venerdi 09 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.09.2012 Charlie Hebdo combatte l'islamicamente corretto e pubblica nuove vignette su Maometto
ma per i quotidiani italiani è una 'provocazione'. Perché ?

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 settembre 2012
Pagina: 17
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Nuove caricature di Maometto. In Francia è massima allerta»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/09/2012, a pag. 17, l'articolo di Stefano Montefiori dal titolo "Nuove caricature di Maometto. In Francia è massima allerta".


Una copertina di Charlie Hebdo con vignetta su Maometto, costata la distruzione della sede della rivista per mano di terroristi islamici circa un anno fa.

Charlie Hebdo pubblica nuove vignette su Maometto. Montefiori, come molti altri giornalisti sui quotidiani italiani di oggi, la definisce 'provocazione'. La satira su Maometto sarebbe 'provocazione'? La libertà di espressione non va garantita se non è islamicamente corretta?
Ecco il pezzo:

PARIGI — L'ultima volta che ha scherzato su Maometto, il 2 novembre dell'anno scorso, il settimanale satirico uscì con un numero speciale intitolato Charia Hebdo, con Maometto in qualità di caporedattore, per festeggiare ironicamente la vittoria del partito islamico Ennahda in Tunisia. La notte stessa una bottiglia molotov distrusse i locali del giornale (e la pagina di apertura del sito venne piratata con una foto della Mecca e versetti del Corano).
A distanza di neanche un anno, Charlie Hebdo torna a difendere a suo modo — con delle vignette su Maometto, come già fece nel 2006 — la libertà di espressione, mentre centinaia di estremisti musulmani manifestano violentemente in tutto il mondo, anche a Parigi, contro il video Innocence of Muslims.
Il numero di Charlie Hebdo che sarà oggi in edicola offre alcune vignette satiriche sul profeta dell'Islam all'interno, e nell'ultima pagina. In uno dei disegni si vede Maometto nudo, nel contesto di una parodia della celebre scena del film «Il disprezzo» di Jean-Luc Godard in cui Michel Piccoli ammira il corpo di Brigitte Bardot.
«Queste vignette turberanno quelli che vogliono essere turbati leggendo un giornale che non leggono mai — argomenta Charb, il direttore del settimanale —. Non chiedo certo agli integralisti islamici di leggere Charlie Hebdo, come io non andrei mai in una moschea a sentire discorsi contrari a ciò in cui credo». «Se qualcuno si sentirà insultato è perché le vignette escono dal contesto dell'edicola per finire poi su Internet», conclude piuttosto debolmente il direttore, come se la colpa fosse della rete che diffonde i contenuti e non di chi quei contenuti li produce.
La nuova provocazione di Charlie Hebdo, negli ultimi anni dilaniato dai conflitti interni e troppe volte in crisi di ispirazione, arriva nel peggiore dei momenti: sabato scorso circa 150 estremisti islamici hanno organizzato una manifestazione non autorizzata davanti all'ambasciata americana a Parigi, a pochi metri dall'Eliseo, per protestare contro l'ormai celebre video così come avevano fatto poche ore prima altri musulmani e militanti di Al Qaeda a Bengasi, fino a uccidere l'ambasciatore americano in Libia Chris Stevens.
Anche a Parigi la polizia è sembrata farsi prendere di sorpresa, poi ha fermato e identificato quasi tutti i dimostranti: alcuni pregiudicati, altri noti alle forze dell'ordine come vicini a gruppi radicali islamici. Il ministro dell'Interno Manuel Valls ha preteso un'inchiesta che mira a conoscere meglio la saldatura in corso tra salafiti e simpatizzanti di Al Qaeda, e proprio in queste ore i servizi francesi sono al lavoro per cercare di arrivare pronti alla giornata di sabato, quando — secondo l'attività registrata su Facebook e Twitter — potrebbe ripetersi a Parigi e in altre grandi città francesi una manifestazione come quella della scorsa settimana.
Ecco perché le reazioni all'annuncio di Charlie Hebdo sottolineano più l'irresponsabilità della redazione che la giusta difesa della libertà di espressione. Il primo ministro Jean-Marc Ayrault in un comunicato ha espresso «nel contesto attuale» la sua «disapprovazione nei confronti di tutti gli eccessi», facendo appello allo «spirito di responsabilità di ciascuno».
Il Consiglio francese del culto musulmano, l'organo ufficiale voluto da Sarkozy per dare una rappresentanza ai milioni di islamici in Francia, ha condannato «con il più grande vigore questo nuovo atto di islamofobia che vuole offendere deliberatamente i sentimenti dei musulmani. Profondamente legati alla libertà di espressione — continua il Cfcm — rivolgiamo un appello pressante a non cedere alla provocazione».
In copertina ci sono un musulmano seduto su una sedia a rotelle spinta da un ebreo ortodosso, con il titolo «Intouchables 2», riferimento al film campione di incassi («Quasi amici» in Italia). «Se si comincia a dire che siccome ci sono 250 esagitati davanti all'ambasciata bisogna rinunciare a pubblicare delle vignette — attacca il direttore Charb — allora significa che sono loro a dettare legge in Francia». Sembra un impacciato tentativo di ottenere un po' di attenzione e pubblicità, ma la polizia è in allerta.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT