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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ansa - Il Manifesto Rassegna Stampa
13.11.2012 Razzi da Gaza, Israele pronto a rispondere, ma Giorgio difende Hamas
Una delegazione di parlamentari italiani in visita nel kibbutz di Kfar Gaza

Testata:Ansa - Il Manifesto
Autore: Redazione di Ansa - Michele Giorgio
Titolo: «Delegazione di parlamentari italiani visita kibbutz vicino a Striscia - Venti di guerra soffiano su Gaza»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 13/11/2012, a pag. 9, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo "Venti di guerra soffiano su Gaza", preceduto dal nostro commento. Pubblichiamo il lancio ANSA dal titolo "Delegazione di parlamentari italiani visita kibbutz vicino a Striscia".

ANSA - " Delegazione di parlamentari italiani visita kibbutz vicino a Striscia"


Fiamma Nirenstein

''Una situazione di insopportabile sofferenza per la popolazione civile''. Parole della vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera Fiamma Nirenstein che, insieme ad una delegazione di parlamentari italiani dell'Associazione di Amicizia Italia-Israele, ha visitato oggi il kibbutz di Kfar Gaza, colpito dai missili lanciati dalla Striscia.

''La gente non ne puo' piu' - ha detto Nirenstein, da alcuni giorni in Israele nel consueto viaggio dell'Associazione - I bambini non possono uscire all'aperto e sono costretti a vivere tutto il giorno in ambienti blindati a riparo dei razzi. Ci sono feriti e persone in stato di shock a causa dello spietato attacco missilistico che nelle ultime 48 ore ha colpito le comunita' israeliane prossime alla Striscia con circa 140 razzi''.

La delegazione ha anche fatto visita a Shai Hermesh, deputato del parlamento israeliano e membro del kibbutz di Kfar Gaza . ''A tutti loro - ha detto Nirenstein anche a nome degli altri componenti della delegazione - abbiamo manifestato il nostro affetto contro la violenza terroristica''.

Il MANIFESTO - Michele Giorgio : "Venti di guerra soffiano su Gaza"


Michele Giorgio

Michele Giorgio intona la solita litania secondo la quale i razzi lanciati da Hamas  non sono da condannare mentre la risposta israeliana sì perché i primi farebbero solo 'danni', mentre la seconda ammazza e ferisce terroristi. Una teoria talmente assurda da trovare spazio solo sulle pagine del quotidiano comunista.
Che cosa si aspetta un terrorista che lancia un missile contro uno Stato limitrofo? Sarebbe sufficiente che Giorgio rispondesse a questa domanda per rendersi conto della malafede delle tesi che rifila ai suoi lettori.
Ecco l'articolo: 

Si respira lo stesso clima da attacco imminente del dicembre 2008. È un’aria pesante, di guerra, di «Piombo fuso 2». Le principali reti televisive israeliane ieri hanno trasmesso ore di diretta da Sderot e altre città del sud del paese dove cadono i razzi palestinesi. Un canale ha spiegato che Israele ha varie opzioni: attaccare via terra in modo «limitato»; distruggere le sedi dei ministeri del governo di Hamas o colpire le case dei dirigenti del movimento islamico; interrompere totalmente la fornitura di servizi, a partire dall’elettricità. Rari gli accenni ai morti di Gaza: sette, tra i quali quattro civili e oltre 50 feriti. I politici, dalla destra ai laburisti, ripetono e spiegano in coro che «ormai » non resta che attaccare. Israele prepara ilmondo alla guerra «inevitabile »mentre il governo dell’Anp a Ramallah tace, come se il milione e 600mila abitanti di Gaza non fossero palestinesi, persone, ma solo dei sudditi docili e obbedienti del governo rivale di Hamas. Qualcuno ha ironicamente scritto che la campagna per le legislative israeliane è cominciata sabato scorso a Gaza. Netanyahu però non ha bisogno di un conflitto a Gaza per vincere le elezioni. I sondaggi sono tutti dalla sua parte. Piuttosto una nuova «Piombo fuso» finirebbe per generare tensione in tutta la regione, aprendo la strada ad altri conflitti e creando forse le condizioni per il raid israeliano contro le centrali atomiche iraniane. Il premier israeliano lascia intende che l’attacco a Tehran ci sarà, prima o poi, perché è inevitabile, proprio come l’attacco a Gaza. Il fuoco aperto, anche ieri, in direzione della Siria, dall’artiglieria israeliana in risposta alla caduta nel Golan (che, peraltro, è territorio siriano occupato) di colpi partiti dall’altra parte delle linee d’armistizio, offrono un esempio concreto di come rischiano di moltiplicarsi gli scenari di conflitto. «Stiamomonitorando da vicino quanto sta succedendo e risponderemo in maniera appropriata... Nessuno dei nostri governi (in Occidente, ndr) accetterebbe una situazione del genere e nemmeno noi la accettiamo. Io non sono disposto ad accettarla. Pertanto operiamo per metterle fine... Il mondo deve comprendere che Israele ha il diritto ed il dovere di difendere i propri cittadini.. Non staremo con le mani in mano di fronte agli attacchi ripetuti, quasi ogni giorno, sui nostri civili, sui nostri bambini». Così Netanyahu ieri a Ashkelon si è rivolto a decine di ambasciatori stranieri, tra cui quello italiano. Una narrazione a senso unico degli avvenimenti di questi ultimi giorni: 150 razzi palestinesi piovuti in 72 ore sul sud di Israele, non hanno uccisomahanno fatto danni e alcuni feriti e tengono sotto pressione decine di migliaia di israeliani costretti a scendere nei rifugi quando suona la sirena di allarme. Un razzo Grad ha colpito in pieno una abitazione a Netivot. Non ci sono state vittime ma solo danni. Ma anche i palestinesi sono uomini, donne e bambini che desiderano vivere sereni, senza embargo e chiusura dei valichi, senza gli «omicidi mirati» che Israele compie nelle strade di città e villaggi per eliminare fisicamente «pericolosi terroristi che programmavano attentati». Sul versante israeliano, nonostante «la pioggia di razzi», non ci sono stati morti. Al contrario i palestinesi piangono tante vittime. I diplomatici convocati da Netanyahu le ritengono semplici «danni collaterali della guerra al terrorismo»? Forse. È evidente già da tempo che per i governi occidentali la vita dei palestinesi vale davvero poco. Ci piacerebbe credere che almeno uno degli ambasciatori che ieri ascoltavano il premier Netanyahu conosca il nome di Hamed Abu Daqqa, ucciso a 13 anni la scorsa settimana da colpi sparati da mezzi corazzati israeliani entrati nella Striscia di Gaza. «Hamed era un tifoso del Real Madrid – ci ha raccontato Rosa Schiano un’attivista italiana che vive a Gaza e ha visitato la famiglia del bambino – i genitori mi hanno detto che amava giocare a calcio e stava calciando il pallone quando è stato colpito. Amava il calcio e la sua famiglia, il padre e la madre sono distrutti dal dolore ». La maglietta dei Galacticos madrileni sporca di sangue ora è sul lettino vuoto di Hamed. E mentre ieri i cacciabombardieri si levavano in volo in direzione della Striscia di Gaza, il ministro della difesa Barak ha dato il via libera alla costruzione di 600 nuove case per coloni a Itamar nella Cisgiordania palestinese occupata.

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