Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/10/2012, a pag. 23, l'articolo di Monica Ricci Sargentini dal titolo " Caccia turchi intercettano jet siriano ". Dalla STAMPA, a pag. 14, l'articolo di Giordano Stabile dal titolo " Soldati americani inviati in Giordania ".
Ecco i pezzi:
CORRIERE della SERA - Monica Ricci Sargentini : " Caccia turchi intercettano jet siriano "

L'aereo bloccato
Ankara e Damasco sempre più ai ferri corti. Ieri alcuni caccia turchi hanno intercettato un aereo civile siriano, un Airbus 320, che proveniva da Mosca e lo hanno costretto ad atterrare nella capitale turca. Il sospetto (fondato) era che a bordo, oltre ai 37 passeggeri, ci fosse una fornitura bellica per il regime di Assad. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu parlando da Atene: «A bordo abbiamo trovato merce illegale che sarebbe dovuta essere segnalata in linea con le regole dell'aviazione civile. Avevamo ricevuto informazioni che l'aereo conteneva un carico non autorizzato — ha detto —. Era nel nostro diritto ispezionarlo. Siamo determinati a controllare il flusso di armi verso un regime che massacra brutalmente i civili. È inaccettabile che i siriani usino il nostro spazio aereo per questi scopi». Il ministro ha anche aggiunto di non ritenere che l'episodio possa danneggiare «significativamente» le relazioni tra Mosca e Ankara.
Per paura di una rappresaglia è stato ordinato agli aerei di linea turchi di non sorvolare i cieli siriani. Intanto all'aeroporto Esenboga dopo un'ispezione meticolosa del velivolo le autorità turche trovavano componenti missilistici e per i sistemi di comunicazione militari. Non proprio una «pistola fumante», cioè un vero e proprio carico di armi che avrebbe messo in seria difficoltà Mosca. Dopo il sequestro del materiale l'aereo ha ricevuto il via libera per continuare il volo.
Al confine tra i due Paesi, intanto, la tensione sale sempre di più. Ieri il comandante delle forze armate di Ankara, il generale Necdet Ozel, ha detto che l'esercito turco risponderà «con più forza» se i bombardamenti dalla Siria continueranno. Il generale ha passato in rassegna le truppe nella città di Akcakale, dove la settimana scorsa cinque civili sono stati uccisi dall'esercito siriano.
Anche la Nato si sta attrezzando all'eventualità di un'escalation militare. Martedì scorso il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, aveva dichiarato che l'organizzazione è pronta a difendere la Turchia.
Ieri Damasco ha respinto la richiesta di un cessate il fuoco unilaterale avanzata dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, mentre gli scontri tra forze lealiste e ribelli continuano a infuriare nei sobborghi di Damasco, ad Aleppo e a Homs. Almeno 170 persone sono state uccise ieri in tutto il Paese.
La STAMPA- Giordano Stabile : " Soldati americani inviati in Giordania "

Giordania
Gli Stati Uniti hanno inviato in segreto l’estate scorsa in Giordania una task force di specialisti ed esperti militari per aiutare le forze armate giordane a far fronte all’ondata di profughi siriani, a gestire la preparazione per l’eventualità che Damasco perda il controllo delle sue armi chimiche e per essere già in una posizione avanzata nel caso il conflitto siriano dovesse allargarsi. Lo ha rivelato ieri il New York Times, citando funzionari americani: la missione comprende anche l’elaborazione di piani per isolare la Giordania - uno dei maggiori alleati degli Stati Uniti nella regione - dalla rivolta in Siria, e per contribuire a evitare scontri analoghi a quelli che si stanno verificando da giorni al confine tra Turchia e Siria. La task force, che conta oltre 150 militari, è basata in un campo addestramento dell’esercito giordano a Nord di Amman, a un cinquantina di chilometri dal confine con la Siria.
L’indiscrezione è stata parzialmente confermata dal segretario alla Difesa Leon Panetta, durante una conferenza stampa ieri nel quartier generale della Nato a Bruxelles: gli Stati Uniti cooperano con la Giordania «ormai da un po’ di tempo» e «un gruppo delle forze americane» è nel Paese per «sviluppare la capacità militare e operativa utile per affrontare qualsiasi evenienza» nonché per rafforzare la relazione con Amman «se la situazione in Siria peggiorerà». La notizia è stata però poi smentita in maniera stizzita da Amman: sono «informazioni infondate», ha detto un portavoce dell’Esercito giordano, aggiungendo che le Forze Armate del regno «sono in grado di far fronte ad ogni genere di minaccia».
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