Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Ho letto stamattina un articolo del Vs. corrispondente Astrit Sukni, e ho dovuto scrivere la mia opinione a Repubblica.it.
Gentile Direttore, Gentile sig.ra Marzia Papagna, Ho appena guardato il servizio realizzato dal fotografo israeliano Oded Balilty (che non conosco..) su link: http://www.repubblica.it/esteri/2012/06/22/foto/un_set_per_la_palestina_posano_i_lanciatori_di_pietre-37722720/1/ Non sono fotografie che colpiscono un granché, tecnicamente e a livello emotivo (sono uomini normali) ma fanno venire subito voglia di scrivervi. Signora Papagna è la visione di questi misteriosi uomini velati a petto nudo con in mano delle pietre, dovrebbe essere un qualcosa di poetico, sensuale o trascendentale? Lei uscirebbe mai a cena con un uomo che si presenta con delle pietre? (non so se vi hanno mai tirato addosso una pietra, forse non sapete che fa molto male e che le donne/bambine adultere vengono massacrate con la lapidazione. Donne sempre dimenticate?) Riporto il suo commento da Repubblica.it: 'Una serie di scatti per raccontare il coraggio (?) di cittadini, uomini e donne palestinesi che, sin da bambini (sì, questo sì) imparano a difendere (ci vorrebbe un altro verbo) il loro Paese dagli attacchi (quali?) degli israeliani contro gli abitanti dei campi. Lo fanno lanciando pietre (meglio però i razzi, fanno più male )' a cura di Marzia Papagna''. Io non trovo in questi uomini, cresciuti fin da quando indossano il pannolino, in un regime di odio e razzismo senza uguali al mondo, proprio niente di magnetico. Guardandoli in foto me li immagino già vicino a un razzo pronto da sparare su un asilo del Negev, oppure sanguinanti e sbudellati, dilaniati dagli esplosivi, in mezzo a civili al mercato, a loro volta dilaniati e scoppiati nel corpo dopo un attentato. Sì, me li immagino a pezzi e sparpagliati sui muri, con le loro mamme che festeggiano il 'martirio' e l'uccisione delle 'scimmie' che vorrebbero sterminare. Sono molto contenta di avere gusti diversi dai suoi: a mio parere sono molto più affascinanti, belli come il Sole e coraggiosi i soldati Israeliani, caleidoscopio di etnie con un ideale in comune, coperti da ingombranti divise sotto il sole ma con lo sguardo fiero, costretti a difendere ogni giorno il loro Paese dai terroristi -rischiando la pelle- circondati da missili e bombe costruite da un regime che rende brutti, aggressivi e cattivi i suoi figli. Possiamo dire al fotografo di cambiare soggetto, con tranquillità . Altro che pietre. Questo servizio fotografico ma, soprattutto, il suo commento, è pura propaganda. Cordialmente,