Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Theodor Herzl, Vecchia terra nuova Il commento di Giulio Busi, sbagliata la titolazione
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 07 ottobre 2012 Pagina: 29 Autore: Giulio Busi Titolo: «Herzl e la favola sionista»
Sul SOLE24ORE- Domenica, di oggi, 07/10/2012, a pag. 29, Giulio Busi recensisce il libro di Theodor Herzl "Vecchia terra nuova", sotto una titolazione sbagliata, rivelatrice dell'incompetenza di chi l'ha fatta. Non 'favola', ma novella, che nel caso di Herzl - come nota Busi- significa 'annuncio', non 'favola', che è tutt'altro. A parte questo svarione, il testo di Busi è perfetto come sempre. Il libro verrà inserito quanto prima nella sezione 'Libri Raccomandati', curata da Giorgia Greco. Eccolo:
Theodor Herzl, Vecchia terra nuova, a cura di Roberta Ascarelli, Bibliotheca Aretina, Arezzo, pagg. 238, € 20,00
«Straordinariamente bello, cortese, affabile, divertente», come lo definiva l'amico Stefan Zweig. Un tipo da salotto, insomma, fatto apposta per imporsi nell'alta società a colpi di savoir faire. Theodor Herzl, nato a Budapest nel 1860, non aveva certo i tratti del politico di professione. Giurista mancato, giornalista insoddisfatto, autore teatrale di discreto successo, romanziere garbato, un eclettico di buon talento ma incapace del colpo di genio. Se non che, da questa personalità poliedrica e, in fondo, irrisolta, è uscita una delle ultime, e più contrastate utopie moderne, il sionismo. Trovata, questa sì, geniale, ibrido arrischiato tra letteratura e impegno rivoluzionario. Il modo migliore per scoprire la natura romanzesca del sionismo è, appunto, leggersi un romanzo. Altneuland, un bisticcio di parole che si può rendere con «Vecchia terra nuova», è l'esperimento narrativo a cui Herzl affidò la buona novella sionistica, dopo aver tentato per anni di convincere i potenti di mezzo mondo a sponsorizzare il ritorno di Israele a una propria patria. Disorganico e a tratti farraginoso, Altneuland non è certo un sommo capolavoro letterario. Il contrasto tra i vizi della società ebraica assimilata e una Palestina redenta dalla nuova ideologia è però reso con una forte carica polemica. La Terra Promessa trasfigurata dal progresso, era nel 1902, all'uscita del libro, pura illusione. Sarebbe diventato realtà solo mezzo secolo più tardi, al prezzo che sappiamo.
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