Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Brescia, rifiuta le nozze in Pakistan: il padre la fa violentare Scontro di civiltà ? La cronaca di Beatrice Raspa
Testata: La Stampa Data: 30 settembre 2012 Pagina: 16 Autore: Beatrice Raspa Titolo: «Rifiuta le nozze in Pakistan: il padre la fa violentare»
Sulla STAMPA di oggi, 30/09/2012, a pag.16, con il titolo "Rifiuta le nozze in Pakistan: il padre la fa violentare", un'altra cronaca di ordinario fanatismo islamico nel nostro paese. Se non è scontro di civiltà, saremmo curiosi di sapere perchè. Ecco l'articolo:
A19 anni non si ha voglia di dire sì per forza e non per amore. E a Safiya – il nome è di fantasia – arrivata a Brescia dal Pakistan nel 2008, di quel lontano cugino con cui avrebbe dovuto convolare a nozze non importava nulla. Sognava di scegliere l’uomo che sarebbe stato il padre dei suoi figli. Voleva vivere libera. Così si è presa di coraggio. Ha osato alzare la testa contro l’autorità paterna, e opporsi al progetto di vita pianificato da altri per lei. Risultato: mesi di segregazione in casa, botte, minacce di morte. Persino una violenza sessuale ad opera di un cugino suo coetaneo con la complicità del padre. Ora però Safiya è al sicuro. I carabinieri della compagnia di Salò l’hanno liberata dalla prigione in cui per 5-6 mesi è stata costretta a vivere, e l’hanno trasferita in una comunità protetta. E il genitore e il cugino, 43 e 19 anni, sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale aggravata e sequestro in concorso. In attesa di ulteriori approfondimenti – le indagini continuano e il riserbo da parte degli inquirenti è massimo – il Gip, che pure ha convalidato le manette, ha scarcerato i due.
Safiya è promessa a un cugino che nemmeno conosce, se non alla lontana. Il matrimonio s’ha da fare secondo tradizione in Pakistan. Per tornare in patria i genitori hanno già comprato i biglietti aerei. Il volo è previsto il 26 settembre 2012, ma il piano sfuma. Da sei mesi a questa parte il clima a casa si è fatto invivibile. Botte, insulti, minacce, divieto di uscire, un pressing psicologico insostenibile. Da quando la ragazza ha espresso a chiare lettere il rifiuto alle nozze combinate, ha raccontato lei stessa ai carabinieri e ancora prima a una amica, confidenze difficili da tradurre in una denuncia formale perché poco lineari, è bersagliata da una raffica di vessazioni. Il culmine, confida, addirittura una violenza sessuale perpetrata dal cugino. In preda all’esasperazione Safiya riesce a contattare una amica, che corre dai carabinieri. Nel frattempo però in famiglia si è sparsa la voce della soffiata dell’amica, e alle minacce si affianca a un coltello (sequestrato con i biglietti aerei). Il 26 settembre si avvicina. Non c’è più tempo per aspettare. La mattina stessa pur si sfuggire alla partenza Safiya tenta la fuga. Va dai militari. E poche ore dopo scatta il blitz.
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