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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.07.2012 Ungheria: un editoriale che non convince
quello di Luigi Ippolito

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 luglio 2012
Pagina: 41
Autore: Luigi Ippolito
Titolo: «Leader ungherese di estrema destra rischia il posto per la nonna ebrea»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 27/07/2012, a pag.41, con il titolo "Leader ungherese di estrema destra rischia il posto per la nonna ebrea", Luigi Ippolito firma un editoriale che non ci convince. Per questi motivi:

1) cominciamo dal titolo, chi rischia il posto non è " Leader ungherese di estrema destra", ma più semplicemente un deputato europeo. Il leader del partito neo-nazista Jobbik è  Eloed Novak. Un titolo che attenua l'immagine di Jobbik, che non ' solo un partito di estrema destra, ma apertamente nostalgico del nazismo e violentemente razzista e antisemita.
2) Che Csanad Szegedi, il nipote neo-nazi dalla nonna ebrea, possa essere espulso dal suo partito è affare suo, interno alle dinamiche  del partito Jobbik. Ma è la stessa esistenza di questo partito a porci la domanda, se nell'Unione europea è compatibile la presenza di un partito neo-nazi. Che è diventato il terzo partito in Ungheria.
3) E' poi il finale del pezzo di Ippolito ad allarmarci: "
Con questo non si vuole criminalizzare un intero Paese o inchiodarlo per sempre al suo passato. Ma un'epurazione da leggi razziali di un membro dell'Europarlamento, per quanto appartenente a una formazione ripugnante, resta una richiesta inaccettabile."
E' Jobbik che intende farlo dimettere dal Parlamento Europeo, per il motivo che sappiamo. Non è l'Europarlamento a chiederne l'espulsione. Ripetiamo, la domanda seria è un'altra: è compatibile la presenza di un partito neo-nazista in un paese come l'Ungheria, nell'Unione europea ? Jobbik dovrebbe essere fuori legge, non dovrebbero esserci suoi eletti nè nel Parlamento di Budapest nè all'Europarlamento.
Invitiamo il nostri lettori a porre questa domanda a Luigi Ippolito,
lettere@corriere.it

Ecco l'articolo:


Csanad Szegedi                               il simbolo del partito neo-nazi Jobbik

La notizia sembra finta tanto è estrema. Ma forse sarà meglio cominciare a fare i conti con i rigurgiti dalle fognature della storia europea.
Uno dei leader del partito di estrema destra ungherese Jobbik rischia il posto perché si è scoperto che sua nonna materna era ebrea, per di più sopravvissuta ad Auschwitz. Il vicepresidente della formazione nazionalista-antisemita, Eloed Novak, ha già convocato la direzione del partito per decidere sull'espulsione di Csanad Szegedi, che si vorrebbe costringere anche alle dimissioni da parlamentare europeo.
«Szegedi ci ha mentito e non merita il suo posto», ha inveito Novak su Facebook. Lo stesso Szegedi non ha preso benissimo la scoperta: «Non dico che non sono rimasto sorpreso da questa notizia — ha confessato al quotidiano del partito Barikad — Mi ci vorrà probabilmente del tempo per venire a patti con questi eventi».
La cosa non deve stupire: il 29enne Szegedi, divenuto europarlamentare nel 2009, si è fatto conoscere per la sua violenta retorica antisemita. Il suo partito è il terzo in Ungheria e nel 2010 si è assicurato il 17 per cento dei voti in Parlamento.
È anche per questo che Budapest appare sempre più come il laboratorio di una possibile deriva nel cuore dell'Europa. Bruxelles ha già messo sotto accusa le tentazioni autoritarie del premier conservatore Viktor Orban, con le sue leggi restrittive verso stampa e magistratura. Ma il nazionalismo del governo è ampiamente scavalcato dalle paranoie neonaziste dei seguaci di Jobbik, con le loro campagne d'odio contro ebrei e zingari. È il contraccolpo della crisi che non ha risparmiato l'Ungheria, con il suo portato di insofferenza verso l'Europa e di ricerca di capri espiatori. Che nel caso specifico fanno riemergere fantasmi mai sepolti del tutto.
Con questo non si vuole criminalizzare un intero Paese o inchiodarlo per sempre al suo passato. Ma un'epurazione da leggi razziali di un membro dell'Europarlamento, per quanto appartenente a una formazione ripugnante, resta una richiesta inaccettabile.

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lettere@corriere.it

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