Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/04/2013, a pag. 13, l'articolo di Elisabetta Rosaspina dal titolo " Gaza, la didattica di Hamas: «Sessi separati nelle scuole» ". Dalla STAMPA, a pag. 15, la breve dal titolo "Arabia Saudita, sì alle donne in bicicletta", preceduta dal nostro commento.
Ecco i pezzi:
CORRIERE della SERA - Elisabetta Rosaspina : " Gaza, la didattica di Hamas: «Sessi separati nelle scuole» "

GERUSALEMME — Niente classi miste per gli scolaretti dai 9 anni in poi. Niente insegnanti uomini nelle classi femminili: Hamas, al governo a Gaza, lancia la sua nuova jihad contro qualunque rischio di secolarizzazione e di contaminazione tra i sessi in classe, e in difesa del pudore islamico, almeno nella Striscia. Dove il potere del primo ministro Ismail Haniyeh regna assoluto. Le nuove misure sono state annunciate ieri dal ministero dell'Istruzione e varranno a partire dal prossimo anno non soltanto nelle scuole musulmane, ma anche in quelle cristiane e in quelle gestite dalle Nazioni Unite che si trovino sul suolo di Gaza. Mentre sarà più difficile per Hamas imporle in Cisgiordania dove predomina il partito di Fatah del presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. La decisione di evitare pericolosi contatti tra allievi e allieve e fra le studentesse e i professori, non è stata comunque accolta con giubilo nella Striscia, dove le attiviste per i diritti delle donne hanno, almeno per ora, facoltà di dissenso: «Le tradizioni palestinesi non c'entrano — si è ribellata Zeinab Al-Ghoneimi attraverso la radio palestinese — la verità è che sono islamici e vogliono islamizzare tutta la nostra società». E la decisione di includere nella riforma anche le scuole cristiane e quelle internazionali sembra confermare i suoi timori, a dispetto delle repliche del ministero dell'Istruzione secondo il quale i vertici di quelle istituzioni non hanno voluto partecipare alla discussione del progetto. Passo a passo, Hamas ha cercato di modificare e restringere le libertà di costumi, cominciando dall'abbigliamento delle studentesse e delle avvocatesse, precludendo la partecipazione delle donne a manifestazioni sportive, come la maratona (perciò poi annullata), o proibendo ai parrucchieri (maschi) di maneggiare chiome femminili. O fermando per approfondimenti le coppie in circolazione per le strade, come nella Teheran degli Ayatollah. Le associazioni per i diritti umani sono in ebollizione, ma per il momento la linea del governo non sembra affatto intenzionata ad ammorbidirsi in «Hamasland».
La STAMPA - " Arabia Saudita, sì alle donne in bicicletta "

Naturalmente è lontana da noi ogni volontà di precludere un dialogo con l'Arabia Saudita.
Siamo confortati dal fatto che nessuna associazione femminista abbia levato la benché minima protesta contro il 'permesso' accordato dallo Stato islamico alle donne in bicicletta.
Possono usarla, ma solo per svago e, ben inteso, purché siano accompagnate da un uomo e per di più parente.
Sicuramente anche dal nuovo Papa potrebbero venire dei consigli su nuove forme di dialogo con l'islam saudita. Li aspettiamo con devota curiosità.
Ecco il pezzo:
Non possono guidare l’automobile, ma potranno andare in bicicletta o motorino. È la piccola svolta per le donne dell’Arabia Saudita, alle quali dal 1990 è proibita la guida di qualsiasi veicolo. Ma naturalmente ha i suoi paletti: dovranno indossare l’abaya, essere accompagnate da un parente - per poter essere soccorse in caso di incidenti - e pedalare per svago, dunque solo nei parchi e sul lungomare. Continua dunque il divieto di guidare mezzi meccanici come mezzi di trasporto. La notizia è stata pubblicata ieri sul quotidiano saudita AlYawm, che citava un ufficiale anonimo della polizia religiosa del Paese.
L’Arabia Saudita interpreta in modo molto severo le leggi dell’Islam e non ha mai fatto deroghe al divieto di guida. Ma il grande successo internazionale del film «La bicicletta verde», scritto e diretto dalla regista saudita Haifaa al-Mansour, che racconta la storia di una bambina di 11 anni di Riad determinata a perseguire il sogno di avere una bici, evidentemente ha smosso le acque, aprendo una breccia in quella società fortemente conservatrice e tradizionale.
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