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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.11.2012 Stato palestinese all'Onu: l'Italia indecisa
La cronaca di Maurizio Caprara

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 novembre 2012
Pagina: 13
Autore: Maurizio Caprara
Titolo: «Stato palestinese: L'Italia chiede una linea europea»

Si, no, certo,  ma anche.. ecco la linea in politica estera del nostro paese. Il Ministro degli Esteri Terzi riceve il cosidetto ministro palestinese Malki, venuto a Roma in cerca dell'appoggio italiano alla candidatura palestinese all'Onu, e, secondo antica tradizione, svicola. "Ci vorrebbe un voto europeo", dice Terzi, così semi accontenta Malki, non si sbottona, insomma non esprime il suo pensiero.
Ecco l'articolo di Maurizio Caprara dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/11/2012, a pag.13, con il titolo " Stato palestinese: L'Italia chiede una linea europea "

Giulio Terzi, Ministro degli Esteri

ROMA — Il «cessate il fuoco» tra Israele e Hamas su Gaza non elimina per l'Italia un problema: che cosa votare sulla risoluzione con la quale l'Autorità nazionale di Abu Mazen vorrebbe far salire alle Nazioni Unite la condizione della rappresentanza palestinese da delegazione di «ente» con invito permanente a quella di Stato osservatore non membro? A caldeggiare un «sì» alla proposta che verrà portata il 29 novembre nell'Assemblea generale a New York è stato ieri alla Farnesina il ministro degli Esteri palestinese Riad al Malki.
Ricevuto dal suo collega Giulio Terzi, l'inviato di Abu Mazen ha giudicato il colloquio «franco e amichevole». In pubblico Terzi ha affermato che la scelta italiana «non è ancora definita» perché il governo punta a una posizione comune dell'Unione Europea e reputa i negoziati israeliano-palestinesi «il principale binario» per un processo di pace.
Tra i 193 Paesi dell'Onu, Abu Mazen conterebbe su oltre 120 voti. Il governo italiano preferirebbe un'astensione europea. Qualora non la ottenesse, Israele, contrario alla richiesta palestinese, ha chiesto nei canali diplomatici di votare contro per bilanciare i favorevoli dell'Ue. I presupposti per una spaccatura non mancano: Svezia, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo, Malta sono per il «sì», la Francia non lo esclude. La Repubblica Ceca tende verso il «no», Germania e Olanda potrebbero aggiungersi. Di astensionisti ne esistono, ma qualcuno teme che il rafforzamento di Hamas non debba indurre a indebolire Abu Mazen. Nell'attesa, Terzi si è premurato di dire: il voto «non va interpretato come un referendum tra Stato palestinese sì o no».

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