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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio - Libero Rassegna Stampa
01.08.2012 Olimpiadi: la squadra libanese in mano ad Hezbollah
Il CIO sempre peggio. Cronache di Pio Pompa, Tommaso Lorenzini

Testata:Il Foglio - Libero
Autore: Pio Pompa - Tommaso Lorenzini
Titolo: «Terrore ai Giochi - L’araba stende l’occidente»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 01/08/2012, in prima pagina, l'articolo di Pio Pompa dal titolo " Terrore ai Giochi ". Da LIBERO, a pag. 35, l'articolo di Tommaso Lorenzini dal titolo "  L’araba stende l’occidente".

A destra, Jacques Rogge, presidente del CIO
Ecco i pezzi:

Il FOGLIO - Pio Pompa : " Terrore ai Giochi "


Pio Pompa          Hezbollah

Nessun minuto di silenzio è stato concesso dal Comitato olimpico internazionale per ricordare gli undici atleti israeliani uccisi da terroristi palestinesi alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Di contro si è ceduto al ricatto della squadra libanese di judo che, rifiutandosi di allenarsi nelle vicinanze di atleti israeliani, ha preteso e ottenuto l’installazione di una barriera invalicabile di separazione “dai cani di Gerusalemme”. Due lottatori libanesi di judo hanno sollevato il caso quando si sono accorti di essere stati collocati a poca distanza da cinque membri della squadra olimpica d’Israele. Il Comitato olimpico nazionale del Libano ha evitato commenti, ma una fonte mediorientale d’intelligence rivela al Foglio: “Dopo riscontri minuziosi, che hanno coinvolto colleghi di diversi servizi arabi e occidentali, abbiamo potuto accertare la presenza all’interno della delegazione olimpica libanese di elementi organici a Hezbollah che, unitamente a uomini della brigata iraniana al Quds, ne gestiscono e controllano il soggiorno nella capitale britannica”. Dietro la sortita dei lottatori di judo libanesi c’è la regia di Teheran e del Partito di Dio. “Tant’è – continua la fonte d’intelligence – che lo stesso Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, si sarebbe personalmente complimentato con i due judoka, promettendo loro un riconoscimento formale per il coraggio mostrato nel rifiutare di allenarsi a fianco del nemico”. A Beirut era stato diffuso, in coincidenza della cerimonia di apertura dei Giochi e tramite un nuovo canale tv fondato da militanti fuoriusciti da al Jazeera, un video inedito sulla cattura, il 12 luglio 2006, dei due sergenti israeliani, Eldad Regev e Ehud Goldwasser, feriti durante l’attacco di un commando Hezbollah nel nord d’Israele. L’operazione a Londra e il video fanno parte del messaggio di guerra rivolto a Gerusalemme da Teheran e dal Partito di Dio: siamo in grado di colpirvi dove e quando vogliamo. La tracotanza cresce quanto più ondivago appare l’occidente nei confronti dell’offensiva terroristica e mediatica contro Israele. “Una tracotanza – aggiunge il nostro interlocutore – che non ha impedito al leader di Hezbollah di rimuovere, vigliaccamente, dal video le immagini dell’assassinio a sangue freddo dei sergenti, nonostante fossero gravemente feriti”.

LIBERO - Tommaso Lorenzini : "  L’araba stende l’occidente "

Dopo il rifiuto a commemorare le vittime israeliane delle Olimpiadi di Monaco '72, il Cio riesce, se possibile, a squalificarsi ulteriormente, permettendo all'atleta dell'Arabia Saudita di gareggiare nella sua disciplina (judo) indossando il velo, nonostante questo sia espressamente proibito dalle regole.
Ecco il pezzo:


Wojdan Ali Seraj Abdulrahim Shaherkani, atleta dell'Arabia Saudita

Londonistan 2012. L’Olimpiade più islamica della storia, compressa in pieno Ramadan (nel VillaggioOlimpico sonostate allestite speciali aree di preghiera, speciali pasti, speciali orari, speciali misure di sicurezza e di privacy), avrà il suo culmine venerdì, quando anche Wojdan Ali Seraj Abdulrahim Shaherkani, la judoka della categoria 78 kg dell’Arabia Saudita, calpesterà il tatami col velo in testa. Schienando l’Occidente. Ragazze velate le abbiamo viste nel tiro al bersaglio, le vedremo nell’atletica. Shaherkani, però, è il simbolo di come la politica, l’economia, il Cio e il nostro mondo tout courtsi stiano piegando alle consuetudini musulmane nascondendo la sconfitta dietro il velo dello sport. Questa la notizia di ieri, arrivata a Olimpiade in corso d’opera, quando oramai indietro non si può tornare: la 16enne saudita potrà indossare il copricapo durante le gare. I dirigenti del comitato olimpico nazionale hanno trovato un compromesso con la Federazione internazionale, è stato confezionato un’hijab ad hoc, «anche non sa neppure come le starà», ha aggiunto la portavoce Razan Baker. A inizio mese i sauditi avevano messo in chiaro che le proprie atlete avrebbero dovuto conformarsi al codice dell’abbiglia - mento islamico ma Marius Vizer, presidente della Federazione internazionale di judo, aveva replicato che avrebbero dovuto combattere senza l’hijab, vietato da regolamento per ragioni di sicurezza. Immediata la minaccia di papà Ali Shaherkani: «Mia figlia non combatterà senza velo». E il Cio, con la coda fra le gambe, è corso ai ripari per non veder fallire il proprio piano propagandistico di essere riuscito, per la prima volta, a far arrivare ai Giochi almeno una donna da ogni Paese arabo. Ed ecco la grande contraddizione. Con la scusa dello sport come motore principe per superare ogni battaglia di civiltà, si mette in atto una mascherata per obbedire a una mentalità che con la libertà dei Giochi non ha punti di contatto. Alle Olimpiadi, dove le regole dovrebbero essere identiche per tutti, ecco che diventano un po’ Wojdan Shaherkani, 16 anni, è una delle due atlete dell’Arabia Saudita presenti a Londra. È alla sua prima Olimpiade. meno uguali per qualcuno, con la scusa dell’emancipazione, per permettere un passo avanti anche a quei Paesi dove il solo termine «donna» sfiora il proibito. Un pessimo baratto. Ma la realtà è che senza i petrodollari arabi Londra 2012 non si sarebbe fatta. Lo Shard, il grattacielo-scheggia disegnato da Renzo Piano e simbolo della città è stato tirato su dalFondo sovrano del Qatar, maggior azionista di Canary Wharf, il centro finanziario della City.Lastessa società, la Qatari Diar immobiliare, ha acquistato il 50% del Villaggio olimpico, che poi riconvertirà in appartamenti di lusso: 668 milioni di ossigeno puro per l’econo - mia londinese. Curiosità. Nel caso Shaherkani rimanesse senza velo sarà punita? E se l’avversaria, la portoricana Melissa Mojica, dovesse strapparglielo in gara? Dovrà giustificarsi con qualcuno? Il Cio “sicuramen - te” c’avrà pensato...

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