venerdi 09 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.02.2013 Tunisia nel caos: il premier Jebali si dimette
cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 febbraio 2013
Pagina: 19
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Tunisia senza pace. Si dimette il premier, trionfano i falchi»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/02/2013, a pag. 19, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo "Tunisia senza pace. Si dimette il premier, trionfano i falchi".


Hamad Jebali                              Francesco Battistini

«Non ci sto». Come i piccoli indiani, uno dopo l'altro cadono gli uomini che tentano d'evitare alla Tunisia il caos. Neanche due settimane fa ci avevano pensato i sicari, ad ammazzare la speranza laica di Chokri Belaid, capo dell'opposizione. Ieri è toccato ai cecchini islamici impallinare la speranza pragmatica dell'ingegner Hamad Jebali, loro premier e compagno di partito che dopo l'assassinio eccellente stava tentando la via difficile d'un governo tecnico. Sostenuto solo a parole dalla maggioranza turbomusulmana di Ennahda, più attento alla crisi economica che alle riforme politiche del dopo rivoluzione, Jebali ha perso la sua sfida impossibile al padre padrone di Ennahda, Rashid Gannouchi: formazione francese, co-fondatore del movimento islamico e incarcerato sotto la democratura di Ben Ali, l'ingegnere aveva capito che non si va lontano se in testa si ha solo la tabaa, il callo sulla fronte dei musulmani osservanti, e non un'idea riformatrice del Paese. «Il governo tecnico è la via migliore per uscire da questa situazione», aveva detto. Tre giorni fa, a margine d'una contro manifestazione in cui sventolavano pure le bandiere nere dei salafiti, Gannouchi aveva dato il suo pollice verso: «Non lasceremo mai il potere», l'avvertimento che tutti hanno capito. Non restano che le elezioni, probabilmente dopo l'estate. Jebali s'accommiata: «Me ne vado, ma non è il fallimento della Tunisia o della rivoluzione dei gelsomini». Sarà per il gelo che spazza Tunisi: ne fioriscono pochi, due anni dopo.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT