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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - La Stampa Rassegna Stampa
21.02.2013 Giudicare un esercito intero basandosi sul comportamento scorretto di un singolo soldato
un criterio applicato quasi solo a Tzahal. Come mai ? Cronaca di Davide Frattini

Testata:Corriere della Sera - La Stampa
Autore: Davide Frattini - Redazione della Stampa
Titolo: «Bimbo palestinese nel mirino. L'imbarazzo d'Israele - Bambino nel mirino del soldato. Polemica sull’esercito israeliano»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/02/2013, a pag. 17, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Bimbo palestinese nel mirino. L'imbarazzo d'Israele ". Dal sito internet della STAMPA, l'articolo dal titolo "Bambino nel mirino del soldato. Polemica sull’esercito israeliano" .

Se si dovesse giudicare basandosi sul comportamento di un singolo soldato, qualunque esercito potrebbe essere messo sul banco degli accusati.
Ma questo criterio selettivo viene applicato quasi esclusivamente a Israele. Già, come mai ?
Ecco gli articoli:

CORRIERE della SERA - Davide Frattini : " Bimbo palestinese nel mirino. L'imbarazzo d'Israele"


Davide Frattini               Osher Maman, soldato di Tzahal

GERUSALEMME — A quattordici anni si è presentato a scuola con una pistola ad aria compressa («pericolosa» secondo il verbale della polizia) e ha minacciato due compagne di scuola. Da maggiorenne ha lasciato la Florida per tornare in Israele, dov'è nato, e imbracciare le armi dei «grandi». Come scrive in una foto pubblicata su Instagram, a petto nudo, il fucile mitragliatore puntato: «Entra nelle forze armate e ti sentirai un boss».
Osher Maman è il secondo soldato in pochi giorni a imbarazzare i portavoce di Tsahal e a costringerli a intervenire per limitare i danni d'immagine causati dagli scatti rilanciati via Internet. Come quello postato sempre su Instagram da Mor Ostrovski, 20 anni: un bambino palestinese è inquadrato di spalle nel mirino di un'arma. Per l'attivista Ali Abunima, cofondatore del sito Electronic Intifada, la foto «è di cattivo gusto e inumana: sottintende che i piccoli palestinesi siano bersagli».
Il militare ha spiegato di non essere l'autore, di aver trovato l'immagine in rete e di averla solo diffusa: non è bastato a evitargli un rimprovero e le due pagine di pubblicità non voluta dedicate dal quotidiano locale Maariv alla vicenda. Che scrive: «Le nuove tecnologie sono a portata di ogni soldato con un telefonino, chiunque indossi l'uniforme diventa un portavoce delle forze armate con il potere di influenzare il credito internazionale di Israele». Eppure — continua il giornale — «quando si parla di questo conflitto il mondo e la rete virtuale perdono la misura. Un palestinese nel mirino di un israeliano vale più di mille arabi o abitanti del Darfur uccisi il mese scorso da altri musulmani».
Breaking the silence, l'associazione di veterani e riservisti israeliani impegnata a raccontare quello che succede nei territori palestinesi, ricorda una foto di dieci anni fa, ancora una volta un ragazzino visto attraverso il canocchiale montato sull'arma. «Gli strumenti sono cambiati, il modo in cui le immagini vengono condivise è cambiato. Restano uguali l'arroganza che nasce dalla troppa forza e la mancanza di rispetto per la dignità umana».
Il caso di Osher Maman è considerato più grave dall'esercito, che sta investigando. Sulla pagina Facebook il ventenne arruolato in una unità d'élite posa nudo con il fucile mitragliatore o mentre fuma uno spinello in divisa. Sulla mappa della Striscia di Gaza è sovrimpressa la scritta in ebraico: «Presto diventerà un gigantesco parco dei divertimenti».
Altri messaggi esprimono odio e disprezzo per i palestinesi: «Continuerete ad andare in galera, le vostre case verranno perquisite e avrete una vita schifosa fino a quando morirete».

La STAMPA - " Bambino nel mirino del soldato. Polemica sull’esercito israeliano"


La foto col bambino nel mirino

Nuovo scandalo per l’esercito israeliano, dopo la pubblicazione su Instagram di una fotografia che mostra la testa di un bambino palestinese nel mirino di un fucile. Stando a quanto riportato dal Guardian, l’immagine è stata pubblicata dal soldato Mor Ostrovski ed è stata rimossa sabato scorso. 

Scattata in un villagio arabo della Cisgiordania, la fotografia è stata scovata e rilanciata inizialmente dal sito web Electronic Intifada. 

Il blogger palestinese, Ali Abunimah, fondatore del sito, l’ha definita “semplicemente di cattivo gusto e disumana. Incarna l’idea che i bambini palestinesi sono un bersaglio”. L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver avviato un’indagine. Da parte sua, Ostrovski ha dichiarato alle forze armate di non aver scattato lui la fotografia, ma di averla trovata su internet.   

Anche ’Breaking the Silence’, un’organizzazione di veterani israeliani impegnata a far conoscere le condizioni di vita in Cisgiordania, ha condannato l’immagine: “Non mostra com’è l’occupazione, ma com’è il controllo militare sulla popolazione civile”. Il Guardian ricorda che l’esercito israeliano è stato scosso da una serie di scandali fatti emergere proprio da siti come Electronic Intifada, uno dei più rigorsori sulle pubblicazioni da parte di soldati israeliani.

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