Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Islamico massacra i figli per punire la moglie che l'ha lasciato. Islam moderato ? commenti di Souad Sbai, Isabella Bossi Fedrigotti
Testata:Libero - Corriere della Sera Autore: Souad Sbai - Isabella Bossi Fedrigotti Titolo: «La vendetta dei padri islamici e quegli allarmi inascoltati»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 08/11/2012, a pag. 22, l'articolo di Souad Sbai dal titolo " Con l’islam violento pagano sempre le donne ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 44, l'articolo di Isabella Bossi Fedrigotti dal titolo " La vendetta dei padri islamici e quegli allarmi inascoltati ". Ecco i pezzi:
LIBERO - Souad Sbai : " Con l’islam violento pagano sempre le donne"
Souad Sbai
Solo una madre può conoscere il devastante distacco della propria anima quando un figlio viene a mancare. Un distacco che è uno sradicamento senza anestesia, dal quale non ci si riprende mai, anzi, si vorrebbe tornare indietro e non aver mai amato chi oggi non si può più amare, non aver mai abbracciato chi oggi non si può più abbracciare. Chi uccide i tuoi figli uccide la tua voglia di vivere e strappa le ali al tuo respiro. Lo sa bene la giovane marocchina di Umbertide, i cui duebambinidi 8 e 12 anni sono stati massacrati dal padre perché la fine della storia con la donna era cosa fatta e lei faceva una vita troppo libera per i suoi gusti: integrata, lavoratrice e soprattutto senza velo. Chi conosce quell’uomo che stranamente non ha mai registrato il suo matrimonio in Italia, e ha scritto, perfettamente addestrato, frasi sconnesse per tentare la via dell’attenuante, parla di una visione oscura della vita, tale che i maltrattamenti e le botte prendesseromanmano il sopravvento nella quotidianità familiare e che quindi la giovane compagna, non potendone più, abbia deciso di denunciarlo e di lasciarlo. E lì il drammasiconsuma conla violenza e la ferocia che ormai in Italia siamo abituati a vedere. Ma a differenza di altri casi, come quello di Rachida il cui marito-assassino una settimana fa ha avuto 30 anni di carcere, qui la follia omicida dell’uomo si scaglia contro i bambini, innocenti. Uccidendo i bambini, tocca il plafond dell’odio e della violenza cieca contro quella donna che aveva trovato il coraggio di alzare la testa e guardare avanti. Ma non era suo diritto e lui ha deciso di strapparle il cuore, annullando ogni possibilità di tornare a vivere. Episodio di una crudeltà abissale, perché il solo pensare che quei bambini, che hanno con naturale ingenuità aperto la porta al padre, non sapevano di stare aprendo la porta al carnefice che li avrebbe sgozzati, fa venire un senso di impotenza assoluto. Varie ricerche nelmondoeuropeo, arabo e mediorientale, ricordano come le patologie psicologiche siano all’ordine del giorno; non è esente il Marocco, di cui TelQuel del marzo 2007 riporta un’inchiesta del Ministero della Salute che spiega come 1,8 milioni di cittadini soffrano di patologie ossessivo-compulsive. Che coniugate con un vivere quotidiano improntato alla chiusura mentale tipica di alcuni centri religiosi «fai da te», diventa una miscela deflagrante, che l’estremismo sfrutta appieno. La frequenza degli episodi delittuosi di cronaca suggerisce che la vicenda vada trattata con un approccio diverso e che c’è un problema alla radice che va contrastato. Se il rischio di esplosioni violente potrebbe essere presente in nuce e alcune realtà radicali lo sfruttano per creare dei mostri, ecco che tutto prende una forma diversa. Forma diversa di cui fanno le spese sempre e comunque le donne, direttamente o indirettamente. Perché se è vero che vicende come questa non accadono solo in termini e ambienti come quelli che tante volte su questo giornale abbiamo descritto, è altrettanto vero che la frequenza con cui accadonoin determinati contesti comunitari, infestati da un cieco radicalismo, è emblematica; «Vuoi vivere, lavorare, crescere, parlare con gli altri, non portare il velo? Pensaci bene, perché l’alternativa è la morte ». Questa frase risuona nella mente delle donne che oggi in Italia decidono di cambiare strada e uscire dall’incubo di una pressione psicofisica insostenibile, per sé e per i propri figli. Oggi nonmuoiono solo due bambini ma anche la loro madre, che avrebbe preferito essere al loro posto piuttosto che non vederli mai più e sognare ogni notte, fra le lacrime, il loro volto e i loro occhi, vicini allo sguardo ma ormai irraggiungibili.
CORRIERE della SERA - Isabella Bossi Fedrigotti : " La vendetta dei padri islamici e quegli allarmi inascoltati"
Isabella Bossi Fedrigotti
Che la democratizzazione dell'Islam, la mitigazione di quello più radicale ed estremista, sarebbe passata per le donne, lo si era immaginato. Come, del resto, si era immaginato che lo scontro di civiltà, nel quale si trovano immersi molti immigrati, sarebbe stato smussato per opera delle donne. Sono soprattutto loro, infatti, che, se possono, grazie ai figli e ai bisogni di casa vanno esplorando la nostra realtà. Forse, però, non si era pensato abbastanza al prezzo spesso assai alto che quest'opera di più o meno cauta apertura avrebbe portato con sé. Le tante figlie, e qualche volta anche mogli, ammazzate qui in Italia da padri, zii, fratelli o mariti, a causa dei loro costumi troppo occidentalizzati, sono tragicamente lì a provarlo. Stavolta, tuttavia, il prezzo — in altro modo non lo si può chiamare — è stato, se possibile, ancora più elevato. Due bambini di otto e dodici anni scannati dal papà per punire la loro mamma colpevole di volersi separare sono, infatti, un sacrificio umano insopportabile. Tanto che è obbligatorio chiedersi se qualcosa non è stato trascurato per prevenire un simile massacro. A maggior ragione poiché, a questo punto, si esce dall'ambito esclusivo dello scontro di civiltà, degli immigrati che possono esprimere con la violenza sulle loro donne la frustrazione di una vita troppo difficile, troppo diversa sia da quella sognata che da quella lasciata alle spalle, e si entra anche nel mondo nostro, dei tanti uomini che, per frustrazione travestita da «troppo amore», quasi sempre dovuta a separazioni, divorzi, abbandoni, «puniscono» in modo efferato, le loro disgraziate mogli, fidanzate compagne ed ex compagne. L'attenzione a questi rischi dovrebbe perciò essere abbastanza costante tra le forze dell'ordine. E invece si ha l'impressione che troppo spesso i segnali di pericolo siano trascurati, come se ragionevolmente non ci si volesse convincere che un essere umano possa ammazzare con crudeltà la propria donna o i propri piccoli figli. Come stavolta: una denuncia della moglie per maltrattamenti con intervento dei carabinieri per sedare un litigio tra i coniugi non è purtroppo — chissà comprensibilmente — stato ritenuto un segnale abbastanza forte di imminente tragedia.
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