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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.04.2013 La Lego blocca la produzione di un gioco per le proteste degli islamisti
il kit ricorderebbe troppo la moschea di Santa Sofia a Istanbul

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 aprile 2013
Pagina: 13
Autore: Redazione del Corriere della Sera
Titolo: «'Quel gioco è anti-islamico'. La Lego cede e lo ritira»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/04/2013, a pag. 13, l'articolo dal titolo "«Quel gioco è anti-islamico». La Lego cede e lo ritira".


Il 'Palazzo di Jabba' della Lego

Le accuse di «anti-islamismo» contro la Lego non sono un gioco, e fanno cambiare all'azienda i suoi piani di produzione per il 2014. Uno dei giochi dedicati alla serie di «Guerre stellari», quello che riproduce il Palazzo di Jabba, sarà ritirato dal mercato perché «troppo simile» alle moschee di Istanbul e Beirut. La protesta contro i famosi mattoncini colorati, secondo quanto riportato dalla stampa britannica, è partita nel gennaio scorso in Austria, da parte della comunità musulmana locale. La dimora di Jabba, l'ultracentenario lumacone alieno che nella saga cinematografica è a capo di un impero criminale, ricorderebbe la moschea di Santa Sofia di Istanbul. Non solo: la torre di avvistamento sembrerebbe una vera e propria «copia del minareto della moschea di Jami al Kabir a Beirut». La prima denuncia è arrivata da un padre, membro della comunità turca in Austria, che aveva riconosciuto tra i giocattoli del figlio la scatola di costruzioni incriminata. Affiancare un personaggio tanto negativo a un palazzo che ricorda luoghi sacri gli è parso oltraggioso. Jabba, infatti, viene descritto come un terrorista che fuma continuamente narghilè e tiene segregata nella sua torre, che ricorderebbe un minareto, la bella principessa Leila. «Non è possibile che un gioco come questo stia nella stanza di un bambino», aveva denunciato l'uomo, seguito a ruota dalle altre voci della comunità islamica austriaca. I vertici della Lego hanno risposto alle accuse, cercando di trovare un accordo con i rappresentanti musulmani, prima che la situazione si facesse ancora più infuocata. Dopo una riunione, l'azienda danese, che ha ottant'anni di storia alle spalle, ha acconsentito alla richiesta di togliere dalla produzione il gioco a partire dal prossimo anno. La decisione non sarebbe però un'ammissione di colpa: la Lego, infatti, ha sempre negato ogni rapporto diretto tra la struttura del maniero giocattolo e quella degli edifici islamici. L'intento di quei mattoncini sarebbe stato solo quello di ripercorrere la saga cult di «Guerre stellari», senza nessun altro riferimento nascosto.

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