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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
25.02.2013 Nuovi scenari in Medio Oriente?
commento di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 25 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Nuovi scenari in Medio Oriente?»

Nuovi scenari in Medio Oriente?
commento di Federico Steinhaus


Federico Steinhaus

In queste ultime settimane tre eventi, non connessi fra loro, suscitano interrogativi:


Mohamed Morsi

1) Il presidente egiziano Morsi ha allagato alcuni dei numerosi tunnel che collegano la striscia di Gaza all’Egitto e che sono fonte di importazione clandestina di beni armi ed uomini verso Gaza ma anche verso l’Egitto; contestualmente Morsi ha ribadito che intende rispettare integralmente il trattato di pace fra Egitto ed Israele, a suo tempo firmato da Sadat e Begin.


Hassan Nasrallah

2) Un portavoce della resistenza siriana ha accusato il leader di Hezbollah  Nasrallah di essere un criminale, ovviamente riferendosi al sostegno che Hezbollah garantisce al presidente siriano Assad.

3) In Israele altri 4500 prigionieri  palestinesi hanno iniziato uno sciopero della fame parziale (il rifiuto della colazione) che potrebbe trasformarsi in uno sciopero della fame vero e proprio, che già viene attuato da alcuni altri terroristi imprigionati; sassaiole ed altre manifestazioni di violenza o di forte contestazione da parte degli arabi palesstinesi ed israeliani accompagnano questa delicatissima situazione.

Le decisioni di Morsi sono ovviamente importanti e dettate, oltre che dalla necessità vitale per l’Egitto di non perdere le già di per sé modeste simpatie dell’occidente ed in particolare degli Stati Uniti, dal pericolo che per il suo regime proviene dall’esistenza di bande armate islamiste nel Sinai. La resistenza siriana a sua volta mostra diffidenza se non ostilità nei confronti di un’importante componente militare e politica dell’asse Iran-Siria-Libano, ma nell’enigmatico mondo dei rapporti interarabi non riveste altro significato che questo.

Quel che invece potrebbe portare ad inattesi sviluppi della questione palestinese e cogliere impreparato il governo israeliano è proprio la protesta silenziosa – ma non poi tanto – che ruota attorno allo sciopero della fame, un’arma più letale dei kalashnikov e delle cinture esplosive. Gli israeliani sanno difendersi molto efficacemente dalle armi convenzionali e l’uccisione di civili innocenti induce l’opinione pubblica a simpatizzare con le vittime. Ma in questo caso la solidarietà va quasi automaticamente a chi sceglie lo sciopero della fame, qualunque siano le sue motivazioni ed il suo passato da terrorista. Come si fa ad impostare un ragionamento asettico su qualcosa che turba la coscienza e colpisce allo stomaco?


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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