Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele: come difendersi contro il terrorismo Articoli di Pio Pompa, Vanna Vannuccini
Testata:Il Foglio-La Repubblica Autore: Pio Pompa-Vanna Vannuccini Titolo: «E' operativa la nuova strategia del terrore contro Israele-Israele, la minaccia di Netanyahu»
Il Foglio-Pio Pompa: " E' operativa la nuova strategia del terrore contro Israele "
Allo stato attuale sarebbero non meno di ventiduemila gli agenti operativi della brigata iraniana al Quds e di Hezbollah infiltrati ovunque nel mondo con l’obiettivo di colpire gli interessi di Gerusalemme”, rivela al Foglio una fonte araba d’intelligence divenuta nemica di Bashar el Assad e del regime di Teheran dopo l’assassinio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, avvenuto nel febbraio del 2005. “Il problema”, continua il nostro interlocutore, è che “a fronte delle crescenti difficoltà e fallimenti registrati nel corso delle varie missioni, da alcuni mesi a questa parte è stata resa esecutiva una nuova e letale strategia terroristica basata sull’uso di inermi e ignari cittadini per la realizzazione di attentati suicidi”. Non si tratta più solo di jihadisti e di convertiti europei votati al martirio ma, soprattutto, di una complessa operazione che prevede l’individuazione o la scelta occasionale di persone uomini, donne e persino bambini) da trasformare in uomini bomba collocando abilmente nei loro bagagli, borse, zaini, autovetture e quant’altro esplosivo con innesco a distanza. “Dalle informazioni in mio possesso – afferma la fonte araba d’intelligence – la strage di cittadini israeliani in Bulgaria potrebbe rientrare per alcuni versi in questa nuova, terribile strategia contro soft target messa a punto da Teheran e Hezbollah”. Una decina di giorni prima dell’attentato, vari elementi di Hezbollah (sfuggiti al controllo degli apparati di sicurezza di Sofia nonostante le precise segnalazioni dei servizi israeliani) sarebbero riusciti a ricongiungersi ad agenti iraniani della brigata al Quds in un appartamento sicuro alla periferia di Burgas. “Lì hanno preparato l’esplosivo con innesco a distanza da inserire in una confezione di piccola dimensione, facilmente trasportabile in una borsa o zaino, come quella usata per i biscotti. Ciò spiega la potenza limitata dell’ordigno che, in caso contrario, avrebbe provocato molte più vittime. L’elemento di assoluta novità è che il giovane bianco con capelli lunghi e bermuda, ripreso nel video delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto, sarebbe stato prescelto a sua insaputa per essere trasformato in un attentatore suicida. I terroristi lo avrebbero agganciato negli ambienti che ruotano attorno al traffico di stupefacenti (così si spiega l’uso di documenti contraffatti) dov’è bene inserito Hezbollah. Sarebbero stati proprio elementi riconducibili al gruppo islamico libanese a chiedere all’attentatore – dietro compenso – di recapitare un pacchetto a un loro spacciatore che lo attendeva all’arrivo del pullman nel luogo di destinazione della comitiva israeliana. Mentre erano tutti riuniti, all’interno della saletta di un bar nei pressi del terminal, un terrorista ha infilato nello zaino o nella borsa che conteneva il computer portatile del giovane il pacchetto contenente l’esplosivo. Quando il loro amico si accingeva a sistemarsi sul bus, i terroristi hanno attivato l’innesco facendolo esplodere”, spiega la nostra fonte. Tuttavia, al di là dei futuri sviluppi investigativi sull’attentato, l’interlocutore del Foglio ribadisce “l’avvenuto perfezionamento e l’estrema pericolosità del nuovo piano stragista contro i soft target israeliani, predisposto da Iran e Hezbollah”. Un piano che, operativamente, sarebbe stato accolto con entusiasmo dai principali network jihadisti, rendendo ancora più gravi e incomprensibili alcuni atteggiamenti assunti, recentemente, nei confronti d’Israele. Ne sono un esempio il rifiuto da parte del Comitato olimpico internazionale di ricordare con un minuto di silenzio – in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi di Londra – gli undici atleti israeliani uccisi da terroristi palestinesi durante le Olimpiadi di Monaco del 1972 e l’esclusione dei rappresentanti di Gerusalemme dal Global forum contro il terrorismo.
La Repubblica-Vanna Vannuccini: " Israele, la minaccia di Netanyahu "
GERUSALEMME — L’allarme di Israele di fronte alla minaccia dell’arsenale chimico siriano e della possibilità che nel caos della guerra civile le armi finiscano nelle mani delle milizie di Hezbollah o in quelle di Al Qaeda si fa ogni giorno più forte. I messaggi lanciati dal premier Netanyahu e dal suo ministro della Difesa Barak non lasciano dubbi: Israele è pronto a ricorrere a un attacco militare per impedire che le armi passino di mano. Droni americani e agenti dell’intelligence americana e israeliana sono all’opera ventiquattr’ore su ventiquattro per tenere sotto osservazione i 50 lager in cui sono depositate le armi chimiche e biologiche dell’arsenale di Assad. Nel sud della Turchia la Cia controlla i movimenti degli estremisti. La Siria ha uno degli arsenali di armi chimiche tra i più grandi del mondo e nessuno sa al momento che fine farà una volta crollato il regime. Damasco ha minacciato di usarlo “nel caso di un’aggressione dall’esterno”, anche se non contro i propri cittadini. «Per Israele è una grande minaccia. Dobbiamo agire. Non escludo una azione militare», ha detto Netanyahu parlando alla Cbse a Fox News. Il ministro della Difesa Barak è stato ancora più esplicito: «Ho indicato alle forze armate israeliane di tenersi pronte per una situazione in cui dovremo decidere se ricorrere a un attacco », ha detto alla radio di Tzahal. «Gli Hezbollah potrebbero essere particolarmente interessati a questi armamenti» dice Schlomo Brom dell’Istituto nazionale di studi sulla sicurezza (INSS) di Tel Aviv. Il discorso è diverso per le armi chimiche che sono “binarie” e che per essere rese operative dovrebbero essere messe insieme da specialisti e usate su aerei o missili. A differenza delle armi chimiche, il cui trasporto è più difficile da identificare, le armi antiaereo e anticarro sono però facilmente identificabili dai droni. Israele potrebbe perciò prepararsi a bombardare convogli di armamenti che si muovano nell’aerea. Il governo israeliano ha inoltre lanciato una campagna per attirare l’attenzione mondiale sul coinvolgimento di Hezbollah e dell’Iran nel terrorismo globale. Il ministro degli Esteri Liberman andrà a Bruxelles per convincere l’Europa a mettere Hezbollah sulla lista nera dei terroristi. «Nominarli e svergognarli» è la parola d’ordine. Sull’attentato in cui hanno perso la vita innocenti turisti israeliani in Bulgaria Israele ritiene di avere «prove sicure» che esso sia stato opera di Hezbollah e che l’Iran «ne fosse ben a conoscenza».
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