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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
10.08.2012 Louise Mensch, una voce contro il pregiudizio anti-israeliano della BBC
Londonistan, di Annalisa Robinson

Testata:
Autore: Annalisa Robinson
Titolo: «Louise Mensch, una voce contro il pregiudizio anti-israeliano della BBC»

Louise Mensch, una voce contro il pregiudizio anti-israeliano della BBC
Attaccò la BBC in nome dei piccoli Fogel
di Annalisa Robinson


Louise Mensch, Annalisa Robinson


Le vittime della strage di Itamar

Il nome di Louise Mensch non è molto noto al di fuori del Parlamento britannico, ma è senz'altro degno di due parole affettuose nelle pagine di IC. Louise, eletta deputato alla Camera dei Comuni nel 2010 e destinata probabilmente a qualche carica nel rimpasto di governo annunciato per settembre, ha dato le dimissioni il 6 agosto per “motivi familiari” (ha tre bambini e un marito, Peter Mensch, che è manager di gruppi rock, tra i quali i Metallica e i Red Hot Chilli Peppers).  Molti conservatori l'hanno sempre considerata con scetticismo, come una “Cameron Cutie” - una delle donne giovani e carine, o celebrità minori, messe in lista da David Cameron nel 2010 come volto moderno e più palatabile del Partito Conservatore. Infatti Louise, che proviene da una famiglia della piccola nobiltà cattolica inglese ed è figlia di genitori attivi nel partito, è ancora abbastanza giovane (oggi ha 41 anni), molto carina, si esprime molto bene senza mai alzare i toni, ed è, con il suo nome da nubile, Louise Bagshawe, l'autrice di 14 romanzi del genere “chick-lit” (che affrontano in modo leggero e con humour questioni che riguardano le giovani donne di oggi, dallo shopping al lavoro, dai figli piccoli alla carriera, eccetera).  Un peso leggero, dunque; e infatti in un forum a lei dedicato, i lettori del Daily Telegraph, tradizionale portavoce dei valori del partito, l'hanno criticata con toni abbastanza pesanti, come una deputata della quale pochi sentiranno la mancanza nella zona in cui  è stata eletta (Corby, una zona industriale che ha molto risentito della decadenza del settore dell'acciaio e che si è ripresa grazie a forti aiuti statali ed europei e a politiche rivolte a sostenere l'imprenditoria). 

A me invece Louise piace molto, e spero che anche i lettori di IC le rivolgano un pensiero di augurio per la sua nuova vita oltreoceano. Benché cattolica, quando era studentessa a Oxford faceva parte della L'Chaim Society del rabbino Shmuley Boteach, e nel marzo 2011 non ebbe paura di attaccare la BBC per la mancata copertura della strage di Itamar, nella quale ben cinque membri della famiglia Fogel vennero massacrati: due giovani genitori e tre dei loro sei figli, rispettivamente di 11 anni, 4 anni, e tre mesi; secondo alcune fonti quest'ultima, la piccola Hadas, venne addirittura decapitata. La tanto decantata BBC aveva dato la notizia solo online, ma né i telegiornali né il canale BBC News 24 ne avevano fatto parola. Louise Mensch (che allora ancora usava il cognome da nubile, Bagshawe) aveva inoltrato un reclamo ufficiale alla BBC e aveva scritto un articolo sdegnato per il Daily Telegraph (http://www.telegraph.co.uk/culture/tvandradio/bbc/8402973/A-family-slaughtered-in-Israel-doesnt-the-BBC-care.html) in cui faceva notare come anche online la BBC avesse dato maggiore spazio all'ampliamento di insediamenti israeliani che al massacro, sottolineando che informazioni di importanza primaria erano state deliberatamente omesse, come i festeggiamenti  con cui la strage era stata celebrata a Gaza, o la dichiarazione del portavoce di Hamas che “cinque israeliani morti non contano nemmeno come punizione”. Per non parlare del fatto che la BBC, sempre online, aveva descritto la ripresa delle costruzioni negli insediamenti come una ripicca per la strage.  La deputata aveva anche fatto presente che, nello stesso periodo,  la BBC aveva considerato la morte accidentale di due teenager palestinesi nella striscia di Gaza degna di un servizio nel telegiornale più prestigioso e più seguito, quello delle ventidue.
 
Louise sapeva bene che la BBC soffre di un cronico pregiudizio anti-israeliano. A un certo punto la stessa BBC aveva persino commissionato un rapporto, il rapporto Balen, per analizzare la portata di tale pregiudizio nelle cronache dal Medio Oriente, per poi correre in tribunale a ottenere un'ingiunzione che impedisse la pubblicazione del rapporto. Quando Chris Patten, ex governatore di Hong Kong ed ex commissario europeo, era stato nominato presidente del BBC Trust, Louise Mensch aveva formalmente avanzato la questione della neutralità politica dell'emittente di Stato e del suo pregiudizio anti-israeliano, sentendosi rispondere da Lord Patten che non esistevano pregiudizi, e che a titolo dimostrativo avrebbe rinunciato alla sua tessera di sostegno a un'organizzazione di assistenza ai palestinesi.  Questo botta e risposta ebbe luogo esattamente il giorno prima della strage di Itamar, e l'atteggiamento della BBC in proposito forni' una replica di gran lunga più eloquente di quella di Patten.

Il Telegraph ricevette oltre 2.700 commenti all'articolo di Louise. Parecchi  erano antisemiti e francamente disgustosi, ma molti erano di apprezzamento e di sostegno, cosi' come lo erano centinaia di e-mail e messaggi su Twitter. L'attore Tom Felton, noto ai fan di Harry Potter come Draco Malfoy, fu particolarmente attivo su Twitter a sostegno di Louise.

Louise Mensch ha parlato con passione di questa esperienza alla conferenza “Israel in Focus”, organizzata da StandWithUs UK a Londra nel 2011, nella quale 120 studenti da tutta la Gran Bretagna si sono uniti all'ambasciatore israeliano Daniel Taub e agli amici di Israele cristiani e musulmani (ad esempio i rappresentanti di British Muslims for Israel) per sostenere questa democrazia e trovare modi per combattere i boicottaggi e diffondere un'informazione corretta. Per questo la deputata è stata ovviamente attaccata da sinistra e accusata di appoggiare una “lobby israeliana” che lavora con “fondamentalisti religiosi”, promuove “posizioni estreme” e ha “alleati inquietanti”.

E' stato solo nel giugno di quest'anno, 15 mesi dopo Itamar, che il direttore generale uscente della BBC, Mark Thompson, ha ammesso che la TV di Stato “ha sbagliato” riguardo alla copertura della strage. Un'ammissione importante, anche se mescolata a deboli scuse (era stata commessa in un “periodo molto fitto di notizie”, riguardanti fra l'altro la guerra in Libia e lo tsunami in Giappone, cosicché “i redattori erano veramente sotto pressione” - ma guarda caso con abbastanza tempo libero da dedicare alla non inedita questione degli insediamenti): “era certamente un'atrocità che avrebbe dovuto essere inclusa nei nostri notiziari di quel giorno”; “voglio dire a tutto il nostro pubblico, compresi i nostri spettatori ebrei e israeliani in Gran Bretagna e nel mondo, che vogliamo assicurarci di essere corretti e imparziali. In questo caso abbiamo fatto un errore”. Non è molto, e corretta e imparziale la BBC non è nemmeno adesso, ma è pur sempre un'ammissione ufficiale da parte di un direttore che, in quanto uscente, puo' permettersi di dire la verità.

Ci sono altre cose positive nella carriera politica di Louise Mensch: come membro della commissione parlamentare per la cultura, i media e lo sport, che si è recentemente occupato delle registrazioni illegali di telefonate di celebrità e di persone coinvolte in episodi di cronaca da parte dei giornali dell'impero di Rupert Murdoch, Louise si è comportata molto bene, senza lasciarsi intimidire né dal miliardario australiano né dai suoi media, né da coloro che lo volevano distruggere. Quando è stata attaccata dai media per la sua vita precedente all'impegno parlamentare, non ha cercato né di nascondere né di giustificare episodi risalenti ai suoi anni giovanili.  Quando ha ricevuto e-mail che minacciavano di morte i suoi bambini ha subito avvertito la polizia ma anche postato un messaggio di sfida su Twitter: “Get stuffed, losers” (qualcosa tipo “Andate al diavolo, perdenti”). Il mittente, che ha problemi mentali, è stato condannato il mese scorso.

Nella primavera di quest'anno Louise Mensch ha firmato, con altre personalità del mondo culturale britannico, come Arnold Wesker, Steven Berkoff e Simon Callow, una lettera al Guardian in cui si dava il benvenuto alla compagnia teatrale israeliana Habima, la cui partecipazione al festival multiculturale e multilingue shakespeariano del Globe Theatre era stata contestata da vari attori e scrittori.  Insomma, quando c'era da schierarsi con Israele, Louise si  è schierata.

Qualunque giudizio si possa dare sul suo lavoro per la zona di Corby, Louise Mensch ha lasciato un segno, si è battuta per qualcosa, in nome di qualcosa, con conseguenze personali anche pesanti. Non sono tanti i deputati che possono vantare di aver fatto lo stesso.

Louise Mensch, peso leggero, ci mancherai. Fossero tutti come te i pesi leggeri, il mondo sarebbe un posto migliore.


redazione@informationguerrilla.org

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