2013
Pagina: 13
Autore: Daria Gorodisky
Titolo: «Varsavia '43, il cianuro è un tesoro»

Su LETTURA/CORRIERE della SERA di oggi, 21/04/2013, con il titolo " Varsavia '43, il cianuro è un tesoro "Daria Gorodisky commenta alcuni libri sulla Rivolta del Ghetto di Varsavia

Esattamente 70 anni fa, il 19 aprile 1943, iniziava l'insurrezione del ghetto di Varsavia. Quasi un mese di eroica lotta contro i nazisti. Un simbolo, storico e umano, che ora Varsavia celebra con quattro settimane di eventi. Tra l'altro, domenica scorsa è stato presentato il Museo della storia degli ebrei polacchi: aprirà al pubblico soltanto nel 2014, ma dopo anni di incertezze e polemiche, è un segnale. Per quanto se ne sia letto e studiato, è come se la mente rifiutasse di trattenere quei file, ogni volta che si accede alla testimonianza sulla persecuzione nazista si è colpiti da un nuovo choc. Succede anche con Il ghetto di Varsavia lotta di Marek Edelman (da poco in italiano per Giuntina). Edelman è stato, poco più che ventenne, uno dei capi della rivolta, uno dei pochissimi sopravvissuti quando il ghetto è stato raso al suolo dai tedeschi e uno dei primi a cercare di far conoscere l'indescrivibile. Il vocabolario non fornisce strumenti sufficienti, così sceglie una cronaca secca, scientifica, simile a quella di un medico che annota l'evoluzione di una malattia incurabile. E tanto basta. Il terrore e le condizioni di vita nel ghetto della capitale polacca sono insopportabili e le notizie che arrivano da fuori lasciano senza speranza: nel '42 il cianuro diventa «il tesoro più prezioso» in quanto unico atto di amore verso se stessi e i propri cari. Nel gennaio '43 risulta chiaro che l'ultima possibilità è reagire con le armi. Ricorda Hillel Seidman nel suo The Warsaw Ghetto Diaries (testo fondamentale, purtroppo reperibile soltanto in inglese da Targum Press) che persino l'illustre Rav Menachem Ziemba, sempre preso solo dallo studio della Torah, sentenziò: «Oggi l'unico modo di santificare il Signore è la resistenza armata». Iniziano le prime operazioni. Poi le ultime tre settimane di vera guerra: disperata, la morte come ultima dignità. Il poeta Yitzhak Katzenelson, lasciata Varsavia e deportato ad Auschwitz, ha descritto la tragedia nel suo lungo Canto del popolo ebraico massacrato. E sono versi di dolore, ma anche di accusa e di onore: «O sciocco goy, hai sparato all'ebreo ma la pallottola ha colpito anche te! E ora chi ti aiuterà a costruire le tue nazioni? Chi ti darà tanto cuore e tanta anima?».

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