Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
E' una carica di violenza, un odio generalizzato, un disprezzo della vita umana che a me fa paura e che percorre tutto il mondo islamico. Un'intolleranza spaventosa, che viene corteggiata da tutti coloro che chiedono scusa per questo o quell'episodio, compreso l'ultimo del film su Maometto. (A proposito, avete visto che subito si è accusato un regista ebreo, anzi israeliano, risultato inesistente? La tentazione di dare sempre la colpa agli ebrei si chiama antisemitismo, ma di questo nessuno chiede scusa...). "Brian di Nazaret" era un bellissimo film, non una schifezza porno, ma certamente prendeva in giro Gesù e il Vangelo, come un po' faceva anche "Jesus Christ Superstar" e un bel pezzo di arte contemporanea (vi ricordate lo scandalo della pipì sul crocefisso, a Bolzano, se non sbaglio, l'anno scorso?) come la "Passione" secondo Mel Gibson dipingeva in termini terribili il popolo ebraico; non mi risulta che queste "diffamazioni" abbiano suscitato suscitato più di civili proteste, com'è accaduto del resto anche allo spettacolo teatrale di Catellucci l'anno scorso. L'ebraismo europeo ha addirittura dedicato la giornata della cultura ebraica all'umorismo, che è in buona parta presa in giro di se stessi. Qualcuno ha pensato che questa autodiffamazione morbida era sbagliata (io, per esempio); ma nessuno ha dato in escandescenze o ha alzato un dito sui barzellettieri né sui comici antisemiti che costruiscono la propria carriera diffamando Israele (da Dieudonné in Francia a Ovadia in Italia).
Probabilmente la storia del film è una bufala. Ciò cui assistiamo è una prova di forza programmata da tempo, non a caso nell'anniversario delle Twin Towers, che si basa su una spinta all'odio e alla violenza che appartiene a tutta la cultura islamica, un risentimento insensato, che non ha pari in popoli molto più poveri emeno aiutati, che non stanno seduti sul petrolio, come nell'Africa centrale o in Estremo Oriente.
Niente può giustificare questa violenza, niente può far perdonare il linciaggio dell'ambasciatore americano, salvo che il razzismo. Lo ripeto, il razzismo. Il razzismo di Obama, della sinistra italiana e occidentale, dei cattolici progressisti. Il razzismo di chi dice, che volete, sono così, non riescono a trattenersi, poverini sono stati tanto oppressi, bisogna capirli, bisogna chiedere scusa, non bisogna provocarli, parlare in maniera critica o anche francamente ostile di Maometto deve diventare un reato... Trattarli come ragazzini ritardati è razzismo. Bisogna stabilire il valore della vita umana, essere fermi nel ribadire che i linciaggi, le lapidazioni, le impiccagioni, le condanne a morte continue, gli impalamenti, le mani tagliate, tutta la macelleria umana che impregna il Medio Oriente e in genere il mondo islamico, sono crimini contro l'umanità e come tali vanno combattuti da tutti.
Ugo Volli
PS: Questa sera è Rosh Hashanà, il capodanno ebraico. Auguro a tutti i lettori di Informazione Corretta un anno buono e dolce, in cui prevalgano le forze della ragione e il diritto di Israele di vivere in pace e in sicurezza