Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Gli scoop pubblicitari di Abu Mazen Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Angelo Pezzana, Mahmoud Abbas
Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha annullato la conferenza che si sarebbe dovuta tenere a Ramallah fa i ministri degli esteri di dodici paesi cosidetti non allineati, indetta con lo scopo di discutere come sostenere la richiesta dell’ Anp di ottenere il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese nella Assemblea Generale dell’Onu del prossimo mese.
Ma cinque di questi dodici ministri rappresentano paesi che non riconoscono lo Stato d’Israele, precisamente Bangladesh, Cuba, Indonesia, Malaysia e Algeria. Sarebbero dovuti arrivare a Ramallah dalla Giordania, attraverso la frontiera del Ponte Allenby e in elicottero. Invece di mantenere valida la conferenza – in fondo Egitto, India, Colombia, Sud Africa, Senegal, Zambia e Zimbabwe sarebbero stati presenti- l’Anp ha scelto di annullare l’appuntamento, una mossa che si spiega solo in base alla volontà di usare a fini pubblicitari una inesistente ‘punizione’ israeliana, quando si tratta di una decisione che sarebbe stata adottata da qualunque altro paese. Quando mai una nazione accetta il passaggio sul suo territorio di rappresentanti di paesi che si rifiutano di riconoscerla ? Ma ciò che vale per tutti, non vale per Israele. La stampa e le agenzie internazionali hanno, infatti, subito abboccato, riportando le dichiarazioni ufficiali palestinesi. Per Riad Malki, ministro degli esteri dell’Anp, si tratta addirittura di un “crimine di guerra”, mentre Hanna Ashravi, dell’ Olp, ha accusato il governo israeliano di “ ricattare e assediare politicamente la Palestina, impedendone le attività internazionali, offendendo tutto il movimento dei paesi non allineati”. La pubblicità ottenuta, come dicevamo prima, ha valso la cancellazione della conferenza. Va detto anche che i paesi non allineati sono circa 120, il fatto che così pochi avessero accettato di partecipare all’incontro di Ramallah spiega la retromarcia di Abu Mazen. Ancora una volta accusare Israele si è prestato a coprire un probabile fiasco.
Abu Mazen parteciperà a fine agosto ad un’altra conferenza dei paesi non allineati, questa volta a Teheran, ospite di Ahmadinejad. Di tutto si occupa, tranne che cercare il dialogo con Israele per arrivare a un accordo di pace. Guai però dire che la pace con lo Stato ebraico non è nei suoi programmi. Le cose stanno così, ma è meglio soprassedere, non parlarne, ricordarlo non è politicamente corretto.