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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.06.2012 Gerusalemme, un dibattito sugli israeliani italiani, a cominciare da Enzo Sereni
presiede Paolo Mieli. Cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 giugno 2012
Pagina: 43
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Enzo Sereni, il partigiano sionista che sognava la convivenza di ebrei e arabi»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/06/2012, a pag. 43, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo "Enzo Sereni, il partigiano sionista che sognava la convivenza di ebrei e arabi".


Enzo Sereni

GERUSALEMME — Altro che Italia-Germania 4 a 3. Se il calcio è la metafora delle grandi sfide, se ormai le storie dei popoli s'incrociano sui campi di calcio come sui manuali di scuola, anche la piccola grande storia degli «italkìm», gli italiani israelizzati, passa per un meno memorabile ma simbolico Italia-Israele 4 a 2, qualificazione ai Mondiali. L'Azteca fu lo stadio di Ramat Gan, in quell'occasione.
E l'eroe della partita, Mariolino Corso. Che negli ultimi tre minuti segnò due gol e ci salvò da una mezza figuraccia contro una squadra d'onesti zappatori da kibbutz. Chi c'era (1961), se lo ricorda. Gli altri se lo possono immaginare nelle foto che da domani vengono esposte al Mishkenot Shaananim di Gerusalemme, dove apre una due giorni di studi su «L'Italia in Israele: il contributo degli ebrei italiani alla nascita e allo sviluppo dello Stato d'Israele», organizzata dall'ambasciata italiana assieme a Hevrat Yehudè.
Italkìm brava gente.
Una comunità tanto sottile quanto visibile. Che in oltre sessant'anni ha accompagnato e sostenuto, spesso incoraggiando e non sempre criticando, la costruzione d'una casa per gli ebrei. Un contributo che si è trasformato anche in tributo, pesantissimo, com'è la storia prima eroica e infine tristissima d'un italiano oggi un po' dimenticato, Enzo Sereni, il partigiano sionista che sognava la convivenza pacifica con gli arabi, «l'emissario» di tanti scampati alla Shoah che non si risparmiò e a sua volta finì ucciso a Dachau.
La figura di Sereni — che a Gerusalemme è tema d'un dibattito presieduto da Paolo Mieli ed è pagina del volume Italia-Israele: gli ultimi 150 anni pubblicato dalla Fondazione Corriere della Sera — ci racconta l'epopea un po' mitizzata di quei primi cento ebrei, per lo più intellettuali, venuti a farsi mani callose negli uliveti di Palestina.
Immortalato dai francobolli israeliani e da un kibbutz che ne porta il nome, raccontato nel romanzo della nipote Clara, Sereni è la chiave che apre ad altri temi di discussione: il ruolo degli «italkìm» nella ricerca scientifica, tecnologica, agricola; l'eredità artistica, attraverso la prima personale di Emanuele Luzzati inaugurata dal console generale di Gerusalemme, Giampaolo Cantini; la presenza accademica, coi nomi di Alexander Rofé, Sergio Minerbi e Sergio Della Pergola… «Quanto sia prezioso il retaggio della nostra presenza qui — spiega Carmela Callea, direttrice dell'Istituto di cultura a Tel Aviv —, è testimoniato anche dal successo dei nostri corsi d'italiano: aule piene per tutto l'anno».
L'album di famiglia, la storia d'uno scambio, è nelle immagini seppiate della mostra: Randolfo Pacciardi (quando era il Pri, il partito più «israeliano») che veniva ad abbracciare Ben Gurion, Roberto Benigni laureato ad honorem a Bersheva, i restauri della sinagoga di Conegliano Veneto nel cuore di Gerusalemme…
Per il racconto di un'epopea, c'è pure il film: Il viaggio di Eti, la vicenda documentata d'un paesino foggiano, San Nicandro Garganico, che alla fine della Seconda guerra mondiale abbracciò l'ebraismo e decise d'emigrare in Israele. Una conversione che nessun convegno è ancora riuscito a spiegare.

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