Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/08/2012, a pag. 17, l'articolo di Lorenzo Cremonesi dal titolo " Assad riappare e va in moschea. In aiuto ai ribelli gli 007 europei ". Da REPUBBLICA, a pag. 17, l'articolo di Andrea Tarquini dal titolo " Navi spia, droni e commando, la guerra segreta di Londra e Berlino per abbattere il regime siriano ", l'intervista di François Picard all'inviato Onu in Siria Lakhdar Brahimi dal titolo " Stop alla violenza, serve il dialogo fra Assad e ribelli ", preceduta dal nostro commento.
Ecco i pezzi:
CORRIERE della SERA - Lorenzo Cremonesi : " Assad riappare e va in moschea. In aiuto ai ribelli gli 007 europei "

Bashar al Assad
Bashar Assad riappare in pubblico dopo sei settimane di assenza. Giacca e cravatta, l'espressione contrita delle grandi occasioni. La televisione ufficiale del regime ha mandato in onda l'altra sera il filmato di lui che partecipa in moschea alle cerimonie di apertura per la Id el-Fitr, la celebrazione religiosa tradizionale che segna la fine del mese di Ramadan. La telecamera indugia sul volto mentre prega inginocchiato, poi le strette di mano con dignitari e imam. Vorrebbe essere un segnale di rassicurazione per la popolazione. La dimostrazione che, nonostante tutto, il presidente resta al suo posto, è pronto a continuare la lotta. Ma è proprio l'eccezionalità dell'avvenimento a comunicare l'esatto contrario. Era dal suo discorso al parlamento il 4 luglio che Assad non si faceva vedere in diretta. Da allora per lui la situazione non è altro che degenerata: con le nuove defezioni di politici e generali, con il crescere delle sommosse, con i combattimenti che hanno raggiunto il cuore della capitale. Il colpo più grave è stato l'attentato che il 18 luglio ha decapitato i vertici militari. Da allora i suoi spostamenti sono top secret. I gruppi dell'opposizione a Damasco sostengono che diverse moschee erano state transennate poco prima della sua apparizione, proprio per sviare eventuali attentatori. Alla fine è comparso in quella di Rihab al-Hamad, nel quartiere relativamente tranquillo di Al Muhajireen, solo poche centinaia di metri dalla sua residenza. Contrariamente al passato, la televisione non ha neppure trasmesso le immagini dell'arrivo e della partenza del suo convoglio.
A confermare che la situazione per il regime sta degenerando sono le rivelazioni apparse ieri sui settimanali britannico Sunday Times e tedesco Bild am Sonntag, secondo i quali i servizi segreti dei due Paesi starebbero aiutando il movimento della guerriglia rivoluzionaria. Il governo di Londra ha smentito. Eppure, il giornale specifica che gli 007 di Sua Maestà partiti dalle basi di Cipro e infiltrati in Siria avrebbero fornito dettagliate informazioni sui movimenti delle truppe lealiste, specie nella zona di Aleppo. Una nave spia tedesca con attrezzature di monitoraggio super sofisticate starebbe inoltre incrociando appena al di fuori delle acque territoriali siriane con la capacità di seguire le comunicazioni sino a 600 chilometri all'interno del Paese.
La REPUBBLICA - Andrea Tarquini : " Navi spia, droni e commando, la guerra segreta di Londra e Berlino per abbattere il regime siriano "


BERLINO — Generazioni or sono, furono nemici giurati in due guerre mondiali, poi alleati nella Nato durante la guerra fredda. Oggi sono in prima linea insieme per l’Europa, nella guerra di spie tra la dittatura di Assad e il mondo civile. Sembra una trama degna di John Le Carré o di Ian Fleming, ma qui gli eroi in azione restano senza nome né volto. Agli ordini di David Cameron e di Angela Merkel. Parliamo del leggendario MI5, il servizio segreto di Sua Maestà britannica, e del Bundesnachrichtendienst (Bnd), l’intelligence tedesca. Le loro informazioni, raccolte con le tecnologie più sofisticate, forniscono agli insorti siriani notizie preziose, e secondo i media dei due Paesi anche addestramento. È una guerra segreta, con a fianco i droni da spionaggio della U.S. Air Force, ed è difficile immaginare che il dittatore di Damasco possa vincerla. «Il regime di Assad è vicino alla fine». Con toni insolitamente espliciti, ci ha pensato Gerhard Schindler, il giurista nuovo presidente del Bnd, a fornire l'analisi della situazione. Il suo collega Jonathan Evans, direttore dell’-MI5, sicuramente la condivide, i due si conoscono e si stimano. L’alleanza è operativa, sul posto. Una nave-spia della Bundesmarine, la marina federale, ufficialmente registrata come Flottendienstboot, nave di servizio e assistenza, incrocia per il Bnd al largo della costa siriana. Ha a bordo gli apparati di sorveglianza lontana più moderni, sviluppati dai tedeschi insieme al Regno Unito. Può controllare ogni movimento delle truppe di Assad, fino a seicento chilometri in profondità nel territorio siriano. In tempo reale, le trasmette ai colleghi britannici, e agli americani. E a un altro alleato-chiave, che ci tiene a mantenere un profilo basso di facciata: la Turchia. Nella base Nato di Adana, uno dei siti più importanti della modernissima aviazione turca nell’area sono ormai stazionati, rivela Bild, specialisti del Bnd. A un passo dalle piste dove gli F16 ultima versione di Erdogan sono pronti al decollo su allarme per annientare ogni minaccia siriana, i tedeschi intercettano telefonate e comunicazioni radio, e mantengono i contatti con i ribelli. «Nessun altro servizio segreto occidentale ha fonti così buone in Siria come il Bnd», dichiara un ufficiale dell’intelligence Usa. Il Bnd ricambia la cortesia: «Siamo fieri di dare un contributo importante alla caduta del regime». Insieme ai tedeschi, i britannici operano da Akrotiri e Dhekelia, le loro basi a Cipro. E sui monti c'è il potentissimo centro di ascolto britannico, “l'occhio dell'Inghilterra” lo chiamano i ciprioti da decenni. Ci sarebbero anche Droni da ricognizione. L’operazione non finisce qui. Veterani dello Special air service, il mitico corpo speciale britannico, secondo quando hanno raccontato i media inglesi e tedeschi addestrano i migliori reparti delle forze ribelli siriane. Ufficialmente non sono più in servizio, lavorano per aziende di vigilanza e sicurezza private, ma la competenza è quella, e l'appoggio politico è tutto con loro. Gli 007 del Regno Unito, rivela il Times, hanno aiutato e dato supporto logistico ai rivoluzionari in azioni contro le truppe di Assad, compresa un'imboscata contro 40 mezzi blindati diretti verso una città. Infiltrare, prevenire, dissimularsi, puntare sul doppio gioco di agenti locali, sono sempre stati i segreti del successo dello MI5, che il Bnd ha imparato a dovere. Partendo da Cipro, gli agenti speciali inglesi raggiungono le basi turche, poi penetrano in territorio siriano ed entrano in azione. E centinaia di soldati delle forze speciali britanniche, Usa, israeliane si tengono pronte, quando il regime cadrà, a prendere il controllo del micidiale arsenale chimico del regime del presidente siriano Assad.
La REPUBBLICA - François Picard : " Stop alla violenza, serve il dialogo fra Assad e ribelli "


Lakhdar Brahimi
Riprendiamo questo pezzo che indica la funzione del tutto inutile dell'Onu. L'algerino Lakhdar Brahimi manifestando volontà di portare dialogo e pace firma il fallimento del suo mandato.
Ecco l'intervista:
LAKHDAR Brahimi, si direbbe che ovunque vi siano problemi nel mondo lei, da poco nominato inviato di Onu e Lega Araba in Siria, sia chiamato a disinnescarli: Haiti, Sudafrica, Afghanistan, Iraq, Libano. Stavolta, Damasco, la sua è davvero una “missione impossibile”? «Si tratta sempre di missioni difficili, e in effetti questa è particolarmente difficile ». Lei ha riflettuto a lungo prima di raccogliere il testimone di Kofi Annan? «Ero titubante. Ma è difficile rifiutare una richiesta di aiuto in una situazione così complessa, dove c’è tanta sofferenza ». I 300 osservatori militari in partenza da Damasco saranno sostituiti da una missione civile dieci volte inferiore. Quale peso avrà? «Non è necessaria una grande missione. Soprattutto, bisogna avviare un dialogo serio fra tutte le parti. Se no, è inutile». Ma l’opposizione è frammentata e le due parti non sembrano pronte a deporre le armi. «Purtroppo è così: la guerra civile è, fra tutti i conflitti, il più crudele. In Siria è già in corso da tempo. Si tratta di fermarla. Avevo detto fin dall’inizio che il vento della primavera araba non avrebbe risparmiato alcun Paese; che ciascun governo avrebbe potuto dirigere la trasformazione, altrimenti ne sarebbe stato vittima. La Siria non fa eccezione. Il cambiamento è inevitabile». Il presidente Bashar al-Assad deve andarsene? «Beh, vedremo. C’è già chi dice che io sia favorevole a che Assad rimanga. Per quanto mi riguarda, non è ancora il momento di affrontare questo punto». Il suo mestiere è di incontrare tutti. Però, un rapporto dell’Onu denuncia abusi umanitari da entrambe le parti. Lei potrà imporsi? «Sa, il vero obiettivo no è quello di dirsi a favore di questo o quello: è di aiutare i siriani facendo tutto il possibile. Se può essere utile che a un certo punto io batta il pugno sul tavolo, lo farò. Le dimissioni di Annan sono state un atto eminentemente politico a favore del popolo siriano. Ha detto che bisogna smettere di accusarsi a vicenda e adottare una posizione comune in sostegno delle aspirazioni del popolo». La Siria ha un mosaico di comunità complesso: si frammenterà? «La Siria era un esempio di coabitazione straordinario, ispirato a un sentimento di appartenenza nazionale. In questo senso era un Paese esemplare. Conoscevo molti siriani, ma non ho mai saputo chi fosse cristiano, musulmano, sciita, alawita. Questa era la Siria. Spero che i siriani non perdano questa qualità eccezionale. Che non accada come in Iraq».
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