Egitto: terroristi assassinano diversi soldati egiziani, rubano due blindati e si dirigono verso Israele. Uno dei due viene subito intercettato e colpito da un elicottero israeliano. Il secondo riesce quasi ad arrivare nel Negev, ma salta in aria.
La notizia viene diffusa dai quotidiani italiani di questa mattina, 06/08/2012.
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/08/2012, a pag. 12, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Battaglia al confine Egitto-Israele ". Da REPUBBLICA, a pag. 14, l'articolo di Alberto Mattone dal titolo " Attacco alla frontiera di Israele, i caccia distruggono due blindati", preceduto dal nostro commento.

La STAMPA dedica agli avvenimenti un articolo non firmato dal titolo corretto "Sinai, attacco all'Egitto per colpire Israele". Non si può scrivere altrettanto del catenaccio, che recita : "I terroristi uccidono 15 poliziotti del Cairo, poi rubano i blindati e puntano sulle colonie". Di quali colonie scrive la redazione della Stampa ?

Il GIORNALE pubblica un articolo non firmato dal titolo "Rubano tank egiziano e sconfinano, Israele li bombarda ". Un titolo che lascia intendere quasi che i terroristi siano 'innocenti' e che Israele si sia intromesso in qualcosa che non lo riguarda. Il termine 'bombarda', poi, è eccessivo. Specie se non viene riferito a nulla, usato in termini così generici. Che cosa avrebbe bombardato Israele ?

L'UNITA' descrive gli avvenimenti con una breve titolata "Battaglia nel Sinai, uccisi 15 poliziotti". Il titolo non è scorretto quanto quello del Giornale, ma non permette di comprendere che cos'è avvenuto.
Ecco i pezzi di Francesco Battistini e Alberto Mattone:
CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " Battaglia al confine Egitto-Israele "


Francesco Battistini
GERUSALEMME — Sono arrivati verso l'ora dell'Iftar. Quando il sole comincia a scendere, ci si prepara al pasto serale di Ramadan e, con gli zuccheri, cala pure l'attenzione delle guardie di frontiera. Al posto egiziano di Karm Abu Salem, che in ebraico chiamano Kerem Shalom, i terroristi sono spuntati dal nulla. Due gli autisti, gli altri col colpo in canna. «Beduini», dicono i testimoni. «Jihadisti», dà per certo la tv cairota. L'attacco è stato feroce, sembra che la maggior parte dei soldati egiziani non sia riuscita nemmeno a reagire. Una sparatoria furibonda.
Sedici morti tra le guardie, anche se altre fonti parlano addirittura di venti. I terroristi sono riusciti a rubare almeno due blindati egiziani e a sfondare il confine, entrando in Israele. Un «ariete» corazzato sarebbe stato distrutto subito da un elicottero con la stella di David che, in quel momento, era già impegnato a controllare l'incandescente situazione di Gaza: tre i terroristi ammazzati, altri in fuga. L'altro cingolato non sarebbe riuscito a penetrare nel Negev, saltando per aria. In ogni caso, è scattata l'allerta generale in tutta la regione. Con l'appello del governo Netanyahu a chiudersi in casa, perché c'è il rischio che un gruppo d'armati sia in giro a cercare sangue.
Ancora dal Sinai, ancora in agosto. L'anno scorso, in queste settimane, ci fu l'impressionante blitz paramilitare di Eilat, coi terroristi che uccisero alcuni turisti israeliani e l'esercito impegnato in una battaglia di quasi due giorni. Allora, le indagini rivelarono che l'azione era stata organizzata da gruppi qaedisti entrati in Israele dal Sinai: dal tanto temuto fronte Sud, il confine con l'Egitto, che dopo la caduta di Mubarak è diventato un viavai d'armi. Gli accordi di pace esigono che ogni azione militare nel Sinai sia prima concordata fra il Cairo e il governo israeliano, ma è un fatto che l'esercito egiziano — impegnato a controllare le piazze turbolente — abbia ridotto di molto i controlli nell'area. Ci sono stati numerosi sequestri lampo e assassinii. Proprio giovedì, il governo Netanyahu aveva sconsigliato il Sinai ai mille turisti israeliani che, in questa settimana, svacanzavano sul Mar Rosso, da Taba a Nueiba, a Sharm el-Sheikh.
L'azione di eri sera è stata violentissima. Coordinata con decine di razzi e colpi di mortaio da Gaza, dopo l'uccisione nel pomeriggio (da parte di un drone israeliano) di un jihadista della Striscia, col Negev occidentale ripiombato nella paura.
Ma chi sono questi terroristi, che per troppo tempo si son fatti passare per «semplici» beduini in lotta col governo egiziano per il contrabbando? Nei giorni scorsi è stato a Gerusalemme il segretario americano alla Difesa, Leon Panetta. E il Mossad gli ha passato un dossier che spiega come Al Qaeda non sia affatto morta con Bin Laden e, anzi, si stia ricostituendo proprio in questa terra di nessuno, oltre che in altri Paesi africani, dalla Tunisia alla Libia, dal Ciad alla Nigeria, fino al Mali. Nel Sinai si muovono gruppi salafiti fedelissimi del successore di Osama, il medico egiziano Al Zawahiri, assieme a sigle che entrano ed escono da Gaza: sabato scorso, Hamas ha scarcerato e lasciato tornare nel Sinai lo sceicco fondamentalista al-Maqdisi, l'uomo per la liberazione del quale fu ucciso l'anno scorso l'attivista italiano Vittorio Arrigoni. Il segretario Panetta, dicono, ha letto con attenzione il dossier israeliano. A sua volta è andato al Cairo, dai nuovi governanti islamici. E agli uomini del presidente Morsi l'ha detto chiaro: o per il Sinai si fa qualcosa, o la situazione esploderà.
La REPUBBLICA - Alberto Mattone : " Attacco alla frontiera di Israele, i caccia distruggono due blindati"

Alberto Mattone
Ecco con quali parole Alberto Mattono inizia la sua cronaca : " Lo sfondamento in Israele coni blindati rubati all'esercito egiziano. E una pioggia di razzi e di colpi di mortaio, lanciati da Gaza sul Neghev occidentale e sulle colonie alla frontiera ". Non si capisce chi abbia preso i blindati in Egitto rubandoli all'esercito. Consigliamo ad Alberto Mattone, inviato di Repubblica a Gerusalemme, di uscire dal proprio appartamento e fare un giro nello Stato dal quale scrive. Gioverà di sicuro alla qualità dei suoi articoli, specie per quanto riguarda l'accuratezza. Israele si è ritirato definitivamente da Gaza nel 2005. Il Negev non è e non è mai stato un territorio conteso. E' suolo israeliano, perciò è impossibile che ci siano 'colonie alla frontiera'.
Mattone, però, continua a propinare questa assurdità ai propri lettori : "Dopo qualche ora, Ia dura riposta. In serata è partita una pioggia di razzi sui kibbutz nel Neghev occidentale, e un martellamento con colpi di mortaio sugli insediamenti ebraici vicino al confine con la Striscia, in particolare nella regione di Eshkol".
I razzi dalla Striscia continuano a venir lanciati quotidianamente contro Israele. I media italiani si ostinano a vederci delle 'risposte' dando loro una specie di giustificazione.
L'unico scopo dei razzi di Hamas è assassinare israeliani.
Ecco il pezzo:
Lo sfondamento in Israele coni blindati rubati all'esercito egiziano. E una pioggia di razzi e di colpi di mortaio, lanciati da Gaza sul Neghev occidentale e sulle colonie alla frontiera. Lampi di guerra a sud dello Stato ebraico e altissima tensione al confine, con i caccia con la Stella di David che si alzano in volo per colpire e annientare il mezzo corazzato catturato dai miliziani isl amici partiti dal Sinai. È una carneficina al checkpoint egiziano: il blitz inizia poco dopo le nove della sera. Alcuni miliziani dei Comitati di resistenzapopolare, un'alajihadista antiHamas attiva nella Striscia appoggiata da al Qaeda e con basi tra i beduini del Sinai, partono all'attacco con alcune vetture per sfondare il punto di frontiera di Kerem Shalom, il crocevia tra Israele, Egitto e Gaza. Ed entrare, così, mascherati e armati di tutto punto, nel territorio dello Stato ebraico. I terroristi sparano sui poliziotti egiziani, ne uccidono 15 e ne feriscono altri 5. Poi, si impossessano di due blindati e puntano verso Israele. Uno di questi esplode in circostanze ancora non chiare subito dopo aver passato il confine, mentre un altro viene colpito dai caccia con la Stella di David già nel territorio dello Stato ebraico: tre jihadisti rimangono uccisi, altri cercano di fuggire in Egitto. L'assalto è di una violenza senza precedenti. Ed è la risposta rabbiosa dei Comitati di resistenza popolare all'omicidio mirato di uno dei propri leader, avvenuto nel pomeriggio di ieri a Gaza. Un drone israeliano aveva colpito con precisione millimetrica la motocicletta su cui correva Eyad Nadi Okel, 19 anni, ucciso sul colpo. Un suo compagno, di 22 anni, è rimasto ferito gravemente. «Stavano preparando un attacco che avrebbe provocato numero-sevittime», ha spiegato il ministero della Difesa dello Stato ebraico. «Li abbiamo fermati appena in tempo poco prima che entrassero in azione». Dopo qualche ora, Ia dura riposta. In serata è partita una pioggia di razzi sui kibbutz nel Neghev occidentale, e un martellamento con colpi di mortaio sugli insediamenti ebraici vicino al confine con la Striscia, in particolare nella regione di Eshkol. L'esercito ha ordinato alla popolazione di entrare nelle case e ha decretato lo stato d'allerta. Hamas ha cercato inutilmente di fermare il bombardamento dei salafiti su Israele e di riprendere il controllo della situazione a Gaza. Poi, parlando di «brutto crimine», si è affrettato a condannare l'attacco al posto di frontiera egiziano. Sferrato in grande stile al confine con il Sinai e con l'ausilio di armi pesanti e razzi, con l'obiettivo di rapire soldati israeliani, è la convinzione del ministro della Difesa, Ehud Barak. Secondo l'agenzia del Cairo, Mena, i terroristi sono partiti da Gaza e si sono infiltrati attraverso i tunnel del valico di Rafah nel Sinai. Anche se poi, l'assalto al posto di frontiera di Kherem Shalom, è stato sferrato dal territorio egiziano. Sorpresi dalla forza di fuoco dei miliziani, i poliziotti al confine sono stati annientati in pochi minuti, senza riuscire ad impedire che i terroristi si impossessassero dei blindati. Il commando ha sfondatola barriera alla frontiera, facendosi largo sparando. Ha puntato pericolosamente verso le prime case israeliane, polli mezzo corazzato è stato colpito e distrutto dai caccia dello Stato ebraico. Era da qualche giorno che l'intelligence israeliana, per paura di rapimenti da parte dei miliziani dei Comitati di resistenza popolare, aveva diramato l'allerta terrorismo, chiedendo ai cittadini in vacanza nel Sinai di far ritorno a casa. Puntuale, ieri è arrivato l'attacco. Il neo presidente egiziano Mohamed Morsi ha decretato la chiusura del valico di Rafah e ha convocato con urgenza il Supremo consiglio militare comandato dal maresciallo Mohamed Hussein Tantawi, l'organismo che guida il Paese dalla caduta di Mubarak. 0Ora—ha ammonito il ministro della difesa israeliano Barak— i vertici del Cairo devono riportare la sicurezza e fermare il terrorismo nel Sinai».
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